«Mi chiamo Valeria e la mia storia inizia nel 1999, l’anno in cui mi è stata diagnosticata la malattia: leucemia mieloide acuta. Fu un periodo durissimo non solo per me ma anche per la mia famiglia. A soli undici anni ho dovuto combattere con tutte le mie forze per sconfiggere questo male e ce l’ho fatta, grazie all’aiuto della mia famiglia, dei donatori di sangue, dei dottori, del mio fratellone Fabrizio (Fabrizio Frizzi, che le salvò la vita donandole nel 2000 il suo midollo osseo, link: https://www.donnainsalute.it/2018/04/mi-salvato-la-vita-donandomi-suo-midollo/) e infine grazie alla fede, che non mi ha mai abbandonata. Gli anni passavano, i controlli del sangue e del midollo osseo procedevano al meglio. Io svolgevo una vita “normale”, attiva, sempre in giro per il mondo. Nel 2007 mi sono diplomata e sono riuscita ad entrare subito nel mondo del lavoro. Nel luglio 2011 sono stata assunta come impiegata in banca. Ero entusiasta della mia professione in banca, seguivo parecchi corsi di aggiornamento per poter essere sempre più efficiente. Dopo qualche mese ho chiesto e ottenuto il trasferimento per essere più vicina casa. E tutto sembrava filare liscio…».
Finché a maggio 2013 il mondo le crolla di nuovo addosso, con la diagnosi di un altro tipo di leucemia, questa volta “linfoblastica acuta” per la quale verrà sottoposta a un altro trapianto di midollo. Il calvario della sua malattia viene raccontato nel libro “La forza della vita”, scritto da Valeria Favorito, che già il nostro portale aveva intervistato nel 2018, in occasione della morte di Fabrizio Frizzi che, come detto, aveva donato a lei il suo midollo osseo nel 2000. Una circostanza che Valeria era riuscita a ricostruire grazie a una serie di coincidenze fortuite, tra cui la trasmissione “Per tutta la vita” dove Romina Power aveva reso noto che proprio il 21 maggio 2000 Fabrizio Frizzi aveva fatto la donazione del suo midollo a una giovane che proprio il giorno successivo lo ricevette. Il rapporto tra Valeria e Fabrizio è poi diventato di pubblico dominio, tanto che lo aveva incontrato in diverse occasioni pubbliche e invitato addirittura come testimone al suo matrimonio. Ma purtroppo Fabrizio viene a mancare un mese prima per un’improvvisa emorragia cerebrale, causata forse dal tumore al polmone di cui soffriva da tempo. «È stato il giorno più brutto della mia vita», ricorda Valeria, con infinita nostalgia. «Era morta proprio la persona che mi aveva ridato la vita, con il trapianto del suo midollo. Ricordo tutte le peripezie che avevo affrontato per poterlo incontrare, al termine della “Partita del cuore” che aveva giocato nel 2006 qui a Verona, la città dove abito. È stato il momento più bello della mia vita! E da allora ci siamo sempre tenuti in contatto con e-mail e lettere. E quando andavo a Roma, non mancavo di incontrarlo, fino a un mese prima della sua morte, avvenuta il 26 marzo 2018. Ero andata con il mio fidanzato Federico a Roma apposta per consegnare personalmente la partecipazione di nozze a Fabrizio e lo avevo invitato a fare il mio testimone. Ricordo di averlo trovato molto sofferente e mi aveva risposto sul vago, dicendo che avrebbe fatto di tutto per venire, ma non era sicuro di potercela fare. Probabilmente, intuiva già che la sua fine sarebbe stata imminente, ma non mi aveva detto nulla per non crearmi preoccupazione. E il giorno del mio matrimonio, il 1° settembre 2018, la sua sedia, accanto a quella dell’altra testimone, la mia cara sorella Fabiola, che mi ha sempre supportato in questi anni di malattia, è rimasta vuota con un cuore di fiori: il suo posto era insostituibile! Fisicamente Fabrizio non era lì con noi, ma sono certa che in un altro modo, in un’altra forma, lui era lì a guardarmi e a partecipare alla mia gioia».
Nel libro Valeria racconta nel dettaglio questo forte legame di amicizia con Fabrizio che considera addirittura “il fratellone”. E tante foto pubblicate testimoniano questa loro grande intesa.
«Il secondo donatore, di cui so soltanto che è un uomo di 41 anni, non ho avuto modo di poterlo conoscere per motivi legati alla privacy. Gli ho scritto in forma anonima una lettera di ringraziamento. E in occasione del Natale 2019 ho ricevuta la sua risposta. Sarò sempre grata anche a lui per questo gesto generoso che mi ha permesso di continuare a vivere, pur tra mille difficoltà e sofferenze, soprattutto legate a diversi cicli di chemioterapia a cui ho dovuto sottopormi tra un trapianto e l’altro. Ma ho sempre cercato di reagire, spronata soprattutto dal mio caro papà e da mia sorella, a cui devo la forza e il coraggio di superare i momenti più difficili. “Valeria, mi dice sempre mio papà nei momenti più bui: hai lottato tanto per arrivare fin qui, hai superato momenti terribili e ora non puoi mollare!”. Del resto come scrisse Napoleone Bonaparte: “Chi si abbandona al dolore, senza resistere, o si uccide per evitarlo, abbandona il campo di battaglia prima di vincere”. E, nel mio piccolo, cerco di fare mie queste parole. Sto facendo di tutto per vivere al meglio, nonostante questa spada di Damocle sulla testa! La mia famiglia, la fede, l’amore di mio marito Federico sono i pilastri saldi della mia vita. Sono stata ricevuta dal Papa Francesco a Casa Santa Marta, perché non ero in grado di recarmi in Piazza San Pietro per l’udienza generale. Quando stavo meglio, ho fatto un pellegrinaggio a Medjugorje: ho pregato tanto, non solo per me, ma per tutte le persone che stanno soffrendo per una malattia. Bisogna non solo reagire alle disgrazie, ma aiutare anche gli altri ad affrontarle. La generosità è un sentimento che appaga e ti fa stare bene. E sarò sempre grata ai miei due “fratelloni”, uno in cielo e l’altro sulla terra che, attraverso la donazione del midollo, mi hanno permesso di continuare a vivere».
E la generosità di queste persone è stata ampiamente riconosciuta e ricambiata da Valeria che, proprio in occasione delle imminenti Festività natalizie, ha voluto completare le donazioni, già fatte in precedenza, dei proventi della vendita dei suoi libri, per un importo che supera 60 mila euro, che ha voluto donare al Centro trapianti del Policlinico “Borgo Roma” di Verona. Qui Valeria è stata curata e attualmente è ancora sotto il controllo costante del dottor Fabio Benedetti che l’ha seguita fin dal primo trapianto e la segue tuttora. Ha definito Valeria “Una dolce leonessa”, per il suo coraggio di affrontare la malattia, il suo libro come la “celebrazione della vita e della gioia di vivere”, e il suo gesto come un atto di estrema generosità per aiutare quanti stanno percorrendo il suo stesso calvario. Un gesto davvero encomiabile che ha fatto pervenire a Valeria centinaia di lettere di ringraziamento e di apprezzamento a cui il nostro giornale si associa, scrivendo questo breve articolo per far conoscere una ragazza davvero coraggiosa, che è un esempio per tutti noi!
di Paola Trombetta
Una “guida” per accompagnare i pazienti durante e dopo un trapianto di midollo
Il percorso relativo al trapianto di cellule staminali ematopoietiche da donatore è come un viaggio, che inizia con il salto nel vuoto di una malattia severa e potenzialmente incurabile. Un viaggio che non si compie da soli perché il paziente viene accompagnato per mano da medici, infermieri, altri professionisti e dai familiari. Il percorso del trapianto è spesso complesso e denso di incertezze, complicazioni, fatica, tanto che prima di vederne il risultato, per molti l’alba del ritorno alla vita, bisogna attendere almeno 100 giorni. Un viaggio che i pazienti, insieme ai loro sanitari, devono preparare nei minimi dettagli, per consentire quella sinergia che porta alla piena consapevolezza di ogni passaggio, di ogni possibile deviazione. L’informazione e l’educazione dei pazienti e dei famigliari diventa fondamentale in questo, affinché nulla in seguito diventi una sorpresa. Ed è per questi “viaggiatori della vita” che MSD Italia e GITMO (Gruppo Italiano per il Trapianto di Midollo Osseo) hanno realizzato una “guida” che li accompagni in questa esperienza. Il sito www.100giorniallalba.it, promosso da MSD Italia con la supervisione scientifica di GITMO, nasce proprio per informare, sostenere ed accompagnare i pazienti che si sottopongono al trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche dalle fasi preparatorie pre-trapianto fino ai 100 giorni, e oltre. Un progetto che nei prossimi mesi si continuerà ad ampliare con approfondimenti dei singoli temi, guide ai Centri ed uno spazio dove riportare contenuti forniti dai pazienti. P.T.