La regola degli scacchi vale anche per il cuore. “Una cattiva mossa può rovinarne quaranta, ben giocate”, diceva il maestro di scacchi Al Horowitz. Lo stesso vale nella prevenzione cardiovascolare, ancora più dopo un infarto o un ictus, quando il rischio di uno scacco matto è da evitare ad ogni costo. Non è quindi casuale l’immagine di un uomo e una bambina davanti alla scacchiera, che accompagna la nuova campagna multicanale “Il cuore conta su di te – Fai la mossa giusta”, promossa da Fondazione Italiana per il Cuore e Amgen Italia e rivolta ai pazienti che hanno subìto un evento cardiovascolare acuto. Le malattie cardiovascolari hanno purtroppo molti primati. Nel nostro Paese sono le patologie più diffuse e colpiscono 5,5 milioni di persone, circa su 10; sono la prima causa di ricovero ospedaliero, con 1 milione di casi (il 14% del totale), per infarto, ictus o altre forme di ischemia; e sono la principale causa di morte, rappresentando quasi il 36% di tutti i decessi. Sempre in Italia, infine, si calcola che i costi sanitari diretti per queste patologie ammontino a circa 16 miliardi di euro, ai quali sono da aggiungere oltre 5 miliardi di costi indiretti. Ci sono dunque molte ragioni per fare la mossa giusta in materia di prevenzione. Soprattutto quella secondaria, che riguarda cioè coloro che hanno già subìto un evento cardiovascolare.
«È fondamentale che quest’ultima categoria di pazienti sia sempre sollecitata e aiutata a mantenere un livello di attenzione adeguato sui corretti stili di vita», raccomanda il professor Furio Colivicchi, presidente eletto dell’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco) e direttore del Reparto di Cardiologia dell’Ospedale San Filippo Neri di Roma. «In particolare, bisogna porre l’accento sul controllo del colesterolo LDL, che non è da considerare un fattore di rischio, ma la causa stessa della malattia, perché responsabile del meccanismo che porta all’ostruzione delle arterie e quindi all’infarto. Il controllo dei livelli di colesterolo LDL nel sangue è fondamentale, tanto per la prevenzione secondaria quanto per il successo delle terapie». E diventa un’esigenza ancora più importante in questo periodo, poiché il Covid-19 ha avuto e sta continuando ad avere ripercussioni negative sullo stato di salute dei pazienti con malattie cardiovascolari. Da uno studio della Società Italiana di Cardiologia SIC, si evidenzia una riduzione del 50% delle ospedalizzazioni per sindromi coronariche acute. Nel caso di infarto il calo ha raggiunto il -26,5%, contribuendo a un aumento significativo della mortalità, arrivata al 14%, triplicandosi rispetto al 2019. Ancora: in Piemonte, nel periodo marzo/aprile 2020, si è ridotto del 50% il numero di coronarografie e angioplastiche per pazienti con infarto miocardico acuto, mentre in Lombardia, la regione più colpita dal Covid-19, è raddoppiato il tasso di mortalità per infarto tra questo tipo di pazienti. Tra i tanti controlli mancati, da segnalare quello sui valori di colesterolo LDL, causa di malattia cardiovascolare aterosclerotica.
«Si tratta di un’emergenza nell’emergenza e per questo riteniamo che la campagna, promossa in collaborazione con Amgen, abbia in questo periodo ancora più valore», commenta Emanuela Folco, presidente della Fondazione Italiana per il Cuore. «Dopo le cure ospedaliere, è fondamentale che il paziente sia consapevole della sua condizione mutata, deve inoltre sapere che una volta a casa dovrà convivere con una malattia cronica che richiede terapie continuative e in alcuni casi limitazioni rispetto allo stile di vita passato. Lanciando il messaggio “Il cuore conta su di te” la nostra associazione si propone di sostenere questo percorso di accettazione, aiutando il paziente a fare la “mossa giusta” in termini di prevenzione secondaria dopo un importante problema cardiovascolare, soprattutto per quanto riguarda l’ipercolesterolemia».
Mantenere i valori di colesterolo LDL entro limiti di sicurezza è uno dei primi obiettivi dell’attività di prevenzione secondaria, ma non è il più semplice. «Paradossalmente, il principale problema da affrontare è proprio la bassa aderenza alla terapia, soprattutto da parte dei soggetti ad alto rischio, che hanno già avuto un infarto, un ictus o un’altra problematica ischemica», osserva Pasquale Perrone Filardi, Ordinario di Cardiologia all’Università Federico II di Napoli e Presidente eletto della SIC (Società Italiana di Cardiologia). «Per i pazienti a rischio non seguire la cura contro l’ipercolesterolemia è sempre una “mossa sbagliata”, aggravata dal fatto che le opportunità terapeutiche sono oggi potenziate da nuove classi di farmaci, tra cui spiccano gli inibitori della PCSK9, che hanno dimostrato di avere un’ottima efficacia nel ridurre i livelli di colesterolo LDL (arrivando anche oltre il 50%) e un eccellente profilo di tollerabilità e sicurezza».
Oltre all’utilizzo di farmaci appropriati, non si può prescindere da un maggiore coinvolgimento dei pazienti, «che vanno informati su quanto una terapia efficace abbia risvolti positivi sulla loro qualità di vita e allontani il rischio di incorrere in un successivo evento cardiovascolare», afferma il professor Giovanni Esposito, presidente eletto GISE (Società Italiana di Cardiologia Interventistica) e direttore di Cardiologia, Emodinamica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli. «Poiché l’emergenza Covid sta ostacolando quest’attività all’interno delle strutture, diventa importante non solo seguire a distanza i soggetti in terapia con il teleconsulto, ma anche attivare quanti più canali alternativi per continuare a sensibilizzarli». Proprio come avviene sulla scacchiera del sito www.ilcuorecontasudite.it, dove le persone con rischio cardiovascolare, e anche i loro caregiver, possono apprendere, mossa dopo mossa, le buone abitudini per tenere sotto controllo il colesterolo, verificare con un test la validità dei comportamenti e approfondire la conoscenza delle terapie.
«Come azienda impegnata nella ricerca di cure di ultima generazione per il trattamento delle patologie cardiovascolari, sappiamo come la terapia da sola non sia sufficiente, ma sia fondamentale rendere il paziente consapevole della sua nuova condizione», conclude Maria Luce Vegna, Direttore Medico di Amgen Italia. Una consapevolezza che si deve tradurre in uno stile di vita sano, nella conoscenza dei sintomi e dei fattori di rischio, come il colesterolo, che devono essere tenuti sotto controllo, soprattutto in chi ha avuto un infarto. Mettere il paziente e i suoi bisogni al centro del nostro agire è la “mossa vincente” per dare scacco matto alle malattie cardiovascolari».
Maggiori informazioni sulla Campagna si possono trovare su www.ilcuorecontasudite.it, sulla pagina FB di Fondazione Italiana per il Cuore e sulla pagina Linkedin Amgen Italy.
di Paola Trombetta