Creare la prima generazione libera dal tabacco entro il 2030. Obiettivo possibile? Sarebbe auspicabile, ma manca ancora una corretta consapevolezza dei rischi legati al tabacco e soprattutto ai nuovi dispositivi come sigarette elettroniche, tabacco riscaldato e più di recente i puff bar, che si stanno affermando come scelte elettive al fumo, legati alla moda del momento, e non più come sostituti delle sigarette. Abitudini che si inseriscono in un quadro simile a quello del 2022, ma con un aumento all’uso anche combinato di più forme di assunzione di tabacco. È quanto emerge da una ricerca, presentata a Milano in occasione della Giornata Mondiale Senza Tabacco (31 Maggio), su circa 1.450 fumatori lombardi, tra i 18 e i 70 anni, condotta dalla società SWG per LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori), con l’obiettivo di monitorare i “nuovi” consumi di tabacco e le motivazioni che spingono, soprattutto i giovani, ad avvicinarsi al fumo. Si osserva una leggera diminuzione dei fumatori tradizionali (dal 37 al 33%) e una crescita di chi utilizza in forma prevalente (più 2%) o combinata (più 4%) dispositivi elettronici.
«I fumatori occasionali o abituali che utilizzano più dispositivi – dichiara Riccardo Grassi, ricercatore SWG – sono oltre il 40% del totale con un boom dei dispositivi usa e getta, utilizzati almeno occasionalmente da quasi un fumatore lombardo ogni 5 e da uno ogni 3 tra gli under 24, a dimostrazione che la ricerca e la curiosità verso nuovi prodotti restano il primo motore di avvicinamento al fumo».
Si rileva poi che i fumatori tradizionali sono soprattutto donne, pari al 57%, di cui il 48% tra 55 e i 70 anni, che percepiscono il fumo come un modo per rilassarsi. Il 70% dichiara tuttavia il desiderio di voler smettere di fumare non andato a buon fine: è comunque una leva su cui lavorare con azioni di (in)formazione e sensibilizzazione. «La percentuale di fumatori che ha tentato almeno una volta di abbandonare l’abitudine al tabacco è importante e porta a un’altra sfida»: afferma Francesco Schittulli, presidente di LILT nazionale. «Essere in grado di intercettare e accompagnare con l’adeguato supporto tutte le persone che dimostrano la volontà di smettere di fumare». Per il 30% dei fumatori lombardi invece il fumo rappresenta una dipendenza o una condanna.
A preoccupare sono soprattutto i dati del fumo giovanile: un terzo dei fumatori ha iniziato a meno di 16 anni; tra i 18 e i 24enni il dato è quasi la metà, con un accesso al fumo che parte soprattutto dal contesto amicale. Anche tra i giovani la volontà di smettere c’è: un fumatore su 5, in particolare tra gli under 35, ha partecipato a incontri ed eventi di prevenzione e sensibilizzazione contro il fumo, mentre il divieto assoluto di fumo per i giovani imposto di recente in Nuova Zelanda provoca reazioni contrastanti: è un’attenzione apprezzata dai più giovani, ma si teme possa generare un aumento del mercato nero.
«C’è un segnale che va colto: – aggiunge Marco Alloisio, presidente di LILT Milano Monza Brianza – i fumatori stessi giudicano l’aumento dei divieti di fumo e del prezzo dei prodotti le due strategie più efficaci per incidere sui consumi». Si consideri da un lato che la spesa media per fumo e svapo supera i 25 euro settimanali, con una proiezione di oltre 1.300 euro l’anno: uno stipendio medio di un lombardo “andato in fumo”; dall’altro che un fumatore su quattro ritiene che non dovrebbe esserci alcuna strategia pubblica di riduzione del fumo, ma dove il divieto assoluto di fumo sembrerebbe avere presa soprattutto sui più giovani. «Il nostro monitoraggio annuale sul fumo – prosegue Alloisio – conferma che i nuovi prodotti del mercato del tabacco incuriosiscono e fanno tendenza. I dispositivi usa e getta dilagano soprattutto fra i più giovani, ma sette su 10 sarebbero disponibili a smettere di fumare se ci fosse un divieto. Ecco perché sosteniamo la petizione europea per costruire una nuova generazione senza fumo. Donne e uomini che hanno davanti a loro un futuro ancora tutto da scrivere». LILT ha scelto di promuovere l’iniziativa dei cittadini europei che ha l’obiettivo di creare la prima generazione libera dal tabacco entro il 2030, affiancando l’Istituto Mario Negri, coordinatore italiano della petizione: l’intento è di raccogliere 1 milione di firme a livello europeo entro il 16 gennaio 2024, di cui almeno 54 mila in Italia, a supporto della proposta per il Parlamento europeo di mettere fine alla vendita di tabacco e prodotti a base di nicotina ai cittadini europei nati dopo il primo gennaio 2010 sul modello della Nuova Zelanda, primo paese ad aver approvato una legge a tutela dei più giovani, vietando la vendita di sigarette a tutti i nati dopo il primo gennaio 2009. «Abbiamo un’occasione unica di liberare l’Europa dal tabacco – commenta Silviano Gallus, capo dipartimento Ricerca ambiente e salute dell’Istituto ricerche farmacologiche Mario Negri – e per arrivare all’obiettivo è necessario il supporto di tutti. Invitiamo a firmare questa petizione a chi, come noi, pensa che sia importante vivere in un ambiente sano e in un futuro libero dalla schiavitù della nicotina».
Altre iniziative antitabagiche sono portate avanti da LILT, come “Lessons from the future”, un video realizzato grazie alla collaborazione pro bono con l’agenzia Tbwa Italia, dagli studenti dell’Istituto superiore Iris Versari di Cesano Maderno (Monza Brianza), protagonistii scelti da LILT per una campagna di sensibilizzazione sulle azioni nocive del tabacco, in cui i ragazzi si trovano a tu per tu con il proprio alter ego adulto e con la loro storia colpita o no dal fumo, consapevoli della possibilità di scegliere oggi la salute di domani per sé e per il pianeta. O iniziative salutari sviluppate in ambienti di lavoro con il Premio 2023 Azienda contro il fumo assegnato a A2A, realtà imprenditoriale che ha saputo distinguersi nella promozione di percorsi di disassuefazione dal tabacco per il personale. «Conoscenza e consapevolezza sono il primo passo per vivere meglio – conclude Alloisio – ma è fondamentale avere anche l’azienda dalla parte della prevenzione. Metà delle patologie oncologiche e croniche potrebbe essere evitata grazie alla prevenzione e il fumo è la prima causa di morte evitabile. Ringrazio A2A, pronta a promuovere al nostro fianco e con convinzione quell’attenzione alla salute che può fare la differenza nell’aiutare a contrastare dipendenze e insorgenza di tumori».
Per informazioni e per firmare la petizione (occorre avere almeno 18 anni ed essere cittadino europeo): legatumori.mi.it/giornatasenzatabacco
di Francesca Morelli
La nicotina nuoce alla fertilità
Menopausa precoce, menomazioni della fertilità, come la riduzione del numero dei follicoli nella donna, e/o di ovociti nelle giovanissime, alterazioni nella produzione di spermatozoi nell’uomo. Sono alcuni importanti effetti causati dalla nicotina: a rischio i fumatori delle sigarette tradizionali, ma anche di forme di fumo più recenti, quali le sigarette elettroniche e i vapers, dispositivi costituiti da una soluzione liquida (chiamata svapo) e inalata sotto forma di vapore, sempre più in voga tra i giovanissimi con percentuali passate dall’8,4% del 2014 al 17,5% del 2019. Qualunque sia lo “strumento” utilizzato, la nicotina è causa della riduzione della fertilità: lo hanno confermato diversi studi sulle sigarette tradizionali e si stanno indagando gli esiti derivanti dai dispositivi elettronici, temendo gli stessi effetti.
«Nonostante contengano una minore quantità di sostanze tossiche rispetto a quella tradizionale, possono comunque influenzare la fertilità di chi ne fa uso», spiega Daniela Galliano, Direttrice Clinica PMA IVI Roma, Specialista in Ginecologia, Ostetricia e Medicina della Riproduzione ginecologa. «Nel caso della donna, la nicotina può interferire con l’ovulazione, causando una diminuzione dell’attività ovulatoria, accelerare la perdita di ovociti, influenzandone la qualità; nel caso di donne incinte che continuano a “svapare”, può aumentare il rischio di complicanze, come parto prematuro o basso peso alla nascita».
Nelle giovani, potrebbe influenzare l’ormone anti-Mülleriano, un valore che andrebbe controllato ogni anno: quantità e qualità degli ovociti diminuiscono con l’avanzare dell’età, anche a causa della nicotina. Inoltre, sono note anche azioni negative sulla fertilità nel maschio con alterazione in termini di qualità e motilità degli spermatozoi, fino alla possibilità che l’esposizione alla nicotina possa incidere sul DNA degli stessi e aumentare il rischio di mutazioni genetiche nella prole.
Smettere di fumare – sigarette tradizionali o elettroniche – è fondamentale se si è alla ricerca di un figlio: donne che non riscontrano problemi di infertilità legati al fattore tubarico o che non sono ancora in menopausa, possono ritornare a livelli di fertilità delle donne non fumatrici. Si osserva inoltre un aumento delle probabilità di successo della fecondazione assistita: le donne fumatrici rispetto alle donne non fumatrici presentano, infatti, una bassa riserva ovarica, una bassa risposta delle ovaie alla stimolazione, un numero minore di ovociti recuperati e fecondati e ovviamente minor tasso di gravidanza. Ancora, fumare durante il periodo di gestazione, oltre a poter indurre danni gravissimi al feto, secondo dati riportati dal Ministero della Salute, eleva al 70% il rischio di avere figli con malattie alle vie respiratorie rispetto ai bambini nati da madri non fumatrici, e altri danni, quali basso peso alla nascita.
Gli effetti nocivi non si limiterebbero alla fertilità. «Recenti studi – conclude Galliano – dimostrerebbero che l’uso del vaper aumenta significativamente la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca e la rigidità arteriosa e che l’uso regolare di dispositivi elettronici per la somministrazione di nicotina favorisce le probabilità di sviluppare malattie cardiache e ictus rispetto ai non utilizzatori». In conclusione? La ricerca di una gravidanza è un’ottima occasione per smettere di fumare definitivamente. F.M.