«Ho affrontato il tumore con la stessa determinazione e disciplina con cui affronto i tornei di tennis. Lo sport mi ha insegnato a concentrarmi sulla soluzione, anziché sul problema. Sono riuscita a vincere il tumore. E nel 2010 a Parigi ho festeggiato la vittoria per il torneo del Grande Slam, alzando al cielo due pugni uniti. Ho vinto questo importante traguardo, ho vinto la malattia e posso dire “Ora pOSSO”». Francesca Schiavone, la prima tennista italiana ad aver vinto il torneo del Grande Slam, unisce oggi i suoi pugni come testimonial della Campagna “Ora pOSSO”, con lo scopo di sensibilizzare le donne con tumore al seno sulla fragilità ossea, indotta dalle terapie ormonali adiuvanti e sul conseguente aumento del rischio di fratture da fragilità. La terza edizione dell’iniziativa, promossa da Amgen, Europa Donna Italia e F.I.R.M.O. vede oggi anche la collaborazione di SIOMMMS e il patrocinio di CONI, SIE, Fondazione AIOM e W4O. E prevede numerose iniziative (vedi box). Nonostante il tumore al seno sia il più diffuso tra la popolazione femminile (il 30% di tutti i casi di tumore), grazie alla diagnosi precoce e l’efficacia delle terapie, è il tumore con il maggior numero di pazienti ancora in vita a 5 anni dalla diagnosi.
«Secondo il rapporto “I numeri del cancro in Italia 2020”, si tratta di oltre 834 mila donne, con una sopravvivenza dell’87% a cinque anni», puntualizza Stefania Gori, Presidente della Fondazione AIOM (Associazione Italiana Oncologia Medica), Direttore del Dipartimento Oncologico IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria, Negrar di Valpolicella-Verona. «Nel 70-75% dei casi il tumore è positivo ai recettori dell’estrogeno o del progesterone e necessita di una terapia ormonale adiuvante: nonostante siano farmaci efficaci e salvavita, hanno come effetto collaterale l’alterazione del tessuto osseo. Occorre, quindi, impostare in parallelo un’adeguata terapia a difesa delle ossa».
Le pazienti in trattamento per un tumore al seno sono dunque impegnate su più fronti: la neoplasia, gli effetti collaterali delle cure salvavita, i contraccolpi emotivi. «Il dialogo è il primo passo per aiutare le donne a prendere coscienza di cosa significa la malattia, di come affrontarla e di come sia possibile intervenire sulla fragilità ossea, che si può prevenire e curare», sottolinea Rossana Berardi, Vice Presidente Women for Oncology, Ordinario di Oncologia all’Università Politecnica delle Marche, Direttrice Clinica Oncologica Ospedali Riuniti di Ancona. «Le terapie e i controlli hanno le loro periodicità, ma tra una visita e l’altra la paziente può avere dubbi e timori. Nel dialogo con la paziente bisogna essere chiari e nello stesso tempo rassicuranti, sottolineando che gli effetti collaterali, come appunto la fragilità ossea, possono essere affrontati e prevenuti. La fragilità dello scheletro e l’innalzamento del rischio di fratture è causato da un iper-riassorbimento osseo, provocato dalla terapia ormonale adiuvante. Contro questo tipo di fragilità, le corrette abitudini da sole purtroppo non bastano: serve anche una terapia farmacologica mirata».
«Le donne in terapia ormonale adiuvante possono andare incontro a una frattura anche in presenza di valori di densità minerale ossea non alterati», fa notare Maria Luisa Brandi, Presidente F.I.R.M.O Onlus (Fondazione Italiana Ricerca sulle Malattie dell’Osso) e specialista in Endocrinologia. «Le cure per ridurre il riassorbimento osseo possono dimezzare il rischio. Possono essere prescritti farmaci anti-riassorbitivi di sintesi chimica, da assumere per via orale, settimanalmente o mensilmente, e altri biologici. Tra questi l’anticorpo monoclonale denosumab, che si somministra con un’iniezione sottocute ogni sei mesi. È importante anche ricordare che una regolare attività fisica contribuisce a migliorare la massa ossea, oltre a ottimizzare la coordinazione e l’equilibrio, riducendo così il rischio di cadute». Se le donne già in menopausa sommano il rischio di fragilità ossea indotta dai farmaci a quello di una possibile preesistente osteoporosi, quelle in età fertile hanno un maggior rischio di fratture, perché con la scomparsa rapida degli estrogeni, la velocità di perdita di massa ossea è maggiore.
«La fragilità ossea non è determinata solo da fattori quantitativi, ma soprattutto qualitativi, a partire da un’alterazione dell’architettura del tessuto osseo», aggiunge Francesco Bertoldo, Professore di Medicina interna, Università di Verona, delegato SIOMMMS, specialista in Endocrinologia. «A prescindere dall’età della paziente e dalla massa ossea rilevata mediante MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata), tutte le donne con tumore al seno in terapia ormonale adiuvante necessitano di una terapia preventiva». Troppe pazienti con tumore al seno non sono però ancora adeguatamente informate sulla correlazione tra terapie ormonali adiuvanti e rischio di fragilità ossea e devono quindi essere rese più consapevoli del problema e delle sue soluzioni.
«Secondo un’indagine campione condotta nel 2019, il 62% delle donne in terapia ormonale adiuvante per un tumore al seno dichiarava di non aver ricevuto adeguate informazioni sul problema della fragilità ossea indotta dalle cure e tra queste una su 3 ammetteva di aver smesso di assumere i farmaci prescritti proprio per quel motivo», precisa Rosanna D’Antona Presidente di Europa Donna Italia.
«Per questo l’obiettivo della campagna “Ora pOSSO” è moltiplicare i canali per sensibilizzare e informare le donne. Il sito dedicato www.ossafragili.it/oraposso e tutte le iniziative promosse sulla pagina Facebook di Europa Donna Italia hanno un valore aggiunto in questo periodo, in cui l’emergenza Covid-19 rende complicato il rapporto con il medico».
Cosa prevede la Campagna? La campagna “Ora pOSSO, le donne con tumore al seno contro la fragilità ossea” è nata dall’ascolto diretto delle pazienti, in particolare da quelle che condividono su gruppi Facebook le loro esperienze, esigenze e suggerimenti. Grazie anche ai vissuti e alle opinioni delle pazienti dei gruppi “Cancro al seno insieme possiamo sconfiggerlo”, “Le Toste, rinascita dopo il cancro al seno”, “Tumore al seno”, “Tumore al seno, Wonder Women”, è stato possibile disegnare una campagna sulle reali esigenze di chi, trovandosi a dover lottare contro un tumore, vuole proteggere la salute delle proprie ossa. Tra le iniziative previste, la pagina Facebook @EuropaDonnaItalia, che ospiterà un programma per supportare le pazienti ad affrontare in modo efficace il colloquio con l’oncologo, suggerendo domande e quesiti che spesso ci si dimentica di chiedere. Sarà inoltre disponibile un calendario mensile per approfondire con gli specialisti tematiche legate alla fragilità ossea e al suo impatto sulla qualità della vita. Sarà anche previsto spazio per l’esercizio fisico, con il nuovo programma Training Ora pOSSO, realizzato da Progress-Lab: un percorso di attività motoria con trainer specializzati negli esercizi specifici per le donne con tumore al seno. Tutti i nuovi contenuti saranno disponibili sul sito ufficiale della campagna www.ossafragili.it/oraposso. Per sostenere la Campagna Ora pOSSO, tutte le donne possono fotografare “i pugni chiusi che si uniscono”, gesto simbolico dell’iniziativa e condividere la foto sui social con l’hashtag #oraposso.
di Paola Trombetta