Lo sport in estate, un toccasana per la salute fisica e mentale

Lo sport, tanto più se praticato all’aria aperta in estate, in mezzo alla natura, è un toccasana per la salute, fisica e mentale, con un’azione preventiva nei confronti di diverse patologie. Ne sono convinti 8 italiani su 10 che vanno a rinforzare le fila di coloro che praticano sport: una quota cresciuta dal 59% del 2012 al 69% del 2022. Eppure, nonostante questa consapevolezza, gli italiani sono poco costanti nella pratica: complice anche il lockdown che ha limitato le occasioni di uscita e gestione del tempo libero; il 79% vorrebbe fare più attività fisica di quella che pratica, mentre il 42% degli sportivi occasionali fatica a riprendere i ritmi pre-pandemia. Sono i dati emersi dalla ricerca “Salute e movimento: dalla prevenzione, ai rimedi per i piccoli disturbi”, condotta da Human Highway per Assosalute, Associazione nazionale farmaci di automedicazione. Non è però tutto oro ciò che luccica. Resta alta la quota di italiani che non fanno sport: il 38% circa delle donne, soprattutto per poca costanza, il 23% degli uomini, il 37% degli over 55 e il 55% degli over 65, a causa anche di questioni di salute. «I benefici dell’attività fisica – spiega Michelangelo Giampietro, Specialista in Medicina dello Sport e Scienze dell’Alimentazione – riguardano in minima parte il dispendio energetico legato all’allenamento. Lo sport possiede un’azione antinfiammatoria che intercetta, previene e controlla lo stato di infiammazione latente e silenziosa di basso grado, dovuto a stili di vita sbagliati e all’avanzare dell’età, responsabile anche dello sviluppo di alcune malattie cronico-degenerative, metaboliche e cardiovascolari, come obesità, diabete, sindrome metabolica, ipertensione sia un’azione antiossidante che potenzia le difese dell’organismo creando una sorta di “barriera protettiva”».

È positivo anche l’impatto sul benessere psichico: l’attività fisica favorisce la produzione di sostanze con effetto euforizzante e tonificante, come le endorfine, analgesiche ed eccitanti, che svolgono un’azione simile alla morfina e ad altre sostanze oppiacee, l’irisina (l’ormone dello sport) e la feniletilamina (l’ormone del “colpo di fulmine”) che agiscono sull’umore e lo stato di benessere psicologico, mentale e cognitivo. Inoltre, praticato con regolarità, è in grado di generare un senso di felicità e piacevole spossatezza, a favore del miglioramento del sonno e del benessere in generale.

I più sportivi? I giovani: secondo l’indagine quasi 9 adolescenti su 10 tra 13 e 17 pratica esercizio fisico, il 59% con frequenza elevata, più volte alla settimana. Ottima abitudine! Fare esercizio fisico regolare fin dall’infanzia migliora coordinazione, flessibilità e equilibrio, la qualità del sonno e la produzione dell’ormone della crescita. Insomma permette di esprimere al meglio le potenzialità del corredo genetico ereditata dai genitori. «L’educazione allo sport – prosegue Giampietro – insegna ai bambini anche a gestirsi in autonomia, a controllare l’emotività, finalizzandola a un risultato positivo, non soccombendo così al peso dell’impegno che si deve affrontare». Via libera, poi, a incentivare più sport contemporaneamente, sia di squadra che individuali, che danno la possibilità al bambino di imparare più gesti motori e le soluzioni migliori per la crescita individuale. Sono i bambini ad avere sofferto di più del lockdown e dell’impossibilità di praticare attività fisica: nei mesi post pandemici, spiegano gli esperti, si è osservato nei bambini/ragazzi un peggioramento a livello fisico-muscolare e un calo dei parametri respiratori, una volta riprese le vecchie abitudini.

Ma come prepararsi al meglio all’attività fisica così da prevenire anche piccoli disturbi, come dolori muscolari e articolari (72%), distorsioni (31%), calli e vesciche (26%)? Ecco sei “best practice”, consigliate dal professore, valide a tutte le età:

  1. Ci vuole la giusta “preparazione”! Prima dell’allenamento è necessario un riscaldamento e al termine il “defaticamento”. Un set di medesimi esercizi che all’inizio mettono in moto i muscoli e alla fine li decontraggono, aiutandoli a passare a una fase di rilassamento.
  2. Acqua a go-go e buon cibo! Durante la pratica è necessario rimanere ben idratati, bevendone piccoli sorsi, se l’attività supera i 60 minuti: aggiungere all’acqua eventualmente un po’ di zucchero e sale da cucina (cloruro di sodio), oppure 250 ml di succo di frutta di buona qualità (con almeno l’80% di frutta), 750 ml di acqua e 1 grammo di sale fino. Non trascurare neppure l’alimentazione anche nel post allenamento: soprattutto se l’esercizio è intenso, l’organismo ottimizza al massimo il recupero dallo sforzo fisico. Quando fare sport? Non esiste un momento migliore: c’è chi preferisce la mattina, altri la sera: ma una cosa è certa, mai allenarsi a digiuno! Fare sempre una prima colazione o uno spuntino, prevalentemente ricco di carboidrati e in caso di un allenamento molto lungo e con elevata intensità, è importante prevedere uno spuntino glucidico con frutta essiccata, biscotti o dolcetti da forno.
  3. Attenzione all’abbigliamento. Deve essere comodo e idoneo alla tipologia di esercizio, coprendosi il meno possibile per permettere alla sudorazione di evaporare, compatibilmente con le condizioni metereologiche. Ai piedi è necessario indossare calzature funzionali al tipo di attività da praticare e nel caso di alterazioni morfologiche del ginocchio (valgismo o varismo) o del piede (valgo, varo, piatto o cavo), rivolgersi a uno specialista per valutare l’utilizzo di plantari da applicare all’interno di una scarpa neutra. In merito ai calzini, non utilizzare quelli troppo consumati perché potrebbero facilitare la comparsa di abrasioni, ecchimosi e vesciche, impedendo di proseguire l’attività.
  4. Saper dire basta! In caso si avverta dolore durante la pratica, è fondamentale arrestare l’allenamento: «Cefalea, dolore muscolare, dolore al petto o vertigini – dichiara il professore – sono tutti segni di allarme che richiedono di interrompere l’attività. È importante ascoltare il proprio corpo e fare attenzione alla percezione soggettiva dello sforzo fisico che una determinata attività richiede».

Se qualche infortunio o incidente di percorso dovesse capitare, prima di intervenire con farmaci di automedicazione, è possibile applicare nella zona lesa una fonte fredda (ghiaccio anche sintetico o spray), e poi medicamenti topici, come creme a base di sostanze eparinoidi o capillaro-protettrici o anche antinfiammatorie in formula gel, per limitare la comparsa o favorire l’assorbimento dell’ematoma e l’attenuazione del gonfiore. «L’utilizzo di antidolorifici o antinfiammatori – conclude Giampietro – è consigliabile per alleviare i dolori derivanti da piccoli disturbi causati dall’attività sportiva, ma anche nel momento in cui si manifesta una vera e propria lesione muscolare o articolare».

di Francesca Morelli

ATTIVITÀ FISICA, SÌ MA CON ATTENZIONE, SOPRATTUTTO AD ANCHE E GINOCCHIA!

Attività fisica, sì, ma con responsabilità. Soprattutto se ci si trova in condizioni particolari: 40 anni compiuti, che favoriscono l’insorgenza di alterazioni degenerative dei menischi e delle cartilagini, possibili dolori osteoarticolari già esistenti, soprattutto ad anche e ginocchia, ma anche artrosi o borsite che causano infiammazione dell’articolazione, rendendo doloroso l’esercizio fisico. E poi ancora in caso di obesità, eventuali traumi o interventi chirurgici pregressi e gli effetti di un lavoro manuale pesante. Questi fattori e la scelta di uno sport sbagliato possono impattare in maniera importante sulle articolazioni, esponendole a un maggior rischio di eventi avversi e traumi. «Non solo la pratica sportiva a livello agonistico, anche lo sport amatoriale soprattutto se improvvisato e senza preparazione atletica, come la partitella a calcetto o in spiaggia sul campo da beach volley – spiega Gianmarco Regazzola, Chirurgo Ortopedico, Specialista in Chirurgia protesica e robotica dell’anca e ginocchio, Ospedale “Sant’Anna” di Brescia e Ospedale Pederzoli di Peschiera del Garda (VR) – possono incidere molto sulle lesioni al ginocchio e all’anca. Per evitare questi “danni”, occorre praticare l’attività sportiva giusta, meglio ancora se supportata da un’azione protettiva e preventiva già in primavera». Tra gli sport a basso impatto che non aggiungono stress alle ginocchia e alle anche, perché si strutturano su movimenti controllati e circolari, ci sono nuoto, bici e passeggiate. «È importante iniziare con sforzi minimi – prosegue Regazzola – aumentando progressivamente la durata e il livello di intensità. Nel caso specifico della bici, è necessario mantenere la corretta altezza della sella per non lavorare con le ginocchia troppo flesse, mentre nel nuoto l’acqua aiuta a ridurre la pressione sulle articolazioni, agevolando una maggiore mobilità senza sacrificare il comfort».

Soprattutto è necessario preparare muscoli e articolazioni allo sport con almeno tre azioni strategiche: il controllo, il mantenimento del peso forma ed eventualmente una terapia ciclica durante l’anno a base di condroprotettori, che può contribuire a contrastare i processi artrosici degenerativi della cartilagine articolare e del liquido sinoviale che la lubrifica. «Oltre a questa profilassi estiva suggerisco – aggiunge l’ortopedico – per gli sportivi e i pazienti affetti da artrosi di agire preventivamente con infiltrazioni di acido ialuronico già 1-2 mesi prima della stagione estiva, meglio sotto guida ecografica nel caso dell’anca. L’acido ialuronico, già presente nelle articolazioni, viene sintetizzato dalle cellule presenti nel liquido sinoviale, ma con il passare degli anni tende a diminuire causando dolore e difficoltà motorie. Infine, in caso di pazienti non ancora candidati all’intervento chirurgico, è possibile ricorrere a un procedimento poco invasivo di medicina rigenerativa, in cui vengono prelevate e lavorate le cellule dal sangue per poi essere iniettate all’interno dell’articolazione. Tra i trattamenti maggiormente utilizzati, ci sono quelli con plasma ricco di piastrine o PRP, cioè le cellule staminali dal midollo osseo o le cellule mesenchimali adipose».

In buona sostanza, l’attività fisica andrebbe praticata non “a stagione”, ma in modo regolare, per favorire anche la buona funzionalità di cuore, rinforzare ossa e muscoli, migliorare umore e energia. Ottimale è una routine che prevede almeno 30 minuti di allenamento da tre a cinque giorni alla settimana, previo consulto con un ortopedico, soprattutto se si soffre di problemi articolari, per valutare l’esercizio e l’allenamento più sicuro e adatto alle personali condizioni fisiche. Lo specialista potrebbe, infatti, raccomandare forme alternative di esercizio a basso impatto che si adattano alle esigenze del paziente. F.M.

 

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