È stato rinviato proprio i giorni scorsi, per motivi di salute, il concerto che il famoso pianista Giovanni Allevi avrebbe dovuto tenere il 15 marzo a Taranto. Dopo la sua recente esibizione al Festival di Sanremo (di cui abbiamo parlato in un articolo pubblicato il 13 febbraio, www.donnainsalute.it/2024/02/limportanza-di-condividere-la-malattia-anche-con-laiuto-dello-psiconcologo/), dove aveva fatto coming-out della sua malattia, il Mieloma Multiplo, in questo periodo sembra essersi di nuovo ritirato dalle scene a causa di un aggravarsi delle sue condizioni di salute. Ed effettivamente l’evoluzione di una malattia, come il mieloma multiplo, alterna continuamente fasi di remissioni a fasi di ricadute. Viene addirittura paragonato all’andamento di una marea e questa immagine è stata lo spunto di uno storytelling, illustrato e realizzato da Manuela Adreani, “MMAREA-Il Mieloma Multiplo. Onda dopo Onda”, promosso da Pfizer Italia in collaborazione con AIL (Associazione Italiana contro Leucemie, Linfoma, Mieloma), nell’ambito di una Campagna d’informazione e comunicazione, fornendo un aiuto concreto ai pazienti e a coloro che se ne prendono cura. Racconta la storia di un pescatore che affronta giorno dopo giorno le maree e le sfide che queste comportano. Fino al giorno in cui la sua capanna viene distrutta completamente da un’ondata anomala. Pian piano, però, con l’aiuto degli abitanti del villaggio, la sua capanna viene ricostruita e la sua vita ritorna alla normalità. È la speranza dei pazienti affetti da questa malattia che, come una marea, “fluttua” tra alti e bassi. Da questo storytelling illustrato è nata anche una serie di pod-cast, con la voce narrante di Luca Zingaretti, e un sito informativo www.mmarea.it, realizzato in collaborazione con un pool di specialisti di Ematologia che si propone di diventare un punto di riferimento qualificato sulla patologia per pazienti e caregiver.
«La marea silenziosa che stravolge il piccolo mondo del pescatore, ci ricorda bene come la diagnosi di Mieloma Multiplo possa cambiare per sempre la vita dei pazienti», commenta Elena Zamagni, professore associato all’Università di Bologna, Dipartimento di Malattie Emato-oncologiche dell’Ospedale Sant’Orsola Malpighi e membro dell’European Myeloma Network. «Allo stesso modo però, la forza con cui il pescatore riesce a ricostruire la sua capanna ben rappresenta il coraggio e la resilienza dei pazienti che reagiscono alla diagnosi affidandosi agli specialisti e alle cure per affrontare la malattia».
Qual è l’incidenza di questa malattia? A quale età e quali persone colpisce maggiormente?
«Il Mieloma Multiplo rappresenta il 10% delle patologie ematologiche e interessa prevalentemente le persone sopra i 60 anni, con una maggiore incidenza dopo i 70 anni, soprattutto nei soggetti più fragili e con altre patologie, interessando più gli uomini rispetto alle donne. Sono circa 5/6000 nuovi casi l’anno ed è il secondo tumore ematologico più diffuso».
Quali sono le cause?
«Ad oggi la sua eziologia non è ancora del tutto nota: alla base della malattia sembra esserci una proliferazione anomala di un particolare tipo di cellule del midollo, le plasmacellule, che si riproducono in maniera incontrollata e causano danni proprio al midollo stesso, con ripercussioni sulla struttura e sulla salute delle ossa».
Esistono campanelli d’allarme e quali sono i principali sintomi?
«I più comuni campanelli d’allarme sono il dolore osseo, soprattutto a livello della colonna vertebrale e delle costole, dovuto alla progressiva fragilità ossea causata dalla proliferazione delle plasmacellule, il danno renale, un’evidente astenia, dovuta all’anemia e le ripetute infezioni. È importante evidenziare come oggi il Mieloma Multiplo possa essere considerato una patologia cronica, che si può trattare grazie alle nuove opzioni terapeutiche. Purtroppo capita spesso che all’interno del midollo rimanga qualche cellula neoplastica resistente che, col tempo, può causare una recidiva».
Quali sono i farmaci più innovativi oggi disponibili?
«Ce ne sono alcuni molto promettenti che vengono somministrati in prima linea, subito all’esordio della malattia, oltre al trapianto autologo di cellule staminali che da vent’anni è uno standard di terapia. Vengono anche somministrate combinazioni di più farmaci (sequencing) che controllano meglio la malattia. Ma esistono anche terapie mirate per il trattamento delle recidive che vanno in remissione progressiva per diversi anni, offrendo ai pazienti una migliore qualità di vita e un aumento della sopravvivenza».
Un suo commento su questa Campagna MMAREA-il Mieloma Multiplo, Onda dopo Onda?
«Trovo molto calzante paragonare questa malattia a una marea, perché il paziente la vive come fosse davvero una marea che avanza, rientra e ritorna con una ricaduta, con forti ripercussioni anche psicologiche. Da questa campagna emerge comunque un messaggio di speranza. Perché alla fine il pescatore ricostruisce la sua capanna, riprendendo una vita normale, con l’aiuto delle persone che lo circondano e lo amano, soprattutto i familiari, gli amici, ma anche i medici che prendono in carico il paziente dagli esordi della malattia, fino alla remissione e intervengono per aiutarlo a gestire le recidive».
di Paola Trombetta