La SIPPS dice sì all’obbligo vaccinale in età pediatrica

È di questi giorni la proposta della Lega, presentata con un emendamento al decreto liste d’attesa, di abolire tutte le vaccinazioni pediatriche previste “da protocollo” dal Piano Nazionale Vaccinale. Nessuna esclusa. Rendendole quindi, ad ogni buon conto, per tutta la fascia di età compresa da 0 mesi a 16 anni solo raccomandate, non più obbligatorie. Vaccinazioni che erano invece una “istituzione” dal 2017, senza le quali i bambini in età scolare non immunizzati contro 12 malattie infettive – morbillo, rosolia e varicella comprese – non potevano accedere alle lezioni. La motivazione addotta dalla Lega: snellire le liste di attesa che, come noto, richiedono mesi prima di accedere a una prestazione. Non solo di “immunizzazione”, come nel caso dei vaccini, ma in linea generale per ogni richiesta di esame diagnostico, laboratoristico in alcuni casi, visite ambulatoriali o altro, prenotate con il servizio sanitario pubblico.

Un importante errore di valutazione, in termini di impatto per la salute, dei piccoli in primis e della collettività, secondo gli esperti pediatri che si schierano compatti contro questa iniziativa in occasione del XXXVI Congresso Nazionale della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS), appena concluso a Firenze, esprimendo un sì unanime all’obbligo vaccinale, sostenuto da robuste motivazioni e dall’evidenza dei fatti, anche “storici”: le vaccinazioni sono lo strumento e la misura che in Italia ha garantito la protezione di tutta la popolazione attraverso efficaci coperture vaccinali che devono essere almeno del 95%. Un target raggiungibile solo dall’obbligatorietà alla pratica. E a riprova della loro efficacia il fatto che ogni volta che è stata abbassata la guardia o l’obbligatorietà è stata sospesa per varie ragioni, il calo delle coperture vaccinali ha riacceso focolai epidemici, che ne hanno indotto la rapida reintroduzione, con immediato recupero dei livelli di protezione.

«Le vaccinazioni – spiega Giuseppe Di Mauro, Presidente SIPPS – rappresentano uno degli strumenti più efficaci nella prevenzione delle malattie infettive. È dimostrato il loro ruolo cruciale nel tutelare la salute e il benessere dei bambini, garantendo loro protezione da numerose e gravi patologie, molte delle quali prive di possibilità di cura e potenzialmente mortali, come morbillo, pertosse, poliomielite e in alcuni casi anche l’influenza». Sostengono il pensiero del Presidente anche altri colleghi pediatri: Rocco Russo, pediatra di Benevento e responsabile del Tavolo tecnico sulle vaccinazioni della Società Italiana di Pediatria che ha lanciato sul sito Change.org una petizione contro l’abolizione della Legge sull’obbligo vaccinale per il morbillo e Maria Carmen Verga, segretario nazionale SIPPS che sottolinea: «Grazie ai vaccini, molte malattie infettive un tempo comuni e devastanti sono oggi divenute rare o sono state debellate in diverse aree del mondo. La prevenzione, specificatamente vaccinale, è la “soluzione” per contenere il rischio che le malattie infettive possono causare complicazioni importanti a lungo termine o addirittura la morte. La prevenzione è sempre e comunque preferibile al trattamento».

Senza dimenticare l’immunità di comunità, anche nota come immunità di gregge, una “reazione” positiva alla vaccinazione: una sorta di effetto domino che consente alla persona che si vaccina e immunizza, di estendere la protezione anche alla porzione di popolazione che per qualsiasi ragione, da specifiche controindicazioni per altre cause, non può sottoporsi a vaccinazione. «È il caso dei neonati – evidenzia Luigi Terracciano, tesoriere della SIPPS – troppo piccoli per ricevere alcune di esse o persone che, ad ogni età, hanno malattie incompatibili con ogni sorta di immunizzazione. La vaccinazione, dunque, non è solo una scelta personale, ma un atto di responsabilità nei confronti di tutta la società».

A sostegno del valore dei vaccini c’è anche la sicurezza: ad eccezione, infatti, del vaccino Covid in cui si doveva far fronte a una emergenza impellente, i vaccini vengono messi in commercio e somministrati alla popolazione dopo decenni di ricerca, sviluppo e rigorosi controlli di sicurezza ed efficacia: quindi il reale rischio per le persone è di contrarre le malattie in caso di inadeguata protezione e non dai rarissimi effetti collaterali legati ai vaccini.
Ma non solo: l’abolizione dell’obbligo vaccinale, sottolinea la SIPPS, contribuirebbe a diffondere un errato messaggio alla popolazione, gettando un’ombra su efficacia, sicurezza e reale utilità di questa fondamentale misura preventiva, sostenendo di contro le campagne e i supporter no vax. «L’abolizione dell’obbligo da parte del Governo – dichiarano all’unanimità i pediatri della Società – non farebbe che avallare questi pericolosi rischi per i singoli cittadini e per l’intera società che perderebbe un’importante tutela di salute».

Non ultimo occorre evidenziare che i vaccini promuovono anche la sostenibilità: il costo di una vaccinazione è, infatti, sensibilmente inferiore a quello di un trattamento per una patologia grave e al carico di dolore ed emotivo per famiglie e bambini travolti dalle implicazioni e conseguenze di una grave malattia, invece evitabile o prevenibile. Con una semplice vaccinazione mirata, appunto. «Le malattie infettive – conclude Di Mauro – possono richiedere ospedalizzazioni prolungate, trattamenti costosi con impatti economici importanti per famiglie, società e l’intero sistema. Le vaccinazioni invece contribuiscono a mantenere basso il costo complessivo del nostro Servizio sanitario nazionale». Che sta vivendo anch’esso, come noto, un periodo di crisi: per mantenerlo efficiente e in salute è necessario proteggerlo. E già i primi rumors parlano di inammissibilità della proposta della Lega sullo stop all’obbligo.

Per firmare la petizione contro la cancellazione dell’obbligatorietà alla vaccinazione per il morbillo: clicca qui

di Francesca Morelli

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