Legionella: in aumento i casi di infezioni

Con l’arrivo della bella stagione, cominceranno a funzionare gli impianti di condizionamento, sia nei luoghi di lavoro che nelle abitazioni. Attenzione, però: se non sono sottoposti ad adeguata pulizia e manutenzione, possono nascondere un serio pericolo per la salute dei nostri polmoni. Non è infrequente infatti la presenza di Legionella, un batterio silenzioso, che vive naturalmente in ambienti acquatici e riesce a proliferare a temperature comprese tra i 20°C e i 50°C, diventando potenzialmente pericoloso per la salute dell’uomo. In Italia, rappresenta un problema ancora molto sottovalutato, nonostante l’aumento dei casi registrati negli ultimi anni e il rafforzamento della normativa con il D.Lgs.18/2023, che ha ribadito l’obbligo di attuare misure preventive al fine di ridurre al minimo il rischio di contaminazione.

«Le infezioni da Legionella pneumophila sono un rischio troppo spesso ignorato e rappresentano una sfida concreta per la salute pubblica», dichiara Fabrizio Pregliasco, Direttore Sanitario dell’IRCCS Ospedale Galeazzi–Sant’Ambrogio e Professore associato di Igiene Generale e Applicata presso la sezione di Virologia del dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano. «Contratta mediante inalazione o aspirazione di aerosol contaminato, la legionellosi può causare infatti gravi infezioni all’apparato respiratorio: si presentano con sintomi che inizialmente possono manifestarsi in modo simile a quelli di una polmonite severa, portando in alcuni casi a gravi complicanze, talvolta fatali».

Nel nostro Paese, gli ultimi dati disponibili del 2022 riportano circa 3.111 casi di legionellosi, con un’incidenza pari a 51,9 casi per milione di abitanti e un incremento del 14% rispetto all’anno precedente. Il 77% dei casi è stato registrato in 6 Regioni – Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Lazio e Piemonte – e il restante 23% dalle rimanenti 15 Regioni e Province Autonome. Da notare che oltre il 70% delle persone colpite ha almeno 60 anni e l’incidenza aumenta al crescere dell’età raggiungendo il valore massimo di 169,7 casi per milione di abitanti negli ultra-ottantenni. «In generale sono più a rischio le persone anziane che presentano anche malattie croniche o i pazienti che hanno un sistema immunitario meno efficiente; tuttavia, una volta accertata la diagnosi tramite l’esame radiologico del torace, la ricerca dell’antigene Legionella pneumophila nelle urine e l’esame colturale su un campione respiratorio, è possibile trattare l’infezione con una terapia antibiotica specifica, associata a misure di supporto respiratorio e a terapie antinfiammatorie».

LEGIONELLOSI E AMBIENTI SANITARI

Negli ambienti sanitari, la produzione di aerosol e l’uso di nebulizzatori per scopi clinico-terapeutici, come avviene nei trattamenti inalatori o nella ventilazione assistita, possono favorire la diffusione di Legionella, a condizione che il batterio sia presente nella rete idrica e nelle apparecchiature. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, il 2,9% dei casi di legionellosi è di origine ospedaliera.

«Nelle strutture sanitarie, in particolare le residenze per anziani, il rischio di legionellosi è particolarmente elevato, poiché colpisce pazienti fragili, spesso con un sistema immunitario compromesso, anche da patologie croniche pregresse», spiega Riccardo Tartaglia, Professore straordinario presso l’Università G. Marconi e Presidente onorario dell’Italian Network for Safety in Healthcare. «Per questo, le Direzioni Sanitarie hanno il compito di individuare operatori responsabili della gestione e prevenzione della Legionella (medico igienista, clinical risk manager, responsabile Servizio Protezione e Prevenzione), assicurando l’applicazione di protocolli specifici per valutare il rischio. Una volta identificato il livello di pericolo degli impianti, tramite analisi microbiologiche condotte da laboratori specializzati, è necessario adottare tutte le misure di manutenzione o bonifica, ed effettuare periodici campionamenti dell’acqua». È importante sottolineare che la legionellosi non è un’infezione strettamente correlata all’assistenza sanitaria. Sebbene possa verificarsi nelle strutture sanitarie, la malattia non si trasmette da persona a persona. La diffusione del batterio avviene per via inalatoria, respirando particelle di acqua nebulizzata provenienti da un impianto o apparecchiatura contaminati, con il rischio di contagio non solo in ambito ospedaliero o termale, ma anche in situazioni quotidiane, come una doccia o l’esposizione ad aerosol provenienti da un sistema di aria condizionata male mantenuto.

OBBLIGHI NORMATIVI

La prevenzione e il controllo della Legionella in tutti i contesti a rischio, non solo nelle strutture sanitarie e RSA, ma anche negli edifici civili come alberghi, uffici e fabbriche, è regolamentata dal D.Lgs. 18/2023 e dalle Linee Guida emanate dal Ministero della Salute nel 2015, che sottolineano l’importanza per i datori di lavoro di adempiere agli obblighi di sicurezza per la gestione del rischio Legionella. Alla luce dell’incremento dei casi registrato negli ultimi anni, è stata recentemente condotta una ricerca, commissionata da Initial e svolta da mUp research, per valutare il livello di consapevolezza di Manager e Aziende sul tema: ha evidenziato che tra i 605 manager italiani intervistati, solo il 53% possiede una conoscenza qualificata (ossia è consapevole dei rischi per la salute e della trasmissione per via aerea) e che la maggioranza degli intervistati (65,3%) non ha mai preso in considerazione i rischi.

«Le aziende e le strutture sanitarie devono attuare strategie di prevenzione efficaci, poiché la normativa non si limita a raccomandazioni generiche, ma impone standard di monitoraggio e gestione», commenta Francesco Santi, Presidente AIAS – Associazione Italiana Ambiente e Sicurezza. «Il decreto D.Lgs. 18/2023 stabilisce che tutti gli edifici con impianti idrici devono garantire che l’acqua distribuita non sia dannosa per la salute e introduce per la prima volta la figura del GIDI, responsabile per la gestione della rete idrica interna negli edifici. La normativa, infine, prevede anche Piani di sicurezza dell’acqua, ovvero un sistema integrato di prevenzione e controllo basato sull’analisi di rischio sito-specifica estesa all’intera filiera idro-potabile. La Legionella, quindi, rappresenta un rischio nascosto che è necessario prevenire. Il servizio LFree combina consulenza tecnica, analisi, sanificazioni e formazione attraverso diverse fasi: sopralluogo, verifica della documentazione ed elaborazione di piani di monitoraggio e manutenzione mirati. Il controllo periodico viene garantito attraverso campionamenti e analisi di laboratorio certificate, accompagnate da relazioni tecniche dettagliate. Non solo prevenzione ma anche expertise: in caso di contaminazione l’azienda interviene con sanificazioni specifiche, ripristinando la sicurezza degli impianti».

di Paola Trombetta

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