Ritorna in 5 mila piazze italiane, sabato 4, domenica 5 e l’8 marzo, la Gardenia AISM per la Ricerca contro la Sclerosi multipla, appuntamento promosso dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla e dalla sua Fondazione (FISM), con l’Alto Patrocinio della Presidenza della Repubblica e della Fondazione Pubblicità Progresso. Anche quest’anno 10.000 volontari saranno impegnati ad offrire una pianta di Gardenia, per un contributo minimo di 15 euro. Per conoscere quali sono le piazze con la Gardenia di AISM, visitare il sito www.aism.it. Testimonial dell’iniziativa sono Antonella Ferrari attrice, affetta da SM e da sempre madrina dell’Associazione, la giornalista Gaia Tortora, Cristel Carrisi, giovane conduttrice televisiva e cantautrice, figlia dei cantanti Albano e Romina Power, Annalisa cantautrice e Paola Marella conduttrice televisiva. I fondi raccolti con Gardenia AISM 2017 saranno impiegati in progetti di ricerca mirati in particolare alla SM pediatrica. : Il 10% delle persone con SM, infatti, ha meno di 18 anni. Fino all’8 marzo con il numero solidale 45520 è possibile donare 2 euro da cellulari personali, 5 euro per ciascuna chiamata fatta da rete fissa.
La sclerosi multipla è una malattia cronica, imprevedibile e spesso progressivamente invalidante: una delle più gravi del sistema nervoso centrale. Colpisce soprattutto le donne, in un rapporto di 2 a 1 rispetto agli uomini. Il 50% delle persone con SM sono giovani: la malattia viene diagnosticata sempre più spesso sotto i 40 anni, nel periodo della vita più ricco di progetti. Si stimano 3.400 nuovi casi ogni anno in Italia. Si manifesta per lo più con disturbi del movimento, della vista e dell’equilibrio, seguendo un decorso diverso da persona a persona. Sono 30 i sintomi associati alla sclerosi multipla tra questi anche la difficoltà nel linguaggio, la riduzione di forza muscolare, di sensibilità, disturbi cognitivi e nell’85% delle persone prevale il sintomo più comune della malattia: la fatica. P.T.
LA TECNOLOGIA “PREMIA” LA SCLEROSI MULTIPLA
“Wearable device”, tecnologia indossabile e “exergames”, ovvero videogiorchi: sono i progetti innovativi che hanno vinto il Premio Merck in Neurologia, mirato alla gestione del paziente affetto da sclerosi multipla. Il primo, sviluppato dal dipartimento di Scienze della Salute dell’Università degli Studi di Genova (DISSAL), permette di quantificare il danno motorio agli arti superiori e predire il possibile grado di disabilità, indossando dei guanti dotati di sensori. Mentre il secondo, ideato dall’Istituto Neurologico “Carlo Besta”, in collaborazione con il Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi e di Neuroriabilitazione dell’Auxologico di Milano e del dipartimento di Neuroriabilitazione di Villa Beretta di Costamasnaga, Ospedale Valduce di Como, consente attraverso l’utilizzo di una piattaforma informatica e di videogiochi ad hoc, di attuare un percorso riabilitativo personalizzato al domicilio del paziente. «L’innovazione tecnologica – ha spiegato il Professor Leandro Provinciali, Presidente della Società Italiana di Neurologia e della Commissione Giudicatrice del Premio – risulta sempre più funzionale al miglior trattamento del paziente con sclerosi multipla, soprattutto se si tratta di soluzioni che supportano il neurologo nella gestione della malattia a lungo termine». Perché oggi l’innovazione tecnologica offre già diverse opportunità, per la promozione della salute, la prevenzione e gestione di patologie soprattutto croniche, con ricadute positive anche sul contenimento dei costi di assistenza, essendo molte di esse ad uso domiciliare. «Per cogliere e sfruttare al meglio tutte queste opportunità tecnologiche – aggiunge Eugenio Santoro, Responsabile del Laboratorio di Informatica del dipartimento di Epidemiologia dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche ‘Mario Negri’ di Milano – è necessaria una maggiore cultura Evidence Based Medicine applicata all’informatica medica e soprattutto una maggiore disponibilità da parte di aziende, istituzioni, partner industriali a destinare fondi per lo sviluppo di ricerche e la realizzazione di strumenti e device dedicati». Perché l’innovazione tecnologica in Italia è ancora poco sfruttata: in questo settore si investe solo l’1,23% della spesa sanitaria. F.M.