Quel calore… che rimodella il viso

È conosciuta come un’alternativa soft al lifting chirurgico. Parliamo della radiofrequenza. Indicata per chi presenta leggera lassità e disidratazione in aree del viso come contorno occhi e labbra, mento, collo e décolleté, è una metodica basata sulla capacità delle onde radio di generare calore in modo controllato. Un manipolo posto a contatto con la pelle provoca uno shock termico benefico, che stimola i fibroblasti a produrre nuovo collagene, rendendo la pelle più tonica e levigata, alla vista e al tatto, nel giro di qualche settimana. Può essere praticata, come vedremo, a diversi livelli di intensità e profondità. A quello massimo, l’effetto termico stimola anche la dilatazione dei vasi sanguigni, favorendo la micro-circolazione e l’apporto di ossigeno ai tessuti e riducendo, nel contempo, la ritenzione idrica. I tessuti si rimodellano, mentre si sciolgono i piccoli addensamenti di grasso nelle aree trattate. Risultato: più tono, turgore ed elasticità a viso, mento, collo e décolleté, rughe meno visibili, contorni più definiti.

Radiofrequenza step by step
«Bisogna innanzitutto distinguere tra radiofrequenza estetica e medica», precisa Pier Paolo Rovatti, chirurgo plastico, tra i massimi esperti italiani di questa metodica. «La prima, effettuata appunto nei centri estetici, prevede un’emissione di calore più bassa (sotto i 50 watt), dunque meglio tollerata dalla paziente, ma meno efficace. Al contrario, gli apparecchi medicali garantiscono effetti più evidenti e duraturi, perché consentono di regolare l’intensità delle onde radio per raggiungere strati tessutali diversi e più profondi, a seconda del risultato che si vuole ottenere. La validità della metodica dipende anche dal tipo di manipolo a cui l’apparecchiatura è collegata. Se quest’ultimo si avvale di due, quattro oppure otto poli (radiofrequenza bipolare, quadripolare e multipolare), la penetrazione delle onde radio è inferiore e, di conseguenza, meno incisiva. Quando, invece, l’energia termica fuoriesce da un’unica fonte (monopolare) è più diretta e potente, sortisce un effetto di tightening (restringimento) cutaneo, migliorando così la texture della pelle».

E poi c’è la radiofrequenza frazionata, ovvero la versione più efficace esistente sul mercato, perché in grado di agire ancor più in profondità fino a raggiungere e superare il derma. «Il manipolo per il viso (c’è anche quello per il corpo, ma non ne parliamo in questo articolo) fornisce una radiofrequenza clinicamente testata a una profondità che va da 0,5 a 4 nel viso (fino a 7 mm nel corpo)», continua Pier Paolo Rovatti. «In questo caso è provvisto di aghetti che, dopo aver punto l’area, si ritraggono in un microsecondo. Il tal modo l’energia termica garantisce una stimolazione maggiore rispetto alla radiofrequenza classica. Colpendo i tessuti in sequenza a tre livelli, a intervalli di millisecondi, consente, infatti, una procedura personalizzata, con tempi di trattamento inferiori e lesioni cutanee ridotte al minimo».

Prima, durante e dopo
La seduta, che dura circa 30 minuti, inizia con l’anestesia locale sulle aree interessate di viso, collo e décolleté, per poi procedere ai diversi passaggi del manipolo. Al termine la paziente può riprendere le normali attività. Restano gonfiore e rossore più o meno pronunciati secondo l’entità del trattamento, destinati ad attenuarsi nei giorni successivi e comunque mimetizzabili con correttore e fondotinta. Se la pelle è particolarmente sensibile, possono comparire piccoli ematomi dovuti alle microiniezioni dell’anestesia, che scompaiono nel giro di pochi giorni. Stesso discorso vale per le minuscole crosticine che si formano in corrispondenza dei fori praticati dai microaghi della radiofrequenza frazionata. A differenza di altri trattamenti medico-estetici, per esempio il laser frazionato, la radiofrequenza può essere effettuata su qualunque tipo di pelle e in ogni periodo dell’anno, perché non è ablativa come il laser. Nelle settimane successive, è d’obbligo trattare la pelle con creme idratanti, nutrienti e lenitive (come quelle proposte nella nostra rassegna), aggiungendo, soprattutto in estate, un solare ad alta protezione (Spf 50). Se necessario, il trattamento va ripetuto una o più volte, a distanza di almeno due mesi.

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A cura di Monica Caiti

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