Il vaccino contro il virus sinciziale anche per gli adulti

La stagione invernale si preannuncia molto impegnativa, con una recrudescenza contemporanea di diversi virus respiratori, soprattutto con la riapertura delle scuole e l’abbassamento delle temperature che costringeranno presto a letto una buona parte della popolazione italiana, mettendo in seria difficoltà i soggetti più fragili. Non a caso l’Osservatorio influenza amplia quest’anno il proprio raggio d’azione e diventa Osservatorio Virus Malattie Respiratorie. Tra questi si sta sempre più diffondendo il Virus Respiratorio Sinciziale (RSV). «Tipico dell’età infantile e pediatrica, rappresenta una minaccia importante anche per gli adulti, specialmente anziani, in coloro che presentano patologie croniche respiratorie, cardiovascolari, diabete e un sistema immunitario compromesso, causando infezioni severe del tratto respiratorio inferiore, come la bronchiolite, la polmonite, l’aggravamento di patologie pre-esistenti (riacutizzazioni di malattie come asma e BPCO), complicanze cardiovascolari, ricoveri ospedalieri», ha spiegato il dottor Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell’Università degli studi di Milano e dell’Azienda IRCCS Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio di Milano. «Ad oggi, RSV è la terza causa più frequente di malattia del tratto respiratorio negli adulti, insieme al virus influenzale e SARS-CoV-2. Inoltre, il numero di decessi causati da RSV è più alto nella popolazione adulta rispetto a quella pediatrica. Per questo è fondamentale tutelare i fragili: considerando anche la nuova variante Covid, le virosi respiratorie più serie, che potrebbero mettere a rischio equilibri di salute non propriamente ottimali, come può accadere per gli anziani e i fragili. E impegnarsi per mettere in atto le misure preventive possibili, partendo dalle protezioni personali fino alle vaccinazioni».

Come ribadito recentemente in un convegno di Italia Longeva, degli oltre 18 milioni di “over 60” candidabili alla vaccinazione antinfluenzale e anti-Covid-19, lo scorso anno si è vaccinato solo il 47% e il 18%, a dispetto di una copertura minima raccomandata del 75%. Sottoutilizzata è anche la vaccinazione per proteggersi dalla polmonite pneumococcica, a cui ha aderito poco più del 25% degli oltre 750 mila 65enni ai quali viene raccomandata e offerta gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale. È in questo scenario che crescono le preoccupazioni anche per il Virus Respiratorio Sinciziale: secondo gli esperti, risulta tra le infezioni che nella precedente stagione invernale hanno avuto un maggiore impatto sugli anziani e i pazienti cronici, nei quali rappresenta la seconda causa più comune di polmonite virale».

Ad oggi non esistono trattamenti specifici contro RSV negli adulti e la terapia di supporto può comprendere broncodilatatori, supplemento di ossigeno, reintegrazione di liquidi e antipiretici. «L’autorizzazione del vaccino contro l’RSV, prodotto nello stabilimento GSK di Parma, rappresenta una svolta fondamentale per proteggere la popolazione adulta più vulnerabile – commenta Sara De Grazia, Vaccines Medical Head di GSK Italia – e oggi abbiamo a disposizione uno strumento per difendere gli adulti fragili da questa insidiosa infezione per la quale non esistono trattamenti terapeutici e la prevenzione resta l’unica arma. Una dimostrazione del bisogno medico esistente è che l’EMA ha valutato la domanda di autorizzazione all’immissione in commercio del vaccino con una procedura fast-track accelerata, consentendo un più rapido accesso a questa opzione profilattica». La vaccinazione anti-RSV è attualmente raccomandata in diversi Paesi dai rispettivi gruppi tecnici nazionali sulle vaccinazioni e dalle principali società scientifiche. Sebbene non sia ancora inclusa nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) italiano, il Board del Calendario della Vita ha pubblicato un documento in cui raccomanda la vaccinazione contro RSV per i soggetti di età pari o superiore a 75 anni e superiore a 60 anni in presenza di patologie croniche.

L’efficacia del vaccino è stata valutata in uno studio internazionale che ha coinvolto 17 Paesi, fra cui l’Italia, con circa 25mila soggetti adulti di età ≥ 60 anni, seguiti per tre stagioni consecutive», ha puntualizzato Annalisa Calabrò, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. «Circa il 40% dei partecipanti presentava una o più patologie associate a un aumentato rischio di sviluppare una malattia grave a seguito dell’infezione da RSV (BPCO, asma e altre malattie respiratorie, diabete di tipo 1 o 2, insufficienza cardiaca cronica, malattia renale e malattia epatica in stadio avanzato). Secondo lo studio HTA, “Health Technology Assessment”, in base alle evidenze scientifiche che abbiamo analizzato, il vaccino per il virus respiratorio sinciziale (RSV) è una tecnologia efficace per almeno 3 stagioni consecutive. È un vaccino sicuro che protegge il singolo e la comunità. Sulla base delle protezioni di tutti e sulle evidenze a disposizione, ci auguriamo che vengano prese le decisioni giuste in ambito di protezione della collettività. L’RSV non è un problema solo pediatrico, ma anche degli adulti a rischio e degli anziani».

Il vaccino può essere somministrato con tutti i tipi di vaccini antinfluenzali e sono stati di recente resi noti i risultati di uno studio di co-somministrazione con il vaccino adiuvato contro l’Herpes Zoster, che dimostrano come la somministrazione simultanea dei due vaccini sia ben tollerata. A marzo 2024, il Ministero della Salute ha emanato una circolare dedicata alle misure di prevenzione e immunizzazione contro il virus respiratorio sinciziale (RSV)», puntualizza il professor Walter Ricciardi, Ordinario di Igiene, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e Presidente del Mission Board on Vaccination in Europe (MBVE). Il documento, rivolto alle Regioni, dopo aver premesso le caratteristiche dell’RSV, l’epidemiologia, le modalità di trasmissione e i fattori di rischio, passa in rassegna tutte le strategie di prevenzione disponibili, sia a livello di misure di igiene e protezione individuale sia di strumenti farmacologici, quali anticorpi monoclonali e vaccini. La vaccinazione contro RSV negli adulti è menzionata nella circolare ministeriale del 20 maggio 2024 “Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2024-2025”, dove è indicata la possibilità di co-somministrazione con i vaccini antinfluenzali». Al momento il vaccino adiuvato di GSK è l’unico contro RSV co-somministrabile con tutte le tipologie di vaccini antinfluenzali. Sono ancora in corso gli studi che valuteranno la somministrazione contemporanea con il vaccino anti-pneumococcico coniugato 20-valente e l’utilizzo del vaccino in una popolazione più giovane immunocompromessa (trapiantati di rene o polmone). Una dose ha dimostrato un’efficacia nella riduzione della malattia da RSV nelle basse vie aere fino a tre stagioni del 62,9%. Nelle scorse settimane la Commissione europea ha autorizzato il vaccino adiuvato per l’immunizzazione attiva nella prevenzione della malattia delle basse vie respiratorie causata dal virus respiratorio sinciziale (RSV) anche negli adulti di età compresa tra 50 e 59 anni a rischio aumentato. «Gli adulti con condizioni mediche di base come broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), asma, insufficienza cardiaca e diabete, sono a maggiore rischio di gravi conseguenze da un’infezione da RSV rispetto a quelli senza queste condizioni», ha aggiunto il professor Ricciardi. «L’infezione da RSV può peggiorare queste condizioni e portare a polmonite o ospedalizzazione. Si stima che ci siano circa 65 milioni di adulti di età compresa tra 50 e 59 anni nell’Unione Europea, con circa 20 milioni di queste persone (un terzo) che hanno almeno una condizione medica di base che li espone a un rischio maggiore di malattia da RSV. La domanda di autorizzazione è stata supportata dai risultati positivi di uno studio di fase III che ha valutato la risposta immunitaria e la sicurezza del vaccino RSV negli adulti tra 50 e 59 anni, compresi quelli a maggiore rischio di complicanze da RSV. Si prevede che gli studi che valutano la sicurezza del vaccino negli adulti tra 18 e 49 anni a rischio aumentato e negli adulti immunocompromessi di età pari o superiore a 18 anni, saranno pubblicati a breve»

di Paola Trombetta

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