Arrivati alla stazione della menopausa, occorre cambiare treno. Quest’epoca della vita della donna è infatti un cambio, un “passaggio di stato” che segna la fine di un periodo, quello fertile, e l’inizio di un altro: è una fase di grandi cambiamenti che per molte donne può rappresentare un momento stressante dal punto di vista fisico ed emotivo, contraddistinto da sintomi di varia intensità, come vampate di calore, disturbi del sonno, cambiamenti di umore a fastidi vaginali.
In occasione della Giornata Mondiale della menopausa (18 ottobre), è stata presentata una nuova Terapia Ormonale Sostitutiva (TOS), che arriverà presto in Italia, basata sulla combinazione di due ormoni naturali (17 beta estradiolo e progesterone micronizzato) che hanno una struttura chimica identica a quella degli ormoni prodotti fisiologicamente dal corpo della donna. «Si tratta quindi di una terapia che consente alla donna di non interrompere la produzione degli ormoni, ma di proseguire in modo del tutto naturale», puntualizza la professoressa Rossella Nappi, Responsabile del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia – Procreazione Medicalmente Assistita, Endocrinologia Ginecologica e della Menopausa, IRCCS Fondazione Policlinico S. Matteo, Università degli Studi di Pavia e Segretario Generale della Società Internazionale della Menopausa. «Il problema della menopausa deve essere contestualizzato all’interno di un concetto più ampio, di “longevità attiva”. Con l’aumento della prospettiva di vita, infatti, le donne trascorrono circa un terzo della loro esistenza in menopausa, un periodo in cui ricoprono ruoli ancora attivi nel contesto lavorativo, sociale e in famiglia. È quindi fondamentale considerare la menopausa come un momento di passaggio da una fase di vita a un’altra e la sua gestione deve essere parte di una progettualità di salute che aggiunge non solo “quantità”, ma soprattutto “qualità” agli anni».
«In menopausa, cessa la produzione degli ormoni da parte dell’ovaio e questo induce nella donna una serie di disturbi e accentua e velocizza il processo di invecchiamento», dichiara il professor Angelo Cagnacci, Direttore Istituto di Clinico Ostetrica e Ginecologica IRCCS – Ospedale San Martino di Genova, Dipartimento di Scienze Materno Infantili, Università di Genova e Presidente della Società Italiana per la Menopausa. «I disturbi sono principalmente le vampate di calore, i disturbi del sonno, le alterazioni del tono dell’umore, la perdita di memoria, ma anche disturbi vaginali. L’accentuazione dei processi di invecchiamento è correlata a un aumentato rischio di aterosclerosi, perdita di massa ossea, degenerazione cerebrale che possono provocare, nel lungo periodo, malattie cardiovascolari, fratture osteoporotiche, rischio di demenza. Più una donna ha sintomi e maggiore è la probabilità che queste patologie si presenteranno più frequentemente con l’invecchiamento».
Otto donne su 10 soffrono di vampate di calore, che creano un forte disagio quando diventano molto intense e frequenti, mentre circa il 50% lamenta sudorazione notturna associata a continui risvegli. Il sonno disturbato è un problema che affligge fino al 60% delle donne, con effetti negativi nel quotidiano, sulla produttività lavorativa e sulla qualità di vita generale.
La Terapia Ormonale Sostitutiva rappresenta sicuramente un valido aiuto per contrastare in modo efficace i sintomi e consentire alla donna di vivere appieno questa delicata fase di transizione. Grazie ai progressi della scienza medica sono disponibili diversi dosaggi per offrire cure sempre più personalizzate, come questa nuova combinazione di ormoni naturali, il 17 beta estradiolo e il progesterone micronizzato: presentano una struttura chimica identica a quella degli ormoni prodotti fisiologicamente dal corpo femminile. Si tratta quindi di un prodotto che viene incontro alle esigenze anche delle donne più reticenti e timorose nell’utilizzo di farmaci a base di ormoni. I risultati di uno studio clinico di fase III hanno dimostrato una riduzione significativa della frequenza e della gravità dei sintomi vasomotori e dei disturbi del sonno. Inoltre, dopo 3 mesi di terapia, l’82% delle pazienti ritiene che la sua condizione sia molto o estremamente migliorata. A questi risultati di efficacia, si associa anche un buon profilo di sicurezza, in quanto il progesterone micronizzato non aumenta il rischio di carcinoma mammario e di tromboembolismo venoso. Questa combinazione, come altre terapie ormonali, sono però sconsigliate alle donne che hanno avuto un tumore ormono-dipendente e a chi ha avuto una trombosi o un evento ischemico.
di Paola Trombetta