“Non mandate il diabete in lockdown!” Lo hanno chiesto in molti, pazienti, associazioni e medici diabetologi che durante questa pandemia si sono organizzati con la telemedicina per monitorare i parametri clinici, cercando così di ridurre l’afflusso di persone negli ospedali. Più del 50% dei diabetici ha dovuto rassegnarsi a questa situazione, col rischio di ridurre i controlli, rimandando le visite o utilizzando solo quelle online.
L’occasione di questa richiesta di maggiore assistenza è venuta dalla Giornata mondiale del 14 novembre, celebrata dall’Intergruppo parlamentare “Obesità e diabete” con la conferenza istituzionale: “Diabete e Covid-19: assicurare l’assistenza alla persona con diabete”, svoltasi alla Camera dei Deputati, coinvolgendo esponenti delle Istituzioni, delle società scientifiche e delle associazioni pazienti. Se da un lato l’evento ha voluto celebrare la Giornata mondiale del diabete 2020, dall’altro ha richiamato l’importanza di intraprendere azioni coordinate per affrontare il diabete come un problema di salute globale che, in un momento come questo, non può prescindere dall’emergenza pandemica che stiamo affrontando, in Italia e nel mondo, e che sta compromettendo l’assistenza alle persone con malattie croniche e fragilità.
Ricordiamo a tale proposito che il 30% dei decessi per Covid ha riguardato persone con diabete. Come ha puntualizzato la Presidente della Commissione Affari sociali della Camera, onorevole Marialucia Lorefice, l’assistenza è un diritto sancito anche da “Il Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con diabete”, che cita: “Garantire alle persone con diabete uniformità di accesso al sistema sanitario sul territorio nazionale in modo da promuovere con equità la migliore qualità di cura e di vita, la prevenzione e il trattamento delle complicanze, ricorrendo se possibile a PDTA specifici e soprattutto a specialisti con competenze specifiche”. «Le persone con diabete necessitano di controllo periodico per la gestione della malattia e per l’utilizzo della terapia più appropriata», ha sottolineato Agostino Consoli, Presidente eletto SID- Società Italiana di Diabetologia. «La riduzione delle visite specialistiche, delle attività ambulatoriali di routine, degli esami di controllo che si è verificata durante questi mesi di pandemia potrebbe essere causa di sospensioni più o meno prolungate delle terapie, con conseguenze negative sul controllo della malattia e sul rischio di insorgenza di complicazioni, rendendo così le persone con diabete maggiormente vulnerabili anche alle conseguenze indirette del Covid-19». «Oggi è estremamente importante garantire l’assistenza adeguata alle persone con diabete», ha aggiunto Paolo Di Bartolo, Presidente AMD – Associazione Medici Diabetologi. «Se alcuni pazienti possono ricevere un tipo di prestazione differente dalla visita presso gli ambulatori, quale ad esempio la televisita, è anche vero che questa modalità è difficile da realizzare con tutti, per esempio con gli anziani, che in Italia rappresentano circa il 50 per cento delle persone con diabete. È quindi necessario implementare il triage della fragilità, ovvero identificare i pazienti per cui è necessaria la visita in presenza e quelli che possono essere raggiunti da remoto, per evitare sovraffollamenti negli ambulatori, razionalizzando il percorso di accesso in base alle effettive necessità assistenziali»,
«L’impiego della telemedicina nell’assistenza alla persona con diabete dovrà comunque far parte dello standard di cura del diabete, attraverso strumenti digitali sempre più versatili e affidabili, anche per garantire la protezione dei dati personali», puntualizza il professor Francesco Giorgino, Presidente della Società Italiana di Endocrinologia. «È auspicabile che i medici e gli infermieri impegnati nella cura delle persone con diabete acquisiscano sempre più familiarità con la telemedicina, così da venire incontro alle esigenze anche di specifiche categorie di pazienti, come le donne affette da diabete in gravidanza e coloro che fanno uso di dispositivi avanzati (microinfusori di insulina, sensori della glicemia e sistemi integrati)».
«In questo momento di revisione del Sistema Sanitario, il “Manifesto dei diritti e dei doveri delle persone con diabete” è più che mai attuale e rappresenta un ottimo strumento da cui partire per verificare le aree di intervento. Per questo motivo, con l’obiettivo di adeguarlo al contesto attuale, è stato deciso di aggiungere due articoli, uno sull’inerzia clinica e l’altro sull’emergenza sanitaria. Ancora una volta i due argomenti sono stati focalizzati, sia dal punto di vista dei diritti della persona con diabete, ma anche della consapevolezza che il paziente deve assumere in relazione all’importanza del proprio impegno», ha dichiarato Stefano Nervo, Presidente Diabete Italia, organizzazione promotrice del documento già nel 2009. «Nonostante sia stato redatto oltre 10 anni fa, con alcuni aggiornamenti legati all’attualità, il Manifesto dei diritti e doveri della persona con diabete è ancora oggi uno strumento di dialogo imprescindibile con le Istituzioni, per orientare le loro azioni e stabilire delle priorità con le associazioni pazienti, quali portatrici di questi diritti», ha aggiunto la Senatrice Emanuela Baio, coordinatrice del Comitato per i diritti della persona con diabete.
Come ogni anno, la Giornata mondiale del diabete è stata dedicata a un tema specifico e quest’anno è intitolata: “Diabetes: nurses make the difference” per mettere in evidenza l’importante ruolo degli infermieri nel sostenere le persone che convivono con il diabete e fare da tramite tra il medico, il diabetico e i suoi familiari. Poiché il numero di persone con diabete continua a crescere in tutto il mondo (400 milioni, di cui 4 milioni solo in Italia) il ruolo degli infermieri e di ogni altro professionista sanitario di supporto, diventa sempre più importante nella gestione dell’impatto di questa condizione ed è quindi basilare investire nella loro istruzione e formazione. «L’infermiere in diabetologia, adeguatamente formato, si occupa di prevenzione, screening, progetta e personalizza l’intervento assistenziale sul bisogno del paziente al fine di agevolare la comprensione e l’aderenza alla terapia, la capacità di utilizzo di presidi terapeutici e di monitoraggio, il riconoscimento precoce delle complicanze, con l’obiettivo finale di garantire alla persona con diabete un’elevata qualità di vita», ha affermato Caterina Larocca, Presidente OSDI-Operatori Sanitari di Diabetologia Italiani. Per scaricare il Manifesto dei diritti e doveri della persona con diabete: https://www.diabeteitalia.it/area-download/send/9-documenti/127-manifesto-dei-diritti-e-dei-doveri
di Paola Trombetta
Al via la Campagna con sito e miniserie web
Come semplificare la vita della persona diabetica ed evitare le gravi complicanze: ci pensa la Campagna, promossa da Novo Nordisk: “Non complicarti il diabete” che si propone di mettere al centro dell’attenzione la gestione del diabete e i nuovi trattamenti che stanno cambiando il paradigma di cura e la vita dei pazienti. Tra questi semaglutide, che fa parte della classe degli analoghi del GPL-1 o agonisti del recettore del GPL-1. «Si tratta di un farmaco che si inietta sotto cute, ma non è insulina e quindi non provoca ipoglicemie», dichiara Francesco Giorgino, direttore Unità di Endocrinologia, Policlinico di Bari. «Viene anche definito “farmaco intelligente” in quanto riduce la glicemia solo quando è alta, mentre se è normale non interferisce. In più questa terapia fa dimagrire, perché agisce sull’appetito e sui centri della sazietà. Non da ultimo ha un’importante azione protettiva nei confronti di infarto, ictus e morte cardiovascolare».
Per info sulla Campagna, consultare il sito: www.noncomplicartiildiabete.it P.T.