Le donne che l’hanno provato lo definiscono un dolore più forte di quello del parto. Un male lancinante che sopraggiunge all’improvviso a livello del fianco, insopportabile al punto da far correre spesso al Pronto Soccorso. È la colica renale, la conseguenza della migrazione dei calcoli ai reni lungo le vie urinarie. “Sassolini” che si producono quando le urine risultano eccessivamente sature di sali minerali e quando non hanno la possibilità di essere espulsi in modo naturale dall’organismo; possono invece essere rimossi con interventi mininvasivi che oggi si avvalgono di una tecnologia molto avanzata, come il laser a olmio di nuova generazione, in grado non solo di frantumare il calcolo, ma di attirarlo in un “tunnel di vapore”, polverizzandolo in una sola seduta.
Di calcolosi urinaria si è parlato in occasione dell’incontro scientifico “La luce che cura in urologia”, organizzato di recente a Milano, nel corso del quale gli esperti hanno fatto il punto sui più comuni disturbi urologici, delineando i percorsi terapeutici più all’avanguardia, che riproponiamo oggi in coincidenza con la Giornata Mondiale del Rene (12 marzo).
Se fino a pochi anni fa la calcolosi delle vie urinarie (rene, uretere, vescica) era considerata una patologia più comune nel sesso maschile, oggi è in crescita anche in quello femminile ed è sempre più frequente anche in età pediatrica. Interessa circa il 10 % degli uomini e il 7 % delle donne, e ha un’altissima incidenza soprattutto nella fascia d’età giovane, tra i 30 e i 50 anni. In Italia si stimano 100 mila nuovi casi l’anno, con un rischio elevato di recidive: dopo 5 anni si verificano nel 25-50% dei pazienti. «In media, il 10% della popolazione avrà un calcolo almeno una volta nella vita», dichiara Guido Giusti, responsabile dello Stone Center e dello European Training Center in Endourology presso l’Ospedale San Raffaele Turro di Milano. «Questo numero elevato si spiega in gran parte con gli stili alimentari scorretti dei Paesi occidentali: beviamo poco, mangiamo molto più del necessario e, soprattutto, assumiamo proteine animali in eccesso».
Negli ultimi anni, lo sviluppo di nuove tecnologie, la miniaturizzazione dello strumentario esistente e l’arrivo dei laser sempre più duttili e potenti, hanno rivoluzionato il panorama terapeutico per la calcolosi urinaria.
«In passato il bombardamento con onde d’urto per i piccoli calcoli e la chirurgia a cielo aperto per quelli voluminosi, erano le due procedure standard. Oggi la litotrissia endoscopica mininvasiva con laser a olmio, rappresenta la nuova frontiera terapeutica, nella maggioranza dei casi. Non solo evita grandi incisioni e complicanze tipiche dell’intervento chirurgico tradizionale (ormai da riservare a poche situazioni molto complesse), ma permette la completa bonifica del calcolo, quando le onde d’urto falliscono. Il classico bombardamento, infatti, non è del tutto innocuo e sarebbe un errore ripeterlo più volte, perché l’energia liberata dal litotritore può, nel tempo, causare danni al rene», spiega Giusti. «Con la chirurgia laser oggi operiamo in day surgery, dimettendo il paziente nelle 24 ore successive. Grazie inoltre a particolari modalità di emissione del laser a olmio e alle tecnologie Vapor tunnel e Virtual basket, è possibile ridurre al minimo la retropulsione del calcolo durante il trattamento, attirandolo verso il raggio di luce in modo da rendere la sua polverizzazione più fine, veloce e sicura».
L’origine della calcolosi è spesso multifattoriale. Tra le cause, giocano un ruolo importante la familiarità, una scarsa assunzione di liquidi che aumenta la concentrazione di minerali nelle urine, diete squilibrate (ricche di proteine animali, grassi, zuccheri e sale), sovrappeso e sedentarietà. Vi sono poi fattori che aumentano il rischio di sviluppare calcoli, come la presenza di sindrome metabolica o alcune patologie, tra cui disfunzioni delle paratiroidi (iperparatiroidismo) o dell’assorbimento intestinale.
L’importanza della prevenzione
L’alimentazione ha un ruolo importante nel ridurre il rischio di formazione dei calcoli e nel prevenirne la ricomparsa. L’entità dell’apporto di liquidi e il tipo di dieta, influiscono direttamente sulla concentrazione urinaria dei sali minerali, responsabili della calcolosi. I calcoli più comuni sono costituiti da calcio (70 % dei casi, soprattutto ossalato) o da acido urico (10-20 %, legati a un’alimentazione ricca di proteine animali, con la caratteristica che si possono sciogliere alcalinizzando le urine). Esistono anche concrezioni a base di struvite (10-20 %, un mix di magnesio, ammonio e fosfato) che si formano a seguito di infezioni urinarie. Dal momento che le misure preventive e il regime alimentare dovranno variare in base al tipo di calcolosi, per la profilassi delle recidive è bene eseguire sempre l’esame chimico-fisico del calcolo al fine di accertarne l’esatta composizione. È utile inoltre attuare uno studio metabolico della calcolosi, ricercando nel sangue e nelle urine tutti quei fattori favorenti o inibenti l’aggregazione dei cristalli.
Alcuni semplici regole quotidiane da seguire:
- La prima cosa importante da fare è bere molto: circa 2-2,5 litri di acqua al giorno, evitando bibite zuccherate o alcolici. Un’abbondante idratazione aumenta la produzione di urine, ne riduce la concentrazione e facilita l’espulsione spontanea di eventuali piccoli calcoli già formati.
- Assumere la quantità corretta di calcio (circa 1 grammo/giorno), senza eccessi né restrizioni.
- Non eccedere nel consumo di proteine animali, per ridurre l’introito di acidi urici.
- Limitare il sale da cucina e i cibi ricchi di grassi saturi.
- Evitare il consumo eccessivo di alimenti ricchi di ossalato di calcio (es. cioccolato, frutta secca, spinaci, barbabietole, frutti di bosco).
- Bere un bicchiere di succo di arancia al giorno, poiché un adeguato apporto di vitamina C inibisce la cristallizzazione delle urine.
- Aumentare il consumo di frutta e verdura fresche.
di Luisa Romagnoni
Falsi miti da sfatare
Ancora oggi intorno alla calcolosi urinaria, sussistono parecchi falsi miti, sui quali gli esperti fanno chiarezza.
- I calcoli non sono un problema che riguarda solo la popolazione adulta: a causa di un’alimentazione sempre più sregolata e stili di vita scorretti, oggi colpiscono di frequente anche bambini e ragazzini.
- In presenza di calcoli di calcio, è sbagliato eliminare completamente dalla propria alimentazione questo minerale, pensando di evitare eventuali recidive. Il rischio della formazione di un nuovo calcolo è maggiore se la dieta contiene troppo calcio, ma anche se ne contiene troppo poco: in questo modo, infatti, verrebbe favorito l’assorbimento di ossalati.
- Nella maggioranza dei casi, per trattare la calcolosi sono da preferire le metodiche endo-urologiche e non quelle chirurgiche a cielo aperto o robotiche, anche in presenza di calcoli voluminosi. Grazie alle nuove tecnologie di luce che stanno sempre più spesso sostituendo il bisturi, oggi si può intervenire in day-surgery, dimettendo il paziente nelle 24 ore successive.
- Per impostare una strategia di prevenzione davvero efficace, è fondamentale effettuare sempre l’esame chimico-fisico del calcolo: oggi viene purtroppo eseguito solo nel 10 per cento dei casi.
L.R.