«Ci siamo svegliati alle 5 del mattino sotto i bombardamenti e abbiamo capito che era iniziata la guerra!». Così ricorda, ancora con terrore in un video registrato, Natalia Onipko, presidente dell’Associazione Zaporuka che gestisce vicino a Kiev la Casa di Accoglienza “Dacha del sorriso” per la cura e l’assistenza dei bambini oncologici e delle loro famiglie. Un’iniziativa che rientra nel Programma Internazionale per l’Oncologia pediatrica, promosso dall’Associazione Soleterre. In particolare in Ucraina questa associazione opera da più di 20 anni ed è intervenuta nei reparti di oncologia pediatrica di Kiev e di Kharkiv per portare cure mediche e personale sanitario, in luoghi dove la mortalità infantile per tumore è superiore alle medie europee, con una percentuale di guarigione del 55,5% contro il 75-80% dell’Europa. Anche perché le spese mediche sono a totale carico delle famiglie. Grazie all’intervento di Soleterre e al sostegno di Zaporuka, il tasso di sopravvivenza di questi bambini è aumentato negli ultimi 10 anni, passando al 60% nello scorso anno.
Qual è il senso di questa Casa di accoglienza? Fondata nel 2009 e così chiamata per caratterizzare il significato di “casa”, ma soprattutto di “accoglienza”, è diventata in passato un importante punto di riferimento per tutta l’Ucraina e ha permesso a più di 100 famiglie ogni anno di trovare supporto per le cure dei bambini malati di tumore. Tra le attività realizzate, quella della diagnosi precoce, della formazione di pediatri, medici oncologi, e la promozione addirittura di un master di formazione specialistica in oncologia pediatrica, riconosciuto dall’Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Kiev.
Oggi questo prezioso luogo di cura e importante presidio sanitario, uno dei pochi in Ucraina, è fatiscente e rischia addirittura di essere distrutto. Abbiamo tentato invano di avere un contatto telefonico con la dottoressa Natalia Onipko, ma in questi giorni il suo telefono è irraggiungibile, in quanto trascorre più tempo nel bunker sotterraneo che nella casa. Tra un bombardamento e l’altro, è riuscita comunque a girare un video, che ci ha fatto pervenire attraverso l’Associazione Soleterre, in cui descrive la tragedia di questa guerra e la situazione gravissima di questi piccoli malati che vengono trasferiti con le flebo e spesso in condizioni precarie nei bunker. Bambini impauriti, terrorizzati dal rumore delle bombe. Che lei e le sue assistenti cercano di tranquillizzare, oltre che curare per i problemi oncologici di cui soffrono. Le immagini agghiaccianti che ci ha inviato, non possono lasciarci indifferenti.
Grazie alla tenacia di questa dottoressa, già una ventina di bambini con le loro famiglie hanno lasciato l’Ucraina e si sono trasferiti prima all’Ospedale di Leopoli, al confine con la Polonia, e ora sono salvi in terra polacca. Altri 9 bambini con le loro famiglie, in tutto una trentina di persone, sono invece ancora bloccati nella “Dacha del sorriso”. Un nome che ora sembra davvero anacronistico. Ogni giorno è una lotta per la sopravvivenza. Non solo per sconfiggere il cancro, che sta consumando questi bambini, ma adesso anche per dare loro la possibilità di sopravvivere alla fame e alla paura di morire a causa delle bombe. «Stiamo facendo il possibile per mettere in salvo tutti bambini, ma alcuni non possono essere trasportati perché in condizioni troppo gravi», ci dice Natalia attraverso il video. «Abbiamo ancora 9 bambini con le loro famiglie, circa una trentina di persone, da sfamare e curare, ma viveri e farmaci stanno scarseggiando. Il pericolo dei bombardamenti ci costringe a vivere quasi sempre nel bunker. I giorni scorsi siamo riusciti, attraverso un corridoio umanitario promosso da Soleterre, in collaborazione con l’Unità di Emergenza attivata dalla Regione Lombardia, a far arrivare 6 bambini con le loro famiglie all’aeroporto di Milano-Linate. E oggi sono in salvo e ricoverati all’Ospedale San Matteo di Pavia e all’Istituto Tumori di Milano. Ma ora è impossibile poterci muovere e la situazione sta degenerando. Ci mancano i farmaci, i presidi sanitari, ma anche i viveri. E questi bambini, se non sono morti per il tumore, moriranno di stenti a causa di questa assurda guerra che sta uccidendo tanta gente inerme: tutta l’Ucraina sta esplodendo, e non è vero che vengono colpiti solo i bersagli strategici. Aiutateci! Abbiamo bisogno di aiuti umanitari, sanitari e … anche di preghiere!».
Per chi volesse aiutare i bambini oncologici ucraini, può chiamare il numero verde: 800.90.41.81. Oppure fare un versamento all’Associazione Soleterre, Emergenza Ucraina, IBAN: 88Q0503401699000000013880; C.F: 97329310151 per donazioni 5 x 1000.
di Paola Trombetta