Donna e laureata con età tra i 40 e i 50 anni: questo il target di chi maggiormente ricorre all’impiego di integratori e rimedi di fitoterapia, che in generale è in continuo aumento. Il motivo principale che fa preferire all’universo rosa le terapie non convenzionali? Sono considerate naturali e quindi prive di effetti collaterali. Ma non sempre è così. «Infatti l’assunzione di integratori mentre si stanno seguendo cure con i farmaci andrebbe segnalata al medico, perché si possono verificare interferenze con riduzione o aumento dell’efficacia dellemedicine», spiega Fabio Facchinetti, presidente SIFIOG, Società italiana di fitoterapia e integrazione in ostetricia e ginecologia.Qualche esempio? La farmacista Catherine Ulbricht, farmacista al Massachusetts General Hospital di Boston che di recente ha pubblicato sulla rivista Alternative and Complementary Therapies un documento, in cui ha riassunto quel che si sa oggi circa le interazioni fra erbe, supplementi e farmaci, avverte di stare attenti agli effetti di erbe e supplementi sulla coagulazione del sangue, perché molte sostanze usate come integratori, quali gingko biloba, aglio o zenzero, aumentano il sanguinamento e possono essere pericolosi se si è in cura con anticoagulanti. E ancora la melatonina, così come i cibi ricchi di vitamina K (broccoli, spinaci) possono al contrario avere un effetto pro-coagulante e ridurre l’azione di alcuni farmaci. L’iperico invece può ridurre l’effetto terapeutico degli anticoncezionali orali, oltre ad avere effetti fotosensibilizzanti che aumentano ilrischio di scottature se ci si espone al sole o alle lampade abbronzanti.
«Dunque oltre a incoraggiare la ricercaè necessario impegnarsi per diffondere una maggiore informazione non solo tra le donne ma anche tra gli specialisti», ha sottolineato Facchinettinel corso del quarto congresso SIFIOG che si è tenuto di recente a Parma in occasione di Pianeta Nutrizione, manifestazione che ha riunito medici ed esperti internazionali per fare il punto sulle novità in materia di integratori e sul loro uso corretto.
Merita chiarezza ad esempio l’impiego di acido folico (vitamina B 9) che dovrebbe essere assunto da tutte le donne che desiderano un figlio per prevenire alcuni difetti congeniti del sistema nervoso centraledel feto. «Non solo, è ancora basso il numero di chi assume acido folico, circa il 30 per cento, ma ancora poche donne sanno che per esplicare la sua efficacia preventiva questa integrazione va fatta prima della gravidanza e non oltre la dodicesima settimana di gestazione», precisa lo specialista. Sempre in gravidanza, in caso di anemia, Facchinetti consiglia l’impiego di integratori a base di lattoferrina una molecola che facilita l’assorbimento del ferro introdotto con l’alimentazione e che rappresenta una moderna e valida alternativa agli integratori a base di ferro, che possono dare effetti collaterali come dolori gastrici e dissenteria. I fitoestrogeni, e in particolare quelli presenti in trifoglio rosso e cimicifuga, sono invece i migliori alleati delle donne alle prese con la menopausa. «Secondo recenti studi l’assunzione di queste sostanze sotto forma di capsule o tintura madre già dopo 12 settimane può ridurre nell’80 per cento dei casi i sintomi tipici della menopausa (vampate di calore, senso di gonfiore, risvegli notturni, secchezza vaginale ecc)», dice lo specialista. «Non solo.I fitoestrogeni, a differenza degli estrogeni, possono anche essere usati senza rischi da chi ha avuto un tumore al seno». Ma, raccomanda Facchinetti: «Vietato assolutamente il fai da te, e per evitare reazioni indesiderate è irrinunciabile rivolgersi al medico esperto anche in rimedi verdi». Tanto più che in linea di massima se si segue un’alimentazione corretta e variata con il giusto apporto quotidiano di proteine, carboidrati, verdura e frutta l’assunzione di integratori non è necessaria. Sarà perciò il medico sia nelle fasi normali della vita, sia in momenti particolari e più delicati come adolescenza, maternità, menopausa o anche solo dopo un’influenza a valutarein base al risultato di eventuali controlli ed esami del sangue se occorre ricorrere agli integratori e a deciderne tipo e modalità di assunzione. Precisa comunque il professor Michele Carruba, direttore del Centro di studio e ricerca sull’obesità all’Università di Milano: «E’ scientificamente dimostrato che carenze anche minime, di macronutrienti essenziali, come le vitamine e i minerali, possono essere un fattore di rischio per lo sviluppo di patologie croniche (diabete, obesità). E se da un lato una dieta completa ed equilibrata è in grado di assicurare all’organismo il corretto apporto di questi elementi, dall’altro anche le più recenti indagini condotte sulla popolazione italiana confermano che la maggior parte delle persone, soprattutto anziane, ha difficoltà a seguire una dieta sana tutti i giorni e non sempre riesc ad assumere la giusta dose di frutta e verdura. In questi casi si può quindi ricorrere al supporto aggiuntivo offerto dagli integratori alimentari». E in particolare potrebbe essere utile assumere integratori multivitaminici, con un mix di vitamine e minerali, pensati in modo specifico per coprire esigenze nutrizionali di uomini e donne over 50, con componenti diversi in base al sesso.
di Antonella Franchini