L’utilizzo di un casco che raffredda il cuoio capelluto ridurrebbe della metà il rischio di caduta dei capelli, conseguente a chemioterapia, in donne affette da tumore al seno. Questo stratagemma consentirebbe infatti di restringere i vasi sanguigni che irrorano il cuoio capelluto, a vantaggio di un minor afflusso dei farmaci ai follicoli piliferi e dunque di una minore esposizione agli effetti di indebolimento e caduta dei capelli. Vantaggi che sono raggiungibili indossando il casco per 30 minuti prima, durante e dopo la terapia, con un limite massimo però di tre mesi. È quando emerge da due studi americani, pubblicati sul Journal of the American Medical Association (JAMA) di cui il primo, condotto dal Baylor College of Medicine di Houston, ha coinvolto 182 donne affette da carcinoma della mammella al primo o secondo stadio di malattia, assegnando 119 pazienti al gruppo in trattamento con il casco e 63 a quello di controllo. Il secondo, attuato dall’University of California in collaborazione con altri centri di ricerca statunitensi, ha invece considerato gli esiti della caduta dei capelli in 106 donne sottoposte a raffreddamento del cuoio capelluto contro 16 appartenenti al gruppo di controllo. In entrambe le ricerche l’uso del casco freddo avrebbe ridotto le probabilità di perdere i capelli di circa il 50%. Inoltre nel primo studio sarebbe stato possibile anche evitare nel 51% dei casi la rasatura totale dei capelli e nel secondo ottenere i migliori benefici dall’uso nel caso nel 66% dei casi. Ma non solo: l’uso del caso avrebbe dimostrato importanti ripercussioni anche sul piano psicologico con il miglioramento della percezione dell’immagine di sé, la riduzione dello stato di prostrazione, associato a livelli più elevati di ansia e stress aggravanti di nausea e fatica, maggior incentivo a sottoporsi a terapia. Il ‘casco freddo’, dedicato al momento solo a pazienti con tumore del seno in trattamento chemioterapico, è già in uso anche in Italia in nove ospedali: Perrino di Brindisi, Policlinico Gemelli di Roma, Presidio Ospedaliero Santa Croce di Fano, Ospedale Infermi di Rimini, Istituto Oncologico Veneto di Padova, Ospedale Maggiore di Trieste, Fondazione Poliambulanza e Spedali Civili di Brescia e Istituto Europeo di Oncologia di Milano. F.M.
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