MENOPAUSA: una nuova terapia non ormonale contro le vampate

Il sudore compare all’improvviso e può continuare per ore, creando forte imbarazzo soprattutto nella vita relazionale. Per non parlare delle notti insonni, in cui, anche se le temperature sono basse, si suda in continuazione, senza riuscire a dormire. Le vampate di calore sono il sintomo più ricorrente durante la menopausa: interessano circa l’80% delle donne e nel 40% dei casi compaiono con intensità moderata o severa e interferiscono sulle attività quotidiane, sul lavoro, compromettendo la qualità di vita.

Da pochi giorni è in commercio una nuova terapia non ormonale (fezolinetant) specifica per il trattamento di questi sintomi, da moderati a gravi, che agisce bloccando in particolare la neurochina B (NKB), implicata nel meccanismo di termoregolazione del nostro corpo, che interagisce con gli estrogeni. Quando questi ormoni si riducono, l’equilibrio con la neurochina subisce un’alterazione e si accentuano le vampate.

Per saperne di più abbiamo intervistato la professoressa Rossella Nappi, Presidente della Società Internazionale della Menopausa (IMS), Professore Ordinario di Ostetricia e Ginecologia all’Università degli Studi di Pavia e responsabile SSD Ostetricia e Ginecologia 2, Procreazione Medicalmente Assistita, IRCCS Fondazione San Matteo di Pavia.

Cosa comporta la menopausa nella vita della donna e quali sono i principali sintomi?
«La menopausa è un evento naturale che si verifica nel ciclo riproduttivo della donna e viene definita tale dopo un anno o più dalla cessazione delle mestruazioni. La maggior parte delle donne entra in menopausa tra i 45 e i 55 anni, con un’età media di insorgenza di 51 anni. La menopausa ha un preciso significato: è la fase della vita della donna in cui si interrompe la sua capacità riproduttiva, in conseguenza della drastica riduzione degli estrogeni. Questo fenomeno fisiologico si attua lentamente nell’arco di 3-5 anni e comporta un riadattamento di tutte le principali funzioni del corpo femminile. Oltre all’utero e alle ovaie, che subiscono notevoli trasformazioni, l’organo bersaglio è il cervello, in particolare una struttura chiamata ipotalamo da cui dipende il controllo e la regolazione dei meccanismi riproduttivi della donna. Una funzione cerebrale che risente in modo particolare del calo degli estrogeni è la termoregolazione, ossia la capacità del cervello di “leggere” in modo corretto la temperatura esterna all’organismo. Ne consegue che la sintomatologia principale della menopausa è rappresentata dalle vampate di calore che hanno origine proprio nell’ipotalamo e possono durare da pochi secondi a diversi minuti. L’errata lettura del “termostato interno” da parte di un gruppo di neuroni dell’ipotalamo innesca una reazione a cascata per cui all’improvviso si manifesta vasodilatazione con forte e diffuso arrossamento cutaneo del volto e del collo, sensazione di caldo intenso al viso, al collo e al torace, brividi, sudorazione profusa anche di notte, spesso battito cardiaco accelerato, stato di confusione mentale, con ansia e instabilità emotiva. In aggiunta, si possono manifestare mal di testa, secchezza vaginale, dolore alle articolazioni, aumento di peso, pelle secca e diradamento dei capelli».

Quanto incidono le vampate di calore e le sudorazioni notturne (VMS) nelle donne in menopausa e quale impatto hanno nella vita quotidiana?
«Le vampate di calore, chiamate sintomi vasomotori (VMS) si manifestano diversi anni prima della menopausa e possono perdurare a lungo dopo. La durata media è di circa 7,4 anni ma in alcuni casi possono persistere oltre 10 anni. La tempesta vasomotoria si presenta in qualunque momento del giorno e della notte, con una frequenza e intensità variabili da donna a donna. Gli studi confermano che circa l’80% delle donne in menopausa accusa vampate di calore e nel 40% dei casi possono essere di intensità da moderata a molto severa e interferiscono sulle attività quotidiane, su lavoro e qualità di vita. In particolare, le sudorazioni notturne influenzano in modo negativo il sonno che è un fattore fondamentale del nostro benessere. Svegliarsi di notte ripetutamente, bagnate fradicie, comporta nel tempo un’usura psico-fisica e mentale molto elevata. È stato calcolato, infatti, che i disturbi del sonno impattano moltissimo sul tono dell’umore, sullo stato di veglia diurno, sull’efficienza psico-fisica e comportano un senso di stanchezza generalizzata. Il sonno è l’ottavo pilastro del rischio cardiovascolare. Le donne con vampate di calore producono più ormoni dello stress, i vasi sanguigni subiscono una vasocostrizione e si accumula un maggiore rischio a carico del microcircolo cerebrale e del sistema nervoso centrale, oltre che a livello cardiaco. Oltre a questi sintomi fisici, purtroppo, pesano sulla menopausa uno stigma e una percezione alterata, per cui viene considerata un evento naturale che riguarda tutte le donne da sempre e che le donne devono accettare. Questo approccio deve cambiare: oggi la donna a 50 anni è ancora attiva e ha davanti una lunga aspettativa di vita. Sappiamo che la menopausa e i suoi sintomi possono avere ripercussioni importanti sulla salute di molti organi e apparati anche a distanza di molti anni. È necessario quindi proteggere la donna e la sua salute futura: oggi questo è possibile grazie ai progressi della ricerca che hanno reso disponibili farmaci non ormonali, efficaci e sicuri».

Esistono diverse opzioni per il trattamento dei sintomi vasomotori, che devono essere però personalizzate. Di recente è stato approvato un nuovo farmaco non ormonale (fezolinetant) che controlla i sintomi vasomotori più importanti. Come agisce e quali benefici per la donna?
«L’arrivo di questo farmaco è una rivoluzione vera e propria: per la prima volta noi clinici abbiamo una molecola per la gestione delle vampate di calore, che non è un ormone, non è uno psicofarmaco, ma è mirato al meccanismo cerebrale che “accende” l’insorgenza della vampata di calore. In passato, si credeva che la menopausa e i sintomi vasomotori associati fossero il risultato della sola diminuzione degli estrogeni. Le ricerche in questo campo hanno fatto conoscere il ruolo di specifiche vie neuronali situate nell’ipotalamo, l’area del cervello che regola la temperatura corporea, nel causare le vampate di calore. Uno dei motivi per cui le donne rinunciano a gestire le vampate di calore è che non vogliono o non possono assumere ormoni. A ciò si aggiunge il fatto che la donna percepisce la menopausa come un evento ineluttabile, fisiologico, che non deve essere gestito con i farmaci. Fezolinetant rappresenta per tutte le donne un’opzione terapeutica in più, una nuova opportunità, per poter trattare un sintomo senza influire sul fenomeno menopausa dal punto di vista ormonale, perché agisce in modo mirato sulle neurochinine B, molecole che regolano la temperatura corporea a livello cerebrale. Fezolinetant è in linea proprio con i desiderata delle donne che vogliono vivere questa stagione della loro vita senza soffrire, in serenità e in benessere».

di Paola Trombetta

Articoli correlati