Troppo sole senza protezione, soprattutto per chi va in barca o pratica sport all’aperto durante l’estate, ma anche per chi va a sciare in inverno, potrebbe predisporre la pelle a una patologia come la cheratosi attinica che, se non viene adeguatamente curata, rischia di degenerare in un carcinoma squamocellulare, addirittura più aggressivo e grave del melanoma, ma meno conosciuto. Sono circa 400 mila gli uomini e le donne che nel nostro Paese sono colpiti da cheratosi attinica: si presenta con macchie rossastre, ruvide al tatto, soprattutto sul viso, le braccia e le gambe. Negli uomini calvi un punto molto vulnerabile è la testa, perché difficilmente viene protetta con creme solari. Da oggi è a disposizione una nuova cura, da poco approvata dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA): si chiama 5-Fluorouracile 4% ed è un trattamento topico in grado di agire sulle lesioni cutanee, neoplastiche e preneoplastiche. Al tempo stesso ha dimostrato di poter esercitare un’azione selettiva sulla malattia senza determinare alterazioni significative della cute sana.
«La cheratosi attinica è una malattia pre-cancerosa che merita un’attenta considerazione e non può essere sottovalutata», sottolinea la professoressa Ketty Peris, Presidente Nazionale della SIDeMaST (Società Italiana di Dermatologia Medica, Chirurgica, Estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse), che a metà ottobre organizza l’annuale congresso, in versione digitale. «Si manifesta dopo i 40 anni con macchie rosa, rosse o marroni, che nel tempo possono ispessirsi e diventare dure, ruvide e molto aderenti alla pelle. Le dimensioni possono variare da pochi millimetri fino ad alcuni centimetri e il 45% dei pazienti presenta almeno sei o più lesioni sulla pelle. Le zone più colpite del nostro corpo sono quelle maggiormente esposte al sole quali il viso, le orecchie, il cuoio capelluto e il dorso delle mani. L’esposizione al sole gioca un ruolo chiave nella cheratosi attinica. Sto seguendo da trent’anni due gemelle, con capelli rossi e carnagione molto chiara e una sola è colpita da questa malattia, in quanto ha abitudini di vita che la espongono molto al sole. Se le cheratosi attiniche non vengono trattate, possono, fino al 16% dei casi, evolvere in un carcinoma squamo cellulare. Quest’ultimo rappresenta da solo il 25% di tutte le forme di cancro che possono interessare la nostra pelle e ha un alto rischio di sviluppare metastasi. Diventa così fondamentale poter utilizzare un trattamento in grado di agire non solo sulla patologia già presente, ma anche sullo sviluppo di nuove lesioni».
«Per questo è importante ricorrere precocemente alla cura. La nuova terapia 5-Fluorouracile 4% è una crema che deve essere applicata, negli adulti, una volta al giorno per almeno quattro settimane», prosegue il professor Piergiacomo Calzavara Pinton, Direttore Unità Operativa Dermatologia AST Spedali Civili e Clinica Dermatologica Università di Brescia. «Ha dimostrato un tasso di guarigione del 100% nel 54% dei pazienti e del 75% nell’80% dei casi. Inoltre il 45% dei pazienti risulta, dopo 12 mesi, ancora libero da recidive. Il principio attivo è il fluorouracile, un agente citostatico che previene la formazione degli acidi nucleici, determinando così un’inibizione della crescita cellulare. È semplice da applicare, presenta un basso assorbimento sistemico e dopo l’applicazione cutanea ha dimostrato una grande tollerabilità. Tutto ciò favorisce l’aderenza terapeutica che, anche in dermatologia, è fondamentale soprattutto quando riguarda patologie che colpiscono le persone non più giovanissime. Solo un malato su dieci ha, infatti, interrotto la cura in seguito alla comparsa di eventi avversi. Si tratta di un tasso di abbandono più basso rispetto a quello registrato per altri trattamenti topici utilizzati contro la stessa patologia».
La cheratosi attinica è una delle lesioni dermatologiche più diffuse e frequenti in Italia, così come in molti altri Paesi occidentali. Si calcola che un terzo degli over 70 presenti almeno una lesione da cheratosi. Il 27% dei pazienti dermatologici ambulatoriali italiani è invece colpito dalla malattia vera e propria. «Vi è spesso la tendenza a non considerarla come un grave problema di salute», prosegue il professor Giuseppe Argenziano, ordinario e direttore della clinica Dermatologica dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” di Napoli. «In realtà è a tutti gli effetti un tumore nelle sue primissime fasi iniziali, che però non sempre degenera in un carcinoma invasivo. Bisogna tuttavia contrastare lo sviluppo delle lesioni prima che la situazione possa peggiorare. Da qui l’esigenza di avere trattamenti che agiscano in modo tempestivo. Molto importante è anche la prevenzione primaria della patologia, che passa da un’esposizione corretta ai raggi solari, soprattutto per alcune categorie di persone. Risultano più esposti al rischio d’insorgenza gli uomini e le donne con capelli biondi o gli occhi chiari, nonché alcune particolari categorie di lavoratori o sportivi. Esistono infine altri fattori di rischio, tra cui alcune patologie infiammatorie croniche o condizioni di immunodepressione che possono favorire lo sviluppo di cheratosi attiniche». «Senza dubbio però il sole rimane il principale responsabile dell’insorgenza delle cheratosi attiniche», conclude la professoressa Peris. «Come dermatologi consigliamo di proteggersi sempre, con creme e indumenti adeguati, quando ci si espone al sole. È una regola che vale per tutto l’anno, anche in queste ultime settimane d’estate. Bisogna poi evitare il ricorso a lettini e lampade abbronzati che sono molto pericolosi per la salute della nostra pelle, in quanto incrementano il rischio di altri tumori cutanei, compreso il melanoma».
di Paola Trombetta