Valutare l’impatto della pandemia sui soggetti con fragilità ossea; rilevare nel tempo il fenomeno delle fratture da fragilità nelle diverse realtà regionali; sviluppare studi nazionali e regionali per registrare l’andamento di queste fratture; raccogliere, analizzare, diffondere le informazioni; comunicare i dati raccolti e le azioni sviluppate, rendendosi disponibili con la politica nazionale, regionale e con i decisori per sviluppare studi nell’ambito delle fragilità ossee; creare un continuo interfaccia con pazienti, associazioni, clinici. Sono gli obiettivi dell’Osservatorio Fratture da Fragilità, avviato in queste prime settimane dell’anno, promosso dal Senatore Antonio Tomassini, dell’Associazione di Iniziativa Parlamentare per la Salute e la Prevenzione, dalla Professoressa Maria Luisa Brandi, Presidente Fondazione FIRMO per le Malattie delle Ossa e dal Professor Francesco Falez, Past President della Società italiana di Ortopedia e Traumatologia.
«Le fratture da fragilità ossea sono un’emergenza nazionale, che presenta numeri importanti e preoccupanti», sottolinea il senatore Antonio Tomassini. «Negli anni sono state realizzate alcune iniziative che hanno richiamato l’attenzione sul problema da parte della politica sanitaria, ma si sentiva la mancanza di un Osservatorio, che prendesse in carico la responsabilità di raccogliere dati concreti e in modo continuativo. Oggi viene presentato proprio questo soggetto indipendente che assume il compito di osservare, rilevare e dimensionare la tematica delle fratture da fragilità, nell’ambito nazionale e regionale». L’avvio dell’Osservatorio è stato commentato anche dal Viceministro alla Salute PierPaolo Sileri: «Proprio nei giorni in cui i dati del censimento permanente ISTAT confermano l’Italia come un Paese sempre più vecchio, sempre più alta deve essere l’attenzione verso le fasce over-65 e le loro necessità di salute. Fra queste, l’adeguata prevenzione e cura dell’osteoporosi, la diagnosi tempestiva di fragilità ossea e la corretta presa in carico, la promozione di adeguati stili di vita per un invecchiamento attivo. Avere un punto di osservazione privilegiato a livello territoriale per evidenziare la reale portata della problematica, dialogare con i pazienti e soprattutto far emergere i loro bisogni di salute potrà essere di supporto per il mondo scientifico e politico».
«I dati in nostro possesso sono preoccupanti: si stimano 560 mila fratture nella popolazione ultrasessantacinquenne ogni anno in Italia», puntualizza la Professoressa Maria Luisa Brandi (Presidente Fondazione FIRMO per le Malattie delle Ossa). «Di queste noi trattiamo farmacologicamente una percentuale che va dal 20 al 30%. Dei soggetti in trattamento, il 50% sospende la terapia dopo 6 mesi. Il clinico sa che i farmaci anti-fratturativi sono in grado di prevenire la seconda frattura fino al 70% nella popolazione in oggetto. Si prevede dunque un aumento numerico di fratture da fragilità del 25% da oggi al 2030».
«L’incremento delle fratture da fragilità, che si evidenzia nel quadro clinico dell’osteoporosi, ha reso necessario istituire uno strumento che permette, non solo di monitorare l’andamento evolutivo di una condizione che coinvolge la popolazione mondiale, ma anche di creare modelli di studio e analisi, con l’ambizione di avviare un Osservatorio in grado di rappresentare un punto di incontro e confronto tra realtà cliniche assistenziali e quelle politiche, troppo spesso disgiunte tra loro», sottolinea il professor Francesco Falez (Past President della Società italiana di Ortopedia e Traumatologia-SIOT). «L’Osservatorio che nasce oggi si pone l’ambizioso obiettivo di rappresentare uno strumento a cui le istituzioni possano far riferimento per attingere dati certi e progettualità concrete nella lotta contro l’osteoporosi».
«Negli ultimi due anni il progetto FRAME ha avviato una grande attenzione sul tema della fragilità ossea», aggiunge Maria Luisa Brandi. «Ha infatti definito un Manifesto sociale sulle fratture da fragilità, ha contribuito alla nascita dell’Intergruppo parlamentare sull’argomento, ha innescato il processo di Linee guida su fratture da fragilità in collaborazione con l’ISS, ha promosso la nascita di PDTA regionali dedicati alla fragilità ossea. In questa epoca di pandemia da COVID 19 i pazienti fragili non sono stati più visitati, non sono stati operati, non sono stati curati farmacologicamente e questo ha contribuito a incrementarne il numero. Tutte queste considerazioni ci hanno guidato all’identificazione dei primi progetti che l’Osservatorio intende avviare nel 2021. La Definizione di un “modello epidemiologico regionale” per valutare l’incidenza di rifratture di femore in pazienti con fratture femorali oltre i 65 anni; la Valutazione delle conseguenze della pandemia COVID19 su mortalità dei pazienti fratturati di femore (o altre fratture da fragilità) e rifratture; l’Analisi di impatto della pandemia COVID.19 sull’uso e aderenza ai farmaci anti-fratturativi in gruppi di pazienti con frattura primaria. Così facendo si spera di poter avere un quadro realistico dell’incidenza di fratture e rifratture nella popolazione, dati che oggi vengono spesso sottostimati».
di Paola Trombetta