Nuova Vitamina D: più amica delle ossa

Molto importante per prevenire fragilità ossea e osteoporosi, l’assunzione di vitamina D è ora più facile grazie a formulazioni innovative, da poco presenti in farmacia, che la propongono in forma orodispersibile, cioè di un foglietto ultrasottile che, a contatto con la saliva, si scioglie in pochi secondi, senza acqua, o di capsule molli e che, in entrambi i casi, garantisce una concentrazione precisa e uniforme del principio attivo e una sua rapida biodisponibilità. Si tratta di una risposta efficace alla necessità di migliorare l’aderenza al trattamento cronico con vitamina D, fondamentale per il buon funzionamento del metabolismo osseo, soprattutto nelle donne e negli anziani e in presenza di fragilità ossea ma che, spesso, viene trascurata o addirittura abbandonata (circa il 30% dei pazienti sospende precocemente la terapia) per questioni molto pratiche, come il gusto poco gradevole delle formulazioni oleose, la difficoltà del conteggio delle gocce o di aprire i flaconcini in cui sono conservate. Spiega Iacopo Chiodini, Presidente della Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro (SIOMMMS): «Il deficit di vitamina D, in pazienti con osteoporosi, si associa a un aumento del rischio di frattura; viceversa, un’adeguata supplementazione nei soggetti carenti, assieme a un giusto introito di calcio, riduce questo rischio. Inoltre, livelli inadeguati di vitamina D e un insufficiente apporto di calcio sono le cause principali di una mancata risposta della terapia per l’osteoporosi».

Secondo i dati più recenti l’osteoporosi in Italia colpisce 5 milioni di persone di cui l’80% donne in post menopausa. Non solo: si stimano ogni anno circa 5 mila fratture da fragilità ossea e questi numeri, secondo gli esperti, sono destinati ad aumentare del 20% per via dell’invecchiamento della popolazione.

A questo proposito va ricordato che esistono farmaci in grado di riportare fino alla normalità un osso osteoporotico, ma se non vengono corretti i fattori di rischio, come appunto la carenza di vitamina D e di calcio, queste terapie sono spesso destinate a fallire. Precisa Claudio Cricelli, Presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG): «Un’appropriata terapia deve innanzitutto correggere i fattori di rischio modificabili, raccomandando maggiore attività fisica, corretta alimentazione, sospensione di alcol e fumo. Bisogna poi intervenire sull’eventuale deficit di calcio o di vitamina D, la cui supplementazione rappresenta oggi uno dei capisaldi del trattamento dell’osteoporosi. Per i pazienti istituzionalizzati, le donne in gravidanza e in allattamento e per persone con osteoporosi non candidate a terapia remineralizzante, la vitamina D viene prescritta a prescindere dal dosaggio ematico, mentre per altre categorie di pazienti è necessario verificare il livello di ipovitaminosi D. Ad esempio, la nota 96 di AIFA indica la soglia di 30 ng/ml per le persone affette da osteoporosi candidate a terapia remineralizzante, per le quali è importante correggere la carenza di vitamina D prima di intraprendere il trattamento». Aggiunge Mario Sfrappini, Presidente della Federazione Italiana Osteoporosi e Malattie dello Scheletro (FEDIOS): «Le formulazioni disponibili fino a oggi hanno mostrato alcune criticità o difficoltà di utilizzo, quali il conteggio preciso delle gocce, la perdita di medicinale nel caso della formulazione in olio assunta ad esempio sul pane, e così via: quindi un’opzione terapeutica ulteriore e più semplice da utilizzare aumenta la compliance e la possibilità di avere una maggiore aderenza terapeutica. La nuova formulazione in film orodispersibile aromatizzato permette inoltre l’assunzione orale anche a chi ha difficoltà di deglutizione e, non interferendo con i processi digestivi, svincola da attese pre e post-pasto, a vantaggio della praticità d’uso».

di Antonella Franchini

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