Instabilità e incertezza: a risentirne è la salute mentale, soprattutto dei giovani

Gli ultimi tre anni segnati dalla pandemia da Covid 19 e la recente guerra in Ucraina hanno contribuito a provocare un’atmosfera di instabilità e incertezza senza precedenti, segnando profondamente lo stato della salute mentale della popolazione in Italia e in Europa. È quanto è emerso dal Headway – Mental Health Index 2.0 realizzato da The European House – Ambrosetti, in partnership con Angelini Pharma, presentato i giorni scorsi a Roma a Palazzo Montecitorio, con la partecipazione dell’Onorevole Rachele Scarpa, Promotrice dell’Intergruppo Parlamentare per la Tutela e la Promozione della Salute Mentale. Il Rapporto ha analizzato i diversi fattori che determinano lo stato di salute mentale dei cittadini nei 27 Paesi dell’Unione Europea e nel Regno Unito, utilizzando 55 indicatori chiave di performance, relativi ai determinanti ambientali, allo stato di salute della popolazione e alla capacità di risposta del sistema, ai bisogni di salute mentale. La parte di popolazione che più ha risentito degli effetti della pandemia e degli eventi degli ultimi 3 anni sono gli adolescenti: ansia (28%), depressione (23%), solitudine (5%), stress (5%) e paura (5%) sono i problemi più comunemente riscontrati. Secondo il Rapporto, l’insorgenza di condizioni di salute mentale, come depressione e ansia, è collegata anche a una diminuzione del rendimento scolastico e spesso induce i giovani ad abbandonare gli studi. In media, in tutta l’UE, gli studenti che manifestano un disagio mentale hanno il 24% di probabilità in più di ripetere un esame. Anche l’infanzia è un momento chiave nel percorso di vita e crescita di una persona e il sistema scolastico rappresenta uno strumento importante nello sviluppo di una buona salute mentale per bambini e adolescenti. Almeno il 50% dei disturbi di salute mentale esordisce prima dei 15 anni e l’80% di questi si manifesta prima dei 18 anni, diventando a volte un problema permanente per tutta la vita.

Un altro indice del Rapporto riguarda la capacità dei Paesi europei di rispondere alle esigenze delle persone con disturbi mentali all’interno della società, in particolare nelle scuole e nei luoghi di lavoro. I problemi di salute mentale colpiscono circa il 20% della popolazione in età lavorativa e il tasso di occupazione delle persone affette da disturbi mentali gravi è inferiore di circa il 20-30% rispetto a quelle che non ne soffrono, con ripercussioni anche sulle retribuzioni medie.

Un fattore analizzato è anche il tasso di criminalità, che riporta grande variabilità tra i Paesi. Gli effetti degli atti di violenza hanno un impatto negativo soprattutto sull’aumento dei casi di depressione. Per l’Italia questo dato si attesta sull’8%. Anche il bullismo colpisce migliaia di bambini e adolescenti nell’Unione Europea e rappresenta un importante fattore di rischio per i disturbi di salute mentale nei giovani. In Europa, i disturbi mentali e i suicidi pesano per il 4,8% sul totale dei decessi. L’Italia occupa il 12° posto, subito dopo la Spagna, per numero di decessi. Nel corso del 2020, le morti causate da disordini mentali e comportamentali hanno superato le 250mila unità. Di questi, oltre 52mila sono per suicidio, che risulta la 4° causa di morte nella popolazione di età inferiore ai 20 anni: Grecia, Cipro, Malta e Italia quelli con il tasso più basso. Il Rapporto ha rilevato anche la capacità dei Paesi a reagire a tali situazioni di difficoltà: il Paese maggiormente resiliente è la Finlandia, mentre l’Italia risulta tra le nazioni più esposte: si pensi alla crisi economica post-pandemia, alle ricadute della guerra in Ucraina e ai flussi migratori, e al rischio di recessione economica. Anche le condizioni abitative sfavorevoli hanno un’associazione diretta con la salute mentale: le persone che vivono in contesti sovraffollati hanno maggiori probabilità di sviluppare un disordine mentale, tra cui disagio psicologico e depressione: in Italia, circa il 20% della popolazione vive in condizioni precarie. L’urbanizzazione, infine, che implica una minore presenza di spazi verdi che aiutano ad alleviare stress e ansia, è associata a una crescente incidenza di disturbi mentali: l’Italia si trova al 21° posto su 28 Paesi. 

Priorità in Italia e in Europa: investire per un futuro resiliente
Mentre l’Europa si confronta con una crisi senza precedenti nella salute mentale, i governi stanno prendendo provvedimenti per affrontare la situazione e dare sostegno ai propri cittadini. Le recenti iniziative annunciate dalla Commissione Europea e dai governi di alcuni paesi dimostrano un impegno crescente nell’affrontare questa sfida, che tuttavia ancora non è sufficiente per gestire appieno le esigenze in rapido aumento tra la popolazione. Nonostante il sistema di assistenza e cura dei disordini mentali in Italia abbia ancora margini di miglioramento, negli ultimi anni sono state disposte alcune importanti misure. Ad esempio, nel luglio 2022, il Governo italiano ha varato il bonus psicologo per aiutare le persone che hanno subìto gli effetti della pandemia ad accedere ai servizi di salute mentale. In risposta all’enorme richiesta registrata, ad agosto sono state stanziate ulteriori risorse. I costi complessivi legati alla salute mentale in Europa, che includono la perdita di produttività dei pazienti e dei loro caregiver, ammontano al 4% del PIL totale europeo (oltre 600 miliardi di euro). I Paesi che hanno già attuato programmi di prevenzione e promozione della salute mentale legati al lavoro sono circa il 45% del totale, mentre il 68% ha attuato un programma di prevenzione per bambini e adolescenti.

Dopo essere stata annunciata dalla Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen a settembre 2022, il 7 giugno 2023 la Commissione ha pubblicato la Strategia Europea per la Salute Mentale, che mira a fornire una risposta coordinata e mirata alla crisi della salute mentale, promuovendo politiche e azioni volte a migliorare l’accesso ai servizi dedicati in tutta l’Unione Europea. La strategia adotta un approccio multisettoriale, evidenziando il bisogno di promuovere la salute mentale non solo nell’ambito dei servizi sanitari, ma anche nelle politiche del lavoro e nelle politiche scolastiche. Si compone di 20 iniziative specifiche, con 1,23 miliardi di euro provenienti dai fondi di coesione e da Horizon Europe.

In Italia, il governo ha adottato misure per affrontare la crisi. Oltre al bonus psicologo sopracitato, presso il Ministero della Salute a marzo 2023 si è insediato il nuovo Tavolo tecnico per la Salute Mentale, composto da esperti del settore. Il Tavolo avrà il compito di elaborare una serie di linee guida per il miglioramento dei percorsi di prevenzione, trattamento e riabilitazione, con particolare attenzione agli individui più fragili e più colpiti da questo tipo di disordini. È inoltre in fase di discussione un disegno di legge per istituire la figura dello psicologo scolastico, essendo l’Italia l’unico Paese Europeo ad esserne ancora privo.

di Paola Trombetta

 

“Psicologia Sostenibile”: al via la Campagna di Soleterre con Ricky Tognazzi

È in aumento la percentuale di italiani che dichiara di avere una condizione psichica critica: dal 12% del 2022 al 14% nel 2023. Più di un italiano su 4 afferma che il suo benessere psichico è peggiorato negli ultimi 3 anni. Donne, giovani e residenti nel Nord Ovest sono i target più colpiti: questi i primi dati dell’indagine condotta da Fondazione Soleterre e EMG Different, presentata presso la Sala Conferenze della Camera dei Deputati da Damiano Rizzi, Presidente di Fondazione Soleterre e Fabrizio Masia, Amministratore EMG Different, alla presenza dell’Onorevole Rachele Scarpa. La ricerca intende verificare la percezione degli italiani della loro salute mentale e analizzare le difficoltà della popolazione nell’accedere al supporto psicologico. Secondo l’indagine di Soleterre, condotta su un campione di più di mille individui tra i 18 e 74 anni, il 40% degli intervistati ha avuto a che fare con la terapia psicologica per sé o per un suo familiare; nel 49% dei casi la persona coinvolta ha dovuto interrompere o ridurre le sedute per insostenibilità economica della stessa: un’interruzione forzata di un percorso psicologico ritenuto utile dal 78% degli intervistati. I dati raccolti mostrano che, a livello di sostenibilità economica, secondo gli italiani il costo ideale di una seduta di terapia dovrebbe essere circa di 38 euro. Il 61% del campione ritiene che se un’associazione offrisse sedute di psicoterapia a 40 euro, questo prezzo sarebbe accessibile. Nell’ipotesi di poter aiutare coloro che hanno bisogno di un supporto psicologico, ma non se lo possono permettere, il 68% degli italiani dichiara di essere più propenso a rivolgersi a un’associazione, se parte di questi 40 euro fosse devoluto a loro e quasi un italiano su 2 sarebbe propenso a pagare loro una seduta di psicoterapia.

Alla luce dei risultati dell’indagine, per assicurare che il servizio possa essere accessibile a tutta la popolazione, Fondazione Soleterre ha creato una rete nazionale di psicologi e psicoterapeuti, co-finanziata dal Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo e Fondation d’Harcourt, sostenuta da Ricky Tognazzi, per offrire sostegno psicologico su tutto il territorio italiano a prezzo calmierato (40 euro) o in forma gratuita per le categorie più fragili come minori, malati oncologici e pazienti Covid-19, persone con gravi traumi, soggetti in difficoltà economica. È possibile fissare un colloquio chiamando il numero 335/7711805 o scrivendo una e-mail a: psicologo@soleterre.org.

«Con il sostegno di Soleterre aiutiamo le persone che si trovano in un momento di bisogno psicologico: con il pagamento di una tariffa calmierata di 40 euro, Soleterre sostiene progetti umanitari destinati a bambini malati di cancro in diverse aree del mondo e feriti dalla guerra. L’intenzione è creare un messaggio più forte dello stigma sociale che pone in “scacco matto” di inefficacia chi, a causa di episodi di depressione, attacchi di panico, ansia e altri sintomi mentali, si trova a soffrire questa situazione a partire dalla sfera affettiva familiare che spesso non comprende più i loro cari, proprio quando ne avrebbero maggiore bisogno. Un messaggio di dignità che riguarda tutti i membri della famiglia e i loro diritti ad essere considerati pienamente capaci», ha commentato Damiano Rizzi, Presidente e Fondatore di Soleterre Onlus.

L’indagine di Fondazione Soleterre ha toccato anche il tema del bonus psicologo: il 67% degli italiani dichiara di avere sentito parlare del bonus psicologo, ma solo il 3% ne ha usufruito. Tra coloro che seppure conoscendolo non ne hanno usufruito, il 17% ha avuto difficoltà nel richiederlo e al 15% non è stato concesso (per fondi limitati) o non ne aveva diritto.

P.T.

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