“Donne – Storie che ispirano”: come raccontare la propria vita con un tumore

Ilaria ha affrontato con determinazione e coraggio la diagnosi di tumore al seno in un periodo molto delicato della sua vita, con un bimbo piccolo e senza marito che, dopo la diagnosi se ne era andato. Grazie all’aiuto della mamma non si è persa d’animo e ha combattuto per sconfiggere la malattia. Ed è persino riuscita ad affermarsi con successo nel mondo del lavoro. Nicoletta ha dovuto invece abbandonare il lavoro ma, grazie al suo talento, si è poi inventata una nuova attività. Anche Rossella non si è mai arresa e si è dedicata al suo sport preferito: dopo l’intervento e le cure ha ripreso il mare, attraversando il Tirreno da Sud a Nord. E Paola, dall’esperienza di malattia, ha scoperto l’importanza di aiutare altre persone e si è impegnata nel volontariato. Sono le storie di quattro donne con ambizioni e caratteri diversi, ma con un’esperienza comune: il tumore al seno metastatico. Storie in grado di ispirare altre donne nella stessa condizione a porsi traguardi ambiziosi e sollecitare la comunità a impegnarsi per aiutarle a raggiungerli.

Ilaria, Nicoletta, Rossella, Paola sono le protagoniste di “Donne – Storie che ispirano”: docu-serie in 4 episodi condotta da Paola Marella che andrà in onda domenica 22 novembre su LA7d, alle ore 18.20 e per quattro domeniche di seguito. La docu-serie è nata nell’ambito del progetto “Voltati. Guarda. Ascolta. Le donne con tumore al seno metastatico”, la campagna nazionale promossa da Pfizer con il patrocinio di Fondazione AIOM e in collaborazione con Europa Donna Italia e Susan G. Komen Italia per rompere il muro di silenzio che circonda le 37 mila donne italiane con questa malattia. Nella maggior parte dei casi si tratta di persone nel pieno della loro vita sociale, familiare e lavorativa che viene improvvisamente e profondamente sconvolta dalla comunicazione della diagnosi. Per info: www.voltatiguardaascolta.it. 
Sebbene non esista ancora una cura risolutiva per il cancro mammario metastatico, le terapie mirate di ultima generazione sono oggi in grado di bloccare o rallentare la progressione della malattia garantendo al contempo una buona qualità di vita. In questi anni “Voltati. Guarda. Ascolta.” ha raccolto le storie delle pazienti e le ha fatte conoscere attraverso il web, la radio, i canali social, il cinema e la musica. Quest’anno la campagna ha scelto un canale come la televisione per raccontare la possibilità di una vita intensa e positiva nonostante la malattia e accendere i riflettori sui bisogni sociali e sanitari delle pazienti.

Paola Marella, uno dei più apprezzati personaggi televisivi, oltre che conduttrice della docu-serie è anche testimonial di questa edizione della campagna. «Ilaria, Nicoletta, Rossella e Paola sono riuscite a portare a termine progetti di vita davvero straordinari», puntualizza Paola Marella. «Sono donne che non si sono arrese nonostante i momenti più bui come la comunicazione della diagnosi o quando la malattia è ripresa. Le loro storie ci aiutano a capire che nessuna persona è la propria malattia, che si può andare avanti, guardare oltre, pensare positivo». Ogni puntata della docu-serie ripercorre, attraverso la voce di una delle quattro pazienti, la vita prima della malattia, la diagnosi, i progetti interrotti, la decisione di sfidarsi e rimettersi in gioco nonostante la malattia, il traguardo raggiunto. Il racconto, nel “faccia a faccia” con la conduttrice, è integrato dalle testimonianze di partner e amici e da ricostruzioni che aiutano il pubblico a casa a vivere da vicino i momenti cruciali nell’esperienza della paziente.
La campagna “Voltati. Guarda. Ascolta.” nasce da un’intuizione di Pfizer che, attraverso il proprio impegno in oncologia, ha compreso l’importanza di illuminare il cono d’ombra che avvolgeva le donne con tumore al seno in fase metastatica, mentre l’attenzione era concentrata sui successi ottenuti nella cura del tumore al seno nelle fasi precoci.

«Voltati. Guarda. Ascolta. è un’iniziativa nata per superare la barriera di silenzio e di indifferenza intorno al tumore al seno metastatico, partendo dall’idea che il modo migliore fosse quello di mettere direttamente a confronto i cittadini, la stampa, le Istituzioni con le storie delle pazienti, le loro esperienze, le loro emozioni», afferma Alberto Stanzione, Direttore Oncologia di Pfizer Italia «Dopo gli importanti risultati di sensibilizzazione raggiunti con le scorse edizioni, ci siamo dati un nuovo obiettivo: andare incontro alle esigenze concrete delle donne, che oggi hanno la possibilità di convivere a lungo con la malattia, rendendo rilevanti temi quali le uguali opportunità di accesso alle migliori terapie innovative, il reinserimento nel mondo del lavoro, la definizione di percorsi terapeutici validati, l’assistenza psicologica. Abbiamo voluto rendere le pazienti testimoni in prima persona della possibilità di coltivare progetti e andare oltre la malattia, sia per incoraggiare altre pazienti a non rinunciare ai propri traguardi che per invitare la comunità (istituzioni, amministratori, cittadini) ad attivarsi e fare il massimo per sostenerle».

«Anche Europa Donna ha voluto sostenere la Campagna per aiutare queste donne ad uscire dal buio dello sconforto», aggiunge Rosanna D’Antona, Presidente di Europa Donna Italia. «Siamo al fianco di queste donne e abbiamo creato una mobilitazione corale fino alla proposta di istituire una Giornata nazionale dedicata al tumore al seno metastatico (13 ottobre), riconosciuta quest’anno dal Ministero della Salute. Insieme a questa giornata abbiamo messo a punto un manifesto dei bisogni delle donne con questo tumore: avere negli ospedali una corsia preferenziale per gli esami; avere a disposizione uno psicologo perché convivere con questa malattia è molto difficile; avere l’accesso facilitato a diverse figure specialistiche all’interno dei centri di cura; riconoscere un’indennità a queste donne in quanto malate croniche». Per questo obiettivo è indispensabile un lavoro di equipe a più voci nei centri specializzati (Breast Unit). «È essenziale unire le voci dei diversi attori che ruotano intorno a questa malattia», aggiunge Riccardo Masetti, Presidente Susan G. Komen Italia. «Non c’è tempo per dispersioni di forze: bisogna darsi precisi obiettivi, lavorare con grandi squadre che siano in grado di parlare alle istituzioni, mettendo insieme Società scientifiche, Associazioni di pazienti e affrontando un argomento così impegnativo con mezzi di grande diffusione come la televisione per far conoscere alla gente questo tumore, spesso lasciato nell’ombra».

In questo progetto si associano la componente scientifica di curare il tumore che non ha ancora molte terapie efficaci e la componente umana di attenzione alla progettualità futura di queste donne che non deve interrompersi. «I farmaci che abbiamo oggi a disposizione hanno cambiato il decorso della malattia», conferma Gaetano Lanzetta, di Fondazione AIOM, Direttore Oncologia Casa di Cura INI di Grottaferrata. «Le donne con tumore al seno metastatico ci insegnano a capire l’importanza di poter vivere questa malattia nella quotidianità della vita e nella progettualità futura. Per questo non dobbiamo ridurre la donna alla sua malattia: dobbiamo sempre ricordare che dietro ogni donna c’è una persona, una donna con i suoi sogni e i suoi progetti. Il team multidisciplinare presente nelle Breast Unit è fondamentale: la presenza insieme all’oncologo, dello psiconcologo, del fisioterapista, dell’infermiera dedicata migliora indubbiamente l’approccio, non solo nell’aderenza alla terapia, ma soprattutto sulla qualità di vita percepita dalla paziente stessa. Questo è un obiettivo importante su cui AIOM sta lavorando insieme alle Regioni, ai clinici e alle Associazioni di pazienti».

di Paola Trombetta

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