Medicina estetica: no agli eccessi, sì alle correzioni “naturali”

Pollice verso a tutti gli eccessi della Medicina estetica, che social e influencer pubblicizzano in ogni modo per moltiplicarne il consumo. È il primo messaggio che, con la presentazione di tutte le novità, arriva dal 44° Congresso della Società Italiana di Medicina Estetica (SIME) che si è appena concluso a Roma, presso il Cavalieri Waldorf Astoria Hotel, con circa 3000 partecipanti, più di 200 espositori, 350 relatori e 76 sessioni scientifiche.

«La crescente richiesta di interventi sta portando la Medicina estetica a diventare sempre di più una disciplina “trasformativa”», ha puntualizzato il presidente della SIME Emanuele Bartoletti in apertura dei lavori. «E questo è una grande fonte di preoccupazione, perché la Medicina estetica non deve trasformare, ma prevenire e mantenere. Correggere i difetti costituzionali (asimmetrie, malformazioni) e quelli che via via si presentano nel tempo, senza la pretesa di tornare indietro di decenni, ma solo aiutando la paziente ad avere un aspetto curato, a stare bene con sé stessa e portare meglio la sua età». Primo punto al centro del Congresso, quindi, la credibilità dei social e l’impegno della SIME a contrastare, con comunicazioni corrette, coinvolgimento di altre società scientifiche e sensibilizzazione delle Istituzioni, le continue esibizioni di interventi inopportuni e inaccettabili (vedi box).

Intesa nel suo vero significato, la Medicina estetica è una medicina a tutto tondo, attenta alla globalità della persona, e non può prescindere da un approccio diagnostico/preventivo. Prima di tutto è necessaria una visita medica accurata e completa, che inquadri il caso e intercetti eventuali posture scorrette, predisposizioni a malattie circolatorie o metaboliche e ogni altro possibile “punto debole” che richieda il ricorso a specialisti di riferimento. Una ricerca svolta con il coinvolgimento dei coordinatori regionali della SIME, presentata della dottoressa Rosanna Catizzone, consigliere SIME e coordinatore generale delle varie sezioni, rivela quanto questo sia utile e reale: nel corso delle visite di medicina estetica effettuate nel biennio 2021/22 sono stati diagnosticati 35 casi di sindrome metabolica, 8 casi di cancro alla mammella, 34 melanomi, 41 carcinomi spinocellulari, 20 casi di ipotiroidismo e 35 di ipertiroidismo. Per non parlare delle insufficienze venose croniche, anoressie/bulimie, reflussi gastroesofagei e molto altro. Sempre in questo quadro di complessità e completezza, si inserisce anche un altro ruolo importante della Medicina estetica, cioè il supporto all’oncologia, servizio svolto all’Ospedale Fatebenefratelli di Roma fin dal 2004. Le pazienti sono attualmente 500 e i dati dimostrano che gli interventi, se eseguiti dal punto di vista cosmetico prima e durante i cicli di chemio e radioterapia, comportano un minore sviluppo di complicanze a livello cutaneo e maggiore aderenza alle cure.

Naturalmente l’approccio rigorosamente medico, nel senso più ampio del termine, riguarda anche la scelta dei trattamenti. All’accuratezza della visita iniziale, deve seguire un programma di interventi studiati sulla specificità della persona, nel rispetto dello stato di salute, la costituzione, i lineamenti, la fase e la modalità dell’invecchiamento. Per questo, per tutte le età, la ricerca di un risultato il più possibile naturale è il “must” che emerge dal Congresso, dove si sono svolti anche confronti “natural look, my point of view” tra vari opinion leader internazionali, per avere un quadro chiaro del concetto di look naturale nelle varie parti del mondo.

Le novità più salienti
Molte le novità emerse al Congresso, tutte orientate verso la filosofia della naturalezza. Per il mantenimento del viso, per esempio, sono molto gettonati i “filler gentili”, effettuati con sapienti mix di diverse tecniche, mentre scende la richiesta dei filler riempitivi (per risollevare la cute degli zigomi), che usati con troppa generosità trasformano il viso in quello di un “pugile alla sesta ripresa”. Se il rilassamento è importante, meglio ricorrere al lifting (anche in formato mini) tradizionale, oggi migliorato da nuove tecniche, o ai fili, oggetto di grande revival, o ad altre tecniche “fisiche”, come la radiofrequenza. Per la fascia d’età 30-40 va sempre bene il “Full Face”, che consiste nel rimodellare con filler a base di acido ialuronico i vari tratti del viso con piccoli ritocchi dove serve, per armonizzare i volumi senza alterare le forme. Una novità per contrastare le rughe è il Micro-coring, tecnologia robotica di ultima generazione per il trattamento delle guance e del terzo inferiore del viso. L’accoppiata tossina botulinica-filler è in crescita, con la novità delle neurotossine long-acting come Daxi (approvato negli Usa e in arrivo da noi), i cui effetti possono durare fino a 6-8 mesi (contro i 3-4 delle formulazioni attuali). Per il sottomento arrivano gli ultrasuoni “sincronizzati”, che erogano calore in profondità, risollevando i tessuti e riducendo la lassità. La regione perioculare è delicatissima e incide sulla luminosità di tutto il viso. Rughe profonde, borse, occhiaie e occhi infossati si affrontano con il trattamento del solco lacrimale, mediante filler di acido ialuronico al di sotto della regione orbicolare, mentre per la palpebra superiore, in alternativa alla blefaroplastica (che tuttavia in Usa è stata la seconda procedura di chirurgia estetica più utilizzata nel 2020), ci sono novità di vario tipo: dalla blefaroterapia con campi elettromagnetici, al veleno di vipera, nuova formulazione cosmetica, basata su composti chimici estratti dal veleno di questo rettile, ad azione tossino botulinica-mimetica, associato ad altre sostanze. E, ancora: le labbra a canotto non vanno più, ma neanche quelle troppo sottili. Le nuove tendenze vogliono una bocca piena e sensuale, ma naturale, in varie declinazioni, fra cui la Russian lip, “a cuore” come quella delle matrioske russe, da ottenere con tecniche varie di filler. Attenzione anche al naso, per il quale, sempre nel filone delle richieste di trattamenti più naturali, si inseriscono i cosiddetti “nose jobs” non chirurgici, che affiancano la sempre attualissima rinoplastica chirurgica, con alternative meno invasive e più economiche. La procedura di Medicina estetica, in questo caso, utilizza i filler a base di acido ialuronico per migliorare forma e contorno del naso, per aggiungere volume se necessario, spianare una gobbetta o sollevare la punta. Il trattamento è rapido e i risultati durano circa un anno; mentre per risollevare la punta in modo più incisivo si può ricorrere alla rinoplastica non chirurgica con fili di biostimolazione a trazione.

Attenti alle complicanze
Nel magico mondo della Medicina estetica non mancano però complicanze e pentiti, per i quali gli ambulatori del Fatebenefratelli sono da anni un affermato punto di riferimento. «Può capitare che un uso esagerato del filler in aree pericolose per un’eccessiva vascolarizzazione, quali il naso o la regione della bocca, porti a una compressione di un piccolo vaso arterioso che potrebbe provocare un’ischemia della parte, fino alla necrosi dei tessuti», spiega il professor Bartoletti. «In questo caso, si utilizza la ialuronidasi: riducendo la compressione o rimuovendo l’acido ialuronico accidentalmente iniettato in un vaso, risolve il problema. Si tratta di un farmaco che ogni medico estetico dovrebbe avere, prima di iniettare i filler con acido ialuronico».

“Tornare indietro” diventa necessario anche in caso di tatuaggi e trucchi semipermanenti di labbra o sopracciglia (ben 2,3 milioni di ricerche su Google, come rivela un’analisi di AvantGrade.com) che tradiscono i risultati sperati, o semplicemente non piacciono più. Ma a tutto c’è rimedio: tecnica laser “Tattoo changing” (laser Q-switched e laser a picosecondi) per i tatuaggi cosmetici (brow liner e lip liner), tecniche varie di rimozione (dermoabrasione, laser, chirurgia) per i tatuaggi. Da evitare con cura, invece, i presunti rimedi che girano in rete: creme, acido salicilico, esfoliazione con applicazioni di acqua ossigenata o limone.

di Marilisa Zito

Il nasino all’insù è trend tra i social

“Perché va di moda”; “per avere un profilo senza difetti su TikTok e Instagram”; “per levarmi lo sfizio, tanto è ‘un capriccio senza rischi’”. Dopo il boom dei filler per le labbra, che vanno per la maggiore tra le giovanissime sui social, ora è la volta del “rinofiller”. L’hashtag #rinofiller su TikTok la scorsa settimana ha contato 71.1 milioni di visualizzazioni, seguito da  #rinofillertransformation con 9,5 milioni e #rinofillermilano con 12 milioni. Il trend prosegue con molti altri tag, post e reel correlati anche su Instagram. Organizzata in collaborazione con il sito di divulgazione medico-scientifica Manisulcuore.it, la tavola rotonda “Verità è bellezza: credibilità sui social”, organizzata nell’ambito del Congresso SIME, ha alzato ancora una volta il sipario sul mondo dei social e sulla sua allarmante influenza sui giovani. Perché il rinofiller, presentato come un trattamento all’acqua di rose, a volte addirittura possibile in modalità “fai da te”, è in realtà una pratica medica: considerando la vascolarizzazione del naso, comporta dei rischi, come l’occlusione vascolare e la necrosi cutanea fino alla cecità. Per evitare rischi, dunque, lo specialista deve essere un laureato in Medicina e Chirurgia, con un percorso formativo specifico in Medicina estetica, in grado di evitare, o comunque gestire immediatamente eventuali complicanze. Prevalentemente contraria la reazione della maggior parte degli 86 medici SIME che hanno partecipato al sondaggio: il 73%giudica negativamente l’informazione relativa alla medicina ed alla chirurgia estetica presente su google e sui siti internet. Il 75% degli specialisti boccia post e reel di Instagram e Facebook ritenendoli “esagerati”, “confondenti”, “imbarazzanti per la professione medica”, “infarciti di filtri e Photoshop”, “di marketing, pubblicitari e non divulgativi”, mentre solo il 25% del campione li ritiene “buoni strumenti di comunicazione, che andrebbero però regolamentati”.   M.Z.

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