Crescono in Italia i bambini che soffrono di asma: 260 mila su un totale di 2,6 milioni di persone e oltre 50 mila i nuovi casi diagnosticati solo lo scorso anno. Ma i numeri, secondo gli esperti riuniti al SUmmit in PEdiatria Respiratoria, che ha avuto luogo recentemente a Milano, non si arresteranno. Anzi, sono inclini a un ulteriore peggioramento e riflettono le previsioni dell’Oms che stima un incremento dei casi del 50% ogni decennio. Complice anche la nostra irresponsabilità sociale: sotto accusa, infatti, sono alcuni fattori di rischio legati all’ambiente, in primis inquinamento, allergeni domestici, condizioni climatiche e stili di vita poco corretti che gravano sulla nota predisposizione familiare allo sviluppo della patologia. I numeri impongono l’adozione di misure per la tutela e il controllo dell’asma: percorsi di cura e interventi di prevenzione primaria e secondaria.
«Stiamo lavorando per la loro ottimizzazione – hanno dichiarato Stefania La Grutta, Presidente SIMRI (Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili) e Michele Miraglia Del Giudice, Presidente SIAIP (Società Italiana Allergologia Immunologia Pediatrica) – ma occorrerà anche un’azione concertata tra società scientifiche ed associazioni dei pazienti».
Tenendo conto anche dei costi diretti e indiretti: l’asma rappresenta un’importante fonte di spesa sanitaria, assenze scolastiche, accessi in Pronto Soccorso, ricoveri e peggiore qualità di vita. Non basta tuttavia l’attivazione di percorsi sanitari dedicati: occorre andare a monte, diffondendo la cultura della corretta gestione della patologia. «È necessario educare il paziente all’aderenza terapeutica – proseguono i Presidenti – e favorire l’aggiornamento dei pediatri che svolgono un ruolo cruciale per questi piccoli pazienti: dalla diagnosi precoce fino al controllo della malattia».
L’asma nel bambino è una questione “delicata” che deve prevedere una attenzione globale, estesa alla famiglia: «Il bambino che soffre di asma – spiega la professoressa La Grutta – è predisposto dal punto di vista genetico, quindi ci possono essere uno o più casi nella stessa famiglia. Ma oltre a questo screening la prima misura è quella di intervenire sulle condizioni che possono scatenare le crisi asmatiche, come ad esempio l’esposizione agli allergeni di animali domestici, il fumo, gli inquinanti atmosferici esterni ed interni, alcune condizioni climatiche, l’attività fisica intensa e le infezioni virali delle vie respiratorie. L’interazione dei pediatri con le famiglie è essenziale per l’aderenza alle cure farmacologiche prescritte e la gestione del bambino affetto da malattie respiratorie, in particolare quelle croniche». In questa direzione la SIMRI sta lavorando per perfezionare i percorsi di diagnosi, cura e riabilitazione, per proporre interventi efficaci di prevenzione, così da tutelare la salute respiratoria dei bambini e degli adolescenti. «Questo perché la diagnosi di asma in età pediatrica è complessa – prosegue il professor Miraglia Del Giudice – e richiede l’individuazione precoce dei segnali indicatori più comuni, così come la personalizzazione dei trattamenti in base alle abitudini e allo stile di vita del bambino per ridurre al minimo il contatto con i fattori che agiscono come irritanti, speso causa dello sviluppo di rinite e asma. Per rispondere a questo obiettivo è consigliato un approccio multidisciplinare che coinvolga pediatri, pneumologi pediatrici, infermieri e genitori».
A tale scopo la SIAIP sta conducendo un’importante campagna di educazione delle famiglie attraverso i social (Facebook, Instagram e Twitter) e operatori sanitari organizzando webinar, convegni, compreso il Summit SUPER che promuove il concetto del “CO-”, cioè co-identificare insieme con i pediatri le grandi sfide e soprattutto co-costruire le potenziali soluzioni per i pazienti e co-eseguire le progettualità per portare valore nella medicina moderna. Solo condividendo lo sforzo e moltiplicando le conoscenze, sarà possibile aumentare sensibilmente la gestione e la cura dei pazienti, grandi e piccoli, con asma e garantire loro migliore qualità di vita.
di Francesca Morelli