In estate l’organismo “si infiamma” e non solo sotto il sole. Scarsa prevenzione, disattenzioni nei comportamenti e stile di vita irregolare, stress e perfino l’ambiente possono impattare anche su muscoli e stomaco con una reazione comune: il surriscaldamento generale, dunque l’infiammazione, tanto della pelle quanto degli organi interni. «Le infiammazioni – spiega Ovidio Brignoli, Vicepresidente SIMG (Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie) – sono dei processi riparativi, e dunque positivi, che l’organismo mette in moto quando riceve un insulto, i cosiddetti noxa, producendo energia e di conseguenza calore». Invece, secondo un’indagine condotta online da Human Highway per Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione) fra “navigatori” di età tra 24 e più di 55, nel 95% dei casi il «calore» viene associato prevalentemente a qualcosa di negativo: fa pensare prima di tutto alla febbre, ma anche ai disturbi tipici dell’estate, a causa delle elevate temperature, e solo nel 5% viene ricondotto a pensieri e immagini positivi e di sollievo. «In estate– precisa Carolina Carosio, farmacista e Presidente Nazionale Giovani Farmacisti Fenagifar – le infiammazioni tipiche sono legate al caldo della bella stagione, ad esempio possono far insorgere disturbi come crampi e infiammazioni muscolari, che si manifestano spesso prima di coricarsi, a seguito di una diminuzione dei sali minerali dovuta al caldo, o a stati di spossatezza, che possono essere “riparati” con integratori a base di magnesio e potassio, benefici contro la spossatezza e la funzione muscolare, unitamente a integratori che contengo selenio, zinco e vitamina E, utili nella protezione delle cellule da stress ossidativo. Talvolta questi disturbi possono essere accompagnati anche da problemi gastrici, associabili al cambio di stagione, a situazioni di stress, quest’anno acuite dalla pandemia e riferibili a un mix di fattori biologici e psicologici. Con il caldo atmosferico, poi, aumentano gli insetti e quindi il rischio di punture o arrossamenti, soprattutto se si trascorre più tempo all’aria aperta, mentre la maggior esposizione al sole può indurre scottature». Come fare prevenzione per evitare che disturbi infiammatori, soprattutto legati al sole, possano rovinare la vacanza? «Si può ricorrere a farmaci di automedicazione – chiarisce Brignoli – o a rimedi tradizionali (come il ghiaccio per le cadute), per infiammazioni comuni quali occhi arrossati per la congiuntivite, piccole ustioni o lesioni, nel caso di contusione o di una infiammazione dopo una caduta che porta a un livido e un po’ di tumefazione, o per sintomi generali quali febbre e torpore. Invece in caso di febbre alta che persiste nel tempo o caratterizzata da picchi, associata a un aumento del battito cardiaco o sensazione di malessere e difficoltà a respirare, è necessario rivolgersi al medico per una diagnosi e terapia più approfondita».
Proprio i farmaci di automedicazione, secondo i dati dell’indagine, sono i più diffusi, utilizzati dal 55% degli italiani, in caso di problemi infiammatori, contro oltre il 31% che attende che il disturbo passi da solo e quasi il 21% che ricorre a rimedi casalinghi. Inoltre, circa il 42% del campione, soprattutto donne e persone mature, dichiara di gestire gran parte delle problematiche infiammatorie grazie al consiglio del farmacista, e il 40% grazie all’esperienza personale: il medico di base rimane il riferimento nel 38% dei casi, preferito soprattutto dagli uomini. «In caso di piccoli problemi infiammatori, specialmente durante l’estate – aggiunge Carosio – è fondamentale fare attenzione al tipo di rimedio che viene utilizzato. Ad esempio, prima di andare al mare o esporsi a fonti di calore, è bene evitare l’applicazione di creme a uso topico su base antiinfiammatoria, quali il ketoprofene, molto fotosensibilizzante e che può provocare la comparsa di chiazze sulla pelle o di eruzioni cutanee, ovvero con manifestazioni simili a un’intensa scottatura, localizzata se l’uso del farmaco è topico, diffusa se sistemico. In generale va evitata l’assunzione di farmaci come alcuni antibiotici, anticoncezionali, antidepressivi, antinfiammatori FANS, diuretici, antistaminici, cortisonici. È dunque fondamentale adattare l’applicazione di creme e l’assunzione di farmaci per bocca ai nuovi cambi di abitudine della stagione estiva, mettendosi ad esempio la crema prima di coricarsi invece che nelle ore più calde, comunque seguendo le corrette modalità d’uso del foglietto illustrativo. In caso di infiammazioni da trauma, che possono portare a contusioni o dolori da botta, evitare in estate l’applicazione di prodotti che producono calore, preferendo l’arnica a freddo. Se si soffre di disturbi quali bruciore di stomaco e di reflusso, a causa del cambio di stagione o di stress, sono indicati farmaci antiacidi per la protezione e la regolazione della secrezione acida dello stomaco. Per quanto riguarda l’esposizione solare, se moderata è utile per la produzione della vitamina D, un importante immuno-modulatore che favorisce il passaggio di calcio alle ossa, di cui beneficiano tutti, specialmente i soggetti artrosici, ma è sconsigliata se prolungata e senza protezione, specie per i pazienti oncologici in corso di terapia, così come bambini e anziani, che possono soffrire di colpi di calore».
Allora cosa non può mancare nel kit antinfiammatorio di automedicazione questa estate? «Una crema e cerotti anti-infiammatori, del ghiaccio secco per infiammazioni di tipo traumatico, così come disinfettanti, garze o cerotti in caso di tagli o escoriazioni. Contro le infiammazioni dovute a punture di insetto – suggerisce Carosio – è bene ricorrere a repellenti e l’adozione di buone abitudini, come arieggiare spesso i locali. Infine, per quanto riguarda le scottature solari, la cura migliore è la prevenzione, che parte dall’applicazione di un’adeguata protezione solare, evitando un’esposizione nelle ore centrali della giornata, coprendo il capo, soprattutto ai bambini, e assicurandosi un’idratazione continua. Quando si esce dal mare, risciacquare il capo e il corpo con acqua dolce, poiché il sale presente nell’acqua può favorire lacerazioni della pelle, riapplicando la crema solare, anche se resistente all’acqua. E, naturalmente, evitare farmaci che possono causare fotosensibilizzazione».
di Francesca Morelli
Vivere insieme alle MICI si può: la Campagna Educazionale di IG-IBD
Sono circa 250 mila gli italiani affetti da MICI (Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali) quali il Morbo di di Crohn e la Colite ulcerosa. È convinzione comune che queste problematiche, più tipiche dell’età giovanile con un esordio tra i 15 e i 30 anni e circa 20% anche in età pediatrica, “infrangano” i sogni e la normale quotidianità della vita, soprattutto per la donna costringendola, ad esempio, a rinunciare alla carriera, alla vita di coppia, ai figli a causa delle implicazioni della malattia stessa. “Insieme si può”, una campagna di informazione e sensibilizzazione, promossa da IG-IBD (Italian Group for the Inflammatory Bowel Disease), tranquillizza. Al centro della campagna educazionale, uno spot di pochi minuti che sarà trasmesso su Sky dall’11 al 25 luglio, girato dal regista Paolo Genovese con protagonista l’attrice Matilde Gioli, che diffonde un messaggio incoraggiante: le donne affette da MICI possono diventare madri, viaggiare, mangiare e soprattutto sognare. «La nuova campagna di sensibilizzazione, focalizzata sulla salute della donna – dichiara Marco Daperno, Segretario generale IG-IBD – si sviluppa su un duplice binario. Da una parte, lo spot che lancia un messaggio di inclusività e di promozione della figura femminile. Dall’altra, la presentazione e informazione sull’impatto delle malattie infiammatorie croniche dell’intestino nelle varie età della donna: dallo sviluppo, all’età feconda, fino alla gravidanza, all’allattamento, al puerperio, alla menopausa e all’invecchiamento. Contenuti che verranno sviluppati con la collaborazione e il coordinamento di altri specialisti, quali ostetrici e ginecologi e le rispettive società scientifiche». «Le azioni che vorremmo portare avanti come società scientifica – aggiunge Alessandro Armuzzi, Responsabile Comitato Educazionale IG-IBD – si sviluppano in molteplici direzioni: anzitutto la stesura di un documento di consensus che affronta tutte le fasi della donna affetta da malattia di Crohn o Colite Ulcerosa, al fine di divulgare il più possibile delle raccomandazioni per la comunità scientifica che possano uniformare i trattamenti. Infatti, se gestite e curate con le moderne terapie, le donne affette da MICI possono comunque realizzare tutti i loro sogni professionali e personali». F.M.