La ricerca della bellezza che aumenta in entrambi i sessi, i pazienti sempre più giovani, il ruolo dei social nella formazione di modelli estetici sempre più stereotipati. E poi le nuove frontiere, gli interventi più innovativi, leggeri, orientati alla prevenzione e alla naturalezza. Sono i temi intorno ai quali, sotto il titolo di “Estetica, immagine, etica e scienza”, si è appena concluso a Roma il Congresso di medicina estetica (SIME), giunto alla 45a edizione e per la prima volta ospitato nei grandi spazi della Nuvola di Massimiliano Fuksas, all’Eur.
Il mercato della medicina estetica, primo dato emerso dal meeting, è in continua crescita: nel 2022 è stato valutato in 13,9 miliardi di dollari, che potrebbero arrivare a 23,4 miliardi entro il 2027, mentre nel 2021 i soli interventi non chirurgici (57% del mercato globale), hanno mosso un giro di affari di circa 7,5 miliardi di dollari. Cifre elevate, dunque, giustificate probabilmente dall’importanza crescente che l’aspetto esteriore sta assumendo in tutti i campi del sociale: dalla voglia di sentirsi bene con sé stessi, anche attraverso l’estetica, e dal graduale venir meno della disapprovazione sociale che fino a pochi anni fa accompagnava la materia. Se cresce il mercato internazionale, inoltre, non è da meno quello italiano. Gli Usa sono in testa nel ricorso alla medicina estetica (5,3 milioni di procedure effettuate nel 2021), ma da noi si conta il maggior numero di interventi in rapporto agli abitanti. E la platea dei richiedenti riguarda proprio tutti: le donne, che ancora rappresentano circa l’80% dell’utenza complessiva, ma anche gli uomini, la cui richiesta è aumentata del 25% negli ultimi 15 anni, i giovani e perfino i giovanissimi, che sono in continuo aumento. L’analisi dell’età rivela aspetti di valenza sociale e di consapevolezza: il 35-40% delle procedure è appannaggio della fascia fra i 35 e i 50 anni, e questo indica la ricerca della medicina estetica intesa non come riparazione tardiva di danni già avvenuti, ma come prevenzione, estetica e di salute, da incentivare alla soglia della mezza età. In altre parole, segnala la comprensione del vero significato della medicina estetica, che non deve “trasformare”, ma accompagnare con dolcezza il passare degli anni, all’insegna della naturalezza, dell’equilibrio e, appunto della prevenzione, che a volte si allarga a vere emergenze di salute. Come quando, nel corso dei check up medico-estetici, vengono diagnosticate patologie (lesioni pre-cancerose, sindromi metaboliche…) che i pazienti non immaginavano di avere. Il 40-45% delle richieste, invece, riguarda la fascia d’età fra i 19 e i 34 anni, quella più sensibile alle mode, alle comunicazioni dei social e ai modelli estetici a volte fuori dalla realtà che questi propongono. A tale proposito preoccupa il trend delle richieste, perché anche se i pazienti under/24 sono per ora solo il 5% (per lo più con problemi di acne) è anche vero che l’età del primo trattamento tende ad abbassarsi sempre di più. E questo, unito all’aggressività della comunicazione social, può comportare più richieste di modifiche ingiustificate, del corpo o del viso, con conseguente stravolgimento della naturalezza tipica dell’adolescenza e della prima giovinezza. «L’aumento del ricorso dei giovani alla medicina estetica rappresenta un problema serio», conferma infatti il presidente SIME, professor Emanuele Bartoletti. «Molto spesso i ragazzi sono spinti dai social in maniera diretta e subliminale e questo comporta il rischio di incontrare medici, o peggio ancora non medici, che accondiscendono a richieste spesso prive di senso. La dipendenza dei giovani da questo tipo di terapie sta diventando sempre più preoccupante, e occorre prestare attenzione, perché può portarli a sottoporsi a trasformazioni di cui in seguito potrebbero pentirsi».
Da qui l’attenzione della SIME che, attraverso specifiche sessioni congressuali, si rivolge anche ai medici affinché imparino a comunicare e a convincere chi vuole essere iper-trattato a desistere dall’impresa, anche considerando l’insorgere di nuove complicanze da eccesso di trattamento. Come la “facial over correction syndrome”, tipica di chi continua a sovrapporre filler che possono stratificarsi, dando origine a reazioni irreversibili.
Il meeting di Roma ha anche fatto il punto sul panorama delle offerte. A dominare il mercato, con l’80% del totale, sono ancora i prodotti iniettabili (acido ialuronico e tossina botulinica), a cui si aggiungono, nel campo dei trattamenti di ringiovanimento facciale, i peeling chimici e i trattamenti di skin tightening, capaci cioè di ridare compattezza e tonicità ai tessuti. Sono sempre attuali la depilazione permanente, i trattamenti anticellulite e la riduzione del grasso su fianchi e addome, attraverso la criolipolisi, tecnica basata sul raffreddamento delle cellule adipose che dà buoni risultati, anche se non paragonabili a quelli dell’aspirazione chirurgica. All’attenzione degli esperti vi è la nuova possibilità di ricorrere all’agopuntura, che in base a protocolli sviluppati da alcuni medici, sembra ridurre al minimo gli effetti collaterali dei trattamenti estetici, mentre si fa largo lo studio dei cosmetici e dei loro reali effetti. Con un focus sui filtri solari, che in alcuni casi si rintracciano nel sangue dopo appena due o tre applicazioni, e richiedono quindi maggiori approfondimenti.
I progressi della medicina rigenerativa
Attualissima, anche se ancora “work in progress”, la medicina rigenerativa è considerata la medicina del futuro. Le procedure che la riguardano utilizzano le cellule stesse del paziente per riparare danni e favorire processi di guarigione in caso di cartilagini usurate o ferite che non si rimarginano. Ma possono anche essere utilizzate, con grandi risultati ed effetti collaterali trascurabili, per prevenire/ correggere l’invecchiamento cutaneo. «In buone mani e con le giuste modalità, quello della medicina estetica rigenerativa è un ambito molto sicuro e virtualmente privo di effetti indesiderati», conferma Bartoletti, «A patto di rispettare regole ferree, in primis quelle delle buone pratiche cliniche, dell’utilizzo di strumentazioni adeguate e di un’accurata selezione dei pazienti, perché anche nella medicina rigenerativa le terapie vanno sempre personalizzate, in base all’età, alle indicazioni del singolo paziente e alle sue aspettative». Fra i trattamenti più praticati, l’utilizzo delle cellule staminali del tessuto adiposo, che iniettate in altri tessuti possono trasformarsi in cellule chiave per la rigenerazione, migliorando/ringiovanendo per esempio le condizioni della pelle e la ricrescita dei capelli. E, in grande espansione, l’utilizzo del plasma arricchito di piastrine (PRP), ottenuto dal sangue stesso del paziente. «Il sangue prelevato viene centrifugato ad alta velocità per separare i diversi componenti», spiega ancora Bartoletti. «E per il trattamento si utilizza solo la frazione PRP, contenente plasma arricchito di piastrine, che viene iniettato nella parte da trattare dello stesso paziente. Le piastrine sono cellule preziose perché fra le tante funzioni hanno anche quella di produrre fattori di crescita capaci di stimolare i fibroblasti dermici a produrre collagene, acido ialuronico ed elastina, mantenendo il derma idratato ed elastico. Migliorano così il tono e la qualità della pelle, si favorisce la formazione di nuovi vasi sanguigni, assicurando una migliore ossigenazione dei tessuti».
I trattamenti per gli uomini
Un’attenzione particolare del Congresso, infine, è stata riservata agli uomini, che a quanto pare si affidano al medico estetico più di quanto facciano le donne, guadagnandosi così lo scettro di pazienti ideali. Per loro, sempre dopo adeguati checkup e con la giusta attenzione per la specificità della pelle, diversa da quella delle donne, ci sono cosmetici ad hoc e a volte risultati più facili. Grazie al derma più spesso, con follicoli piliferi e ghiandole sebacee più grandi, per esempio, trattamenti mirati ad aumentare tonicità e volume, dalla biostimolazione alla bioristrutturazione, rendono di più e con minori sedute. Vale anche per gli uomini, l’offerta di soluzioni per ogni problema e ad ogni età. I supersportivi afflitti dalle guance scavate (per la riduzione della massa grassa e l’ipertrofia del muscolo) possono per esempio contare su filler riassorbibili (acido ialuronico) o sui trattamenti ristrutturanti che stimolano la produzione di collagene; i giovani con cicatrici d’acne possono ricorrere al PRP e successivo impiego di acido ialuronico, mentre i meno giovani, oltre a controllare il giro vita con la criolipolisi, possono combattere rughe e cedimenti con macchinari quali Endolift, radiofrequenza e tutto ciò che attraverso il calore provoca una retrazione termica che ricompatta i tessuti.
di Marilisa Zito