I disturbi del sonno e del ritmo sonno-veglia rappresentano un fattore di rischio importante per la patologia di Alzheimer. Lo conferma uno studio, appena pubblicato su Sleep Medicine Reviews di ricercatori italiani che dimostra come le apnee ostruttive nel sonno (Obstructive Sleep Apnea – OSA) possano contribuire al declino cognitivo nelle demenze e in particolare nell’Alzheimer, agendo anche su diversi biomarcatori fin dalle fasi precliniche della malattia. I disturbi del sonno sono infatti in grado di modificare l’accumulo di Beta Amiloide e di proteina Tau all’interno del sistema nervoso centrale, meccanismo fondamentale della neuropatologia di Alzheimer. Lo stesso studio sottolinea inoltre che le apnee notturne si presentano con diverso impatto nei due sessi. «L’analisi della correlazione tra le diverse forme di demenza e i disturbi del sonno nell’uomo e nella donna potrà portare a un più corretto approccio diagnostico, terapeutico e preventivo», afferma la dottoressa Biancamaria Guarnieri, neurologa della rete Airalzh, responsabile della commissione nazionale “Sonno e malattie neurodegenerative” e membro del direttivo nazionale di AIMS, Associazione Italiana Medicina Sonno, da sempre impegnata nello studio dei disturbi del sonno e delle demenze, firmataria dello studio assieme ai colleghi Claudio Liguori, Michelangelo Maestri e altri.
Per approfondire queste connessioni, una giovane ricercatrice Airalzh, Ilde Pieroni, sta sviluppando un progetto presso la Casa di Cura Villa Serena di Città Sant’Angelo (Pescara) nel Centro Sonno riconosciuto dall’Associazione Italiana di Medicina del Sonno (AIMS) diretto dalla dottoressa Biancamaria Guarnieri, studiando i vari disturbi del sonno in relazione alle diverse forme di demenza e indagando le differenze tra uomo e donna. «Il progetto utilizza la video-polisonnografia e test idonei per analizzare il sonno e comprenderne a pieno il ruolo nella diagnosi differenziale tra i vari tipi di demenza», spiega la dottoressa Pieroni. «Un ulteriore obiettivo è quello di studiare la prevalenza, gli aspetti comportamentali e il contenuto onirico dell’RDB (Disturbo Comportamentale in sonno REM), ponendo particolare attenzione alle differenze di sesso e genere», aggiunge la dottoressa Guarnieri. «Dato che, a tutt’oggi, l’accesso degli uomini ai Centri di Medicina del Sonno è maggiore (70%) rispetto a quello delle donne, si può verificare un ritardo di diagnosi e trattamento di tale patologia nel genere femminile che, di conseguenza, risulta più esposto a questo fattore di rischio per malattia di Alzheimer. Ricordiamo che questa demenza coinvolge di più il sesso femminile (2/3 dei pazienti sono donne)».
I risultati delle attività di ricerca, promosse dalla rete Airalzh, trovano un altro importante traguardo in uno studio epidemiologico condotto da un team multidisciplinare di ricercatori Unimore (Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia) e dai colleghi dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena con il contributo della dottoressa Chiara Galli, ricercatrice Airalzh. Pubblicato sulla prestigiosa rivista statunitense Alzheimer’s Dementia: the Journal of Alzheimer’s Association, lo studio sfata la convinzione comune che il decadimento cognitivo sia una patologia presente solo tra la popolazione anziana over 65 e dimostra come l’esordio precoce colpisca un numero significativo di persone tra i 30 e i 64 anni. Tra le iniziative recenti di Airalzh, la pubblicazione di un bando indipendente per la ricerca di 300 mila euro (Airalzh-Grants-for-Young-Reasearchers, AGYR), rivolto al finanziamento di progetti di giovani ricercatori sulla prevenzione e la diagnosi precoce di Alzheimer: a novembre verranno resi noti i vincitori e i progetti.
In occasione della Giornata Mondiale dell’Alzheimer del 21 settembre, molte sono le iniziative a sostengo della ricerca, come Non ti scordar di te dal 17 al 30 settembre: nei supermercati e ipermercati Coop di tutt’Italia verranno poste in vendita le piantine di Erica Calluna per sensibilizzare i consumatori e raccogliere fondi. Per ogni piantina di Erica Calluna, verrà donato un euro alla ricerca, perché anche la recente pandemia ha evidenziato la necessità di avere anziani meno fragili. A testimonianza dell’importanza di sostenere la ricerca anche il libro Il silenzio non è mai silenzio. Oltre l’Alzheimer di Carla Ciamarra, Edizioni Centro Studi Erickson, anno 2020, il cui ricavato sarà devoluto dall’autrice all’Associazione Airalzh Onlus. Con uno stile semplice ma efficace, Carla Ciamarra ricostruisce il puzzle della vita della madre, ripercorrendone tutte le fasi, dall’infanzia fino al doloroso percorso della malattia che l’ha colpita quando aveva solo sessant’anni.
Un’opera di grande impatto emotivo con un messaggio che la Ciamarra evidenzia nel «concetto che Alzheimer non significa “fine”, ma equilibrio che cambia, forma che muta…». Il libro ha coinvolto diversi specialisti come la professoressa Maria Rita Parsi, il dottor Franco Mastrodonato, il dottor Mino Dentizzi, la dottoressa Maria Concetta Mignogna e la dottoressa Filomena Iaciofono.
Per chi volesse sostenere la causa, fino al 30 settembre è possibile destinare il 5×1000 alla ricerca per questa patologia che si sta diffondendo sempre più a causa dell’invecchiamento della popolazione: in Italia, oltre 1.4 milioni di persone sono affette da demenza, 600 mila delle quali sono colpite da Alzheimer.
Per informazioni: www.airalzh.it/5xmille
di Paola Trombetta
Parte il tour per fare esperienza “virtuale” della malattia
In occasione del mese dell’Alzheimer, parte lunedì 21 settembre da Milano il tour “Fermata Alzheimer”, voluto anche quest’anno da Korian per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle demenze, che colpiscono in Italia 1 milione e 200 mila persone e 50 milioni nel mondo. Il tour toccherà città come Como, Sondrio, Verona, Firenze, Viareggio e Santa Marinella (Roma). Ad ogni tappa del tour sarà possibile fare gratuitamente un’esperienza immersiva nell’Alzheimer, grazie all’utilizzo di visori multimediali di virtual reality/realtà aumentata e tutti coloro che vorranno potranno essere proiettati per 10 minuti in una “realtà parallela”, quella della malattia. Inoltre, quest’anno sarà inaugurato un portale online con nuovi contenuti che comprendono video informativi e interviste, articoli redatti da specialisti, brochure e guide con consigli utili, con l’obiettivo di diventare un importante punto di riferimento per le persone che hanno bisogno di informazioni e nozioni riguardo la malattia, ma anche e soprattutto aiuto.
In ottemperanza alle normative per il contenimento del Covid-19, per ogni tappa del tour sarà obbligatoria la prenotazione della propria esperienza con il simulatore (https://www.korian.it/fermata-alzheimer#prenota) e verrà consigliato l’utilizzo di cuffie/auricolari personali (provvisti di cavo e non bluetooth). I visori e le cuffie forniti agli stand avranno una protezione usa e getta e verranno disinfettati dopo ogni utilizzo. Durante la manifestazione verranno garantite le norme di sicurezza e prevenzione anti-Covid (distanza di sicurezza, compilazione delle dichiarazioni triage, disinfezione mani, mascherina obbligatoria, disinfezione stand e attrezzature).
“Fermata Alzheimer”, che si è confermato un progetto di successo vincendo lo scorso giugno l’importante premio Sabre EMEA Award nella categoria “Marketing to Seniors”, si è reso quest’anno ancor più necessario a causa dell’emergenza Covid-19. Le restrizioni imposte dalle autorità in seguito all’epidemia, infatti, possono accentuare i sintomi neuropsicologici dei soggetti affetti da demenza, impattando sulla loro quotidianità e sui caregiver. Proprio a questi ultimi è rivolta la guida “Pandemia Covid-19. Consigli per familiari e assistenti delle persone affette da demenza”, realizzata in collaborazione con il Professor Trabucchi e il Dottor Rozzini del gruppo di ricerca geriatrica di Brescia appositamente per il tour (https://www.korian.it/korian-per-alzheimer). P.T.
Le iniziative della Giornata Mondiale
In occasione della Giornata Mondiale, la Federazione Alzheimer Italia aderisce all’iniziativa, lanciata da Alzheimer Europe, perché venga promossa con urgenza un’azione per affrontare l’impatto del Covid-19 sulla ricerca per la demenza. La pandemia ha avuto effetti su tutti gli aspetti della vita, rallentando e bloccando molte attività, tra cui quelle dei laboratori di ricerca sulla demenza. Le restrizioni fisiche hanno tenuto lontani i ricercatori dai laboratori, mettendo in stand by alcuni progetti e molti fondi disponibili sono stati convogliati sulla ricerca per il Covid-19: questo ha portato a rallentare, se non bloccare, molti degli studi in corso dedicati alla diagnosi e prevenzione della demenza. Alzheimer Europe e Federazione Alzheimer Italia si uniscono nel chiedere risposte immediate da parte dei governi perché gli Istituti di ricerca e i ricercatori impegnati nel campo della demenza ricevano il supporto economico necessario a riprendere le attività in corso e avviarne di nuove. Nel corso della Giornata, ADI (Alzheimer’s Disease International) ha presentato il nuovo Rapporto Mondiale Alzheimer 2020 intitolato “Design, Dignità, Demenza; design dedicato agli ambienti costruiti per le persone con demenza” che illustra i risultati della più vasta indagine mai condotta sul design orientato agli interni dei luoghi dedicati alle persone con demenza. La Federazione Alzheimer Italia si unisce ad ADI nel chiedere che nei Piani Nazionali i governi riconoscano la demenza come disabilità: negli ultimi 30 anni il design per la disabilità fisica ha compiuto enormi passi avanti: applicare le stesse linee guida e i principi progettuali alle persone con demenza significa permettere che godano dei benefici terapeutici di arredamenti realizzati su misura per loro a casa, nelle strutture residenziali e di assistenza diurna, negli ospedali e in edifici e spazi pubblici. Per sapere di queste e altre iniziative promosse dalla Federazione Alzheimer Italia: alzheimer.it/iniziat2020.html. P.T.