Conoscere il proprio rischio di sviluppare il diabete è il tema del World Diabetes Day 2023 (14 novembre). Con 62 milioni di persone affette in Europa, di cui più di 4 milioni in Italia, il diabete è la quarta causa di morte. Sono infatti 80 mila i decessi solo nel nostro Paese, pari a 9 evitabili ogni ora. Ancora più grave è constatare che dal 2000 ad oggi i casi sono raddoppiati, mentre si stima che ci sia almeno un milione di persone con diabete non diagnosticato.
Ecco perché il tema della Giornata Mondiale di quest’anno è #knowyourrisk, #knowyourresponse (“Conosci il tuo rischio, conosci la tua risposta”), sottolineato nella conferenza di presentazione organizzata in collaborazione tra Intergruppo parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili e FeSDI – Federazione delle società scientifiche diabetologiche italiane, costituita da SID – Società Italiana di Diabetologia e AMD – Associazione Medici Diabetologici, che si è tenuta presso il Ministero della Salute.
«I numeri dimostrano la necessità di risposte e azioni tempestive ed efficaci sia assistenziali, ma anche capaci di produrre un cambiamento culturale», dichiara il Ministro della Salute Professor Orazio Schillaci, «Grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e alle recenti misure previste nella manovra finanziaria, potremo finalmente realizzare un nuovo modello organizzativo di medicina territoriale che assicurerà ai diabetici quella multidisciplinarietà che è fondamentale per una gestione ottimale della malattia e per prevenire l’insorgenza di complicanze. Ma la sfida non facile che ci attende è anche quella di promuovere la cultura della prevenzione primaria e secondaria, di accrescere la consapevolezza nei nostri concittadini di adottare stili di vita sani e di eseguire controlli periodici».
Un adulto su dieci nel mondo soffre di diabete. Oltre il 90 per cento soffre di diabete di tipo 2: quasi la metà non è ancora stata diagnosticata. In molti casi, il diabete di tipo 2 e le sue complicanze possono essere prevenuti adottando e mantenendo abitudini sane. Essere consapevoli del proprio rischio di diabete significa essere in grado di prendere decisioni informate riguardo alla propria salute. Questa consapevolezza può spingere le persone a monitorare regolarmente i livelli di zucchero nel sangue ma non solo: controllare il colesterolo e la pressione arteriosa. Conoscere i rischi è importante per supportare la prevenzione, la diagnosi precoce e il trattamento tempestivo.
In Italia nel 2021 sono stati registrati 15.205 ricoveri legati alle complicanze del diabete, mentre permane una criticità nei ricoveri “potenzialmente evitabili”: si spendono infatti oltre 50 milioni di euro per ricoveri legati all’ipoglicemia. Le persone con diabete corrono un rischio due volte maggiore di essere ricoverate, rispetto alle persone senza diabete. Il 20-25% delle persone con diabete viene ricoverato almeno una volta all’anno e la durata del ricovero aumenta del 20% in presenza di diabete. Il paziente affetto da diabete presenta un rischio aumentato di soffrire di altre malattie non trasmissibili come neoplasie e broncopneumopatia cronica ostruttiva.
La malattia sta diventando un’epidemia globale, con milioni di persone coinvolte a causa dell’aumento ponderale, la sedentarietà e cattivi stili di vita. Tuttavia, conoscere il proprio rischio di sviluppare il diabete è il primo passo verso la prevenzione e la gestione efficace di questa condizione. Da qui le iniziative organizzate anche in Italia per sensibilizzare su questi temi. Un’onda blu fatta di luce ha illuminato diversi monumenti di Roma per annunciare la Giornata Mondiale del Diabete a intervalli di 20 minuti ciascuno. Nei giorni successivi si è svolto presso il Senato della Repubblica, su iniziativa della Senatrice Daniela Sbrollini, Presidente dell’Intergruppo parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili, in collaborazione con FeSDI, uno screening rivolto ai parlamentari, per promuovere la cultura della prevenzione e porre il tema al centro dell’agenda istituzionale.
«La Giornata Mondiale del Diabete di quest’anno invita a conoscere il proprio rischio: il che significa, fare prevenzione, favorire la diagnosi precoce, pianificare i trattamenti al fine di controllare le complicanze», dichiara la Senatrice Daniela Sbrollini, Presidente Intergruppo Parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili e Vicepresidente della X Commissione Affari sociali, sanità, lavoro e previdenza sociale del Senato. «Dobbiamo portare avanti un lavoro su più fronti: assicurare ai sanitari formazione e risorse adeguate per prestare la migliore assistenza e diminuire il “carico di malattia”, garantire l’accesso ai servizi, alle terapie e alle informazioni, per tenere sotto controllo i livelli glicemici e rallentare la progressione verso stadi più severi, consentire un accesso equo per tutti alle strutture di diabetologia. Come Intergruppo siamo fortemente impegnati verso questi obiettivi, anche attraverso l’impulso legislativo, e sono convinta che questa alleanza fra mondo scientifico e istituzionale sia determinate nel contrasto a questa pandemia».
«Il diabete, come anche l’obesità, sono malattie croniche che comportano gravi ripercussioni sulla qualità della vita di chi ne è affetto, portando spesso allo sviluppo di ulteriori complicanze, con un impatto importante sull’economia del Paese con costi diretti, sociali, economici e clinici e costi indiretti legati alla perdita di produttività», dichiara l’Onorevole Roberto Pella, Presidente Intergruppo Parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili e Vicepresidente Vicario di ANCI, «Occorre un impegno sinergico nel mettere il tema al centro dell’agenda politica e garantire alle persone con diabete gli stessi diritti delle persone sane, portando avanti un’alleanza tra scienza e istituzioni, e promuovendo a tutti i diversi livelli di governo la cultura dei sani stili di vita e della prevenzione».
«Conoscere il proprio rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 è fondamentale per adottare uno stile di vita sano e prevenire la sua insorgenza. Individuare fattori come familiarità o stili di vita che possono predisporre alla malattia è di fondamentale importanza», sottolinea il Professor Angelo Avogaro, Presidente FeSDI e SID, «Una valutazione accurata può identificare le persone a rischio elevato, consentendo loro di adottare misure preventive efficaci, come una dieta equilibrata, l’esercizio fisico regolare e il controllo del peso. Queste azioni possono ritardare o addirittura prevenire l’insorgenza del diabete di tipo 2, migliorando notevolmente la qualità della vita e limitando la mortalità evitabile, dato che la maggior parte delle persone con diabete perde la vita per complicanze cardiovascolari».
«Anche quest’anno, abbiamo celebrato la Giornata mondiale del Diabete con l’obiettivo di promuovere e sostenere una maggiore consapevolezza su questa malattia complessa che, complici stili di vita non salutari, prosegue inesorabile la sua crescita, colpendo persone di età sempre inferiore», specifica il Professor Riccardo Candido, Vicepresidente FeSDI e neo Presidente Nazionale AMD. «Per arrestare la corsa di questa patologia, come anche dell’obesità, primo fattore di rischio del diabete tipo 2, è fondamentale trasmettere a cittadini e pazienti l’importanza di adottare sani stili di vita, in termini di alimentazione e attività fisica, soprattutto in presenza di storie di diabete in famiglia (familiarità). Conoscere il rischio di insorgenza della malattia, insieme agli strumenti di prevenzione primaria, consente di intervenire tempestivamente e ridurre l’impatto potenziale della malattia».
di Paola Trombetta