#unapreoccupazioneinmeno è fare vaccinare i piccoli contro il Rotavirus, tanto più importante nell’era Covid poiché le due problematiche condividono manifestazioni gastroenteriche simili. Diarrea e/o vomito ripetuto anche fino a 20 volte al giorno in caso di Rotavirus, e febbre alta anche oltre i 40°C. In comune inoltre le due infezioni hanno la gravità: anche il Rotavirus, altamente contagioso e trasmissibile per via oro-fecale o per contatto con oggetti contaminati, se non adeguatamente riconosciuto e trattato può avere implicazioni importanti, come una disidratazione tale da richiedere un ricovero ospedaliero di una decina di giorni, considerando che colpisce in prevalenza neonati e piccoli fino a 5 anni, fragili per età e sistema immunitario immaturo. Un rischio, quello del Rotavirius, prevenibile o reso più leggero nella sintomatologia e manifestazioni con una semplice vaccinazione che, per questa problematica, esiste ed è efficace. «L’emergenza Covid-19, la chiusura di alcuni centri vaccinali, la paura del contagio, l’impossibilità di muoversi durante il lockdown – spiega Vanessa Perone, Pediatra di famiglia della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) – hanno fatto scivolare in secondo piano tutte le altre malattie infettive che possono causare sofferenze ai bambini, compreso il Rotavirus. Ciò ha provocato il rinvio di moltissimi appuntamenti vaccinali e una riduzione delle coperture vaccinali fra i più piccoli, anche del 4% rispetto allo stesso periodo del 2019 in alcune Regioni». In aggiunta la vaccinazione anti-Rotavirus è poco nota fra i genitori, nonostante i tanti vantaggi: la somministrazione per bocca, che evita lo stress dell’iniezione, in due o tre dosi a seconda dei casi; l’assunzione precoce, già possibile a partire dalla 6a settimana di vita, rispettivamente entro la 24a o la 32a settimana; la possibilità di accoppiarla ad altri vaccini monovalenti o combinati previsti dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale; l’offerta attiva e gratuita a tutti i nuovi nati a partire dal 2018; l’alto profilo di sicurezza e scarsi o rari effetti collaterali. «Studi clinici – aggiunge Perone – hanno dimostrato l’efficacia della vaccinazione contro qualunque tipo di Rotavirus circolante del 100% nella prevenzione delle ospedalizzazioni e del 92% a distanza di due anni dalla somministrazione. Mentre gli effetti avversi di norma si limitano a mal di pancia e irritabilità. Il monitoraggio dei sintomi, vomito a getto ripetuto, pancia dura e gonfia, pianto, coliche anomale, individuati e trattati precocemente, in regime ospedaliero, consente la rapida risoluzione del problema».
Proprio per sensibilizzare mamme e papà sull’importanza della prevenzione con vaccinazione anti-Rotavirus, si rinnova anche quest’anno la campagna sui social “#UNA PREOCCUPAZIONE IN MENO sul Rotavirus: la cura del neonato al rientro a casa, dopo il parto”, realizzata da GSK con l’approvazione del Ministero della Salute e il patrocinio della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), che alleggerisce le preoccupazioni del momento attuale delle neo-mamme e permette loro di godere i momenti più belli del rientro a casa. Tra questi, il primo bagnetto, il cambio del pannolino, la buona nanna che tuttavia presentano tante incognite e dubbi quando si tratta del primo bebè, chiariti da Giulia Lora, educatrice perinatale.
- Il primo bagnetto. Non sempre amato dai bambini, mette spesso in ansia le mamme nell’intento di eseguire questo atto di cura in totale sicurezza. È importante creare un contesto “da SPA”, avvolgendo l’ambiente di luci soffuse e di musica rilassante per i bambini. Ad hoc sono i rumori bianchi, emessi ad esempio dal phon a voltaggio basso o dalla lavatrice, simulabili anche con apposite app scaricabili gratuitamente. È importante anche il tipo di prodotto utilizzato durante il bagnetto per l’igiene e la pulizia del piccolo: sono raccomandati detergenti oleosi di ottima qualità, che producano poca schiuma e una abbondanza di teli caldi/tiepidi anche quando è estate con cui avvolgere il piccolo. Non trascurare la temperatura dell’acqua che va misurata con il gomito, e non con le mani, per maggiore sensibilità. Effettuare eventualmente un ulteriore massaggio, sempre con degli oli, anche dopo il bagno solo se il bambino non piange per l’eccessiva sollecitazione della pelle. Il bagnetto deve essere, infatti, un momento di coccole, non di stress per i piccoli.
- Il cambio pannolino e l’organizzazione del fasciatoio. Il primo aspetto cui prestare attenzione è il piano di appoggio, la cui altezza deve essere a misura della mamma, né troppo alto o basso, per evitare l’insorgenza di mal di schiena a causa di posizione scomode assunte ripetutamente e più volte al giorno. Il piano di appoggio deve essere stabile: sono da evitare supporti mobili perché il bambino in crescita acquista movimenti sempre più indipendenti. Bisogna dunque avere cura di tenerlo fermo con una mano, anche nel caso ci si chini a raccogliere qualcosa da terra. Prevedere un cassettone/cassettiera sotto o in prossimità del fasciatoio per facilitare il recupero degli abitini e del necessario, collocarlo lontano da prese e o cavi elettrici, fare attenzione che eventuali mensole poste al di sopra siano ben fissate. Evitare anche la vicinanza di spigoli e oggetti pericolosi. «Il fasciatoio – aggiunge la dottoressa – costituisce anche una “palestra” utile per evitare l’insorgenza della testa piatta, lo schiacciamento della parte laterale o posteriore del capo. Dunque, il piccolo a partire dai 2 mesi deve essere lasciato per una decina di minuti a pancia in giù con i genitori davanti: un esercizio che gli consente di irrobustire la muscolatura del tronco, della schiena e delle braccia e di vedere il mondo da un’altra prospettiva».
- Nanna sicura. Il piccolo deve dormire sempre a pancia in su (mai all’opposto come è credenza comune), in una culla o un lettino, adagiato su un materasso che non lo faccia sprofondare. Togliere dalla culla durante la nanna o il riposo notturno, ogni giocattolo e peluche; no anche a cuscini o supporti di lato. Gli esperti consigliano poi a mamma e papà di posizionare il bimbo con i piedini a contatto con la sponda del letto: un fattore che gli dà sicurezza e che evita che finisca sotto le coperte. Meglio farlo dormire in un sacco-nanna o con le braccine fuori dalle coperte. Sia in inverno che in estate, evitare di coprirlo eccessivamente per non favorire l’innalzamento della temperatura corporea. «All’inizio meglio far dormire il bambino nella culla vicino ai genitori – conclude Perone – per proteggerlo dal rischio di morte bianca (in culla), evitando il fumo passivo che è un fattore di rischio per questo evento. Se proprio mamma e papà non possono fare a meno della sigaretta, occorre che si lavino corpo e capelli e si cambino d’abito prima di avvicinarsi al bambino».
Per informazioni sulla campagna di sensibilizzazione e l’infezione da Rotavirus: https://www.unapreoccupazioneinmeno.it/
di Francesca Morelli