Anche i bambini fumano, “passivamente”, immagazzinando loro malgrado potenziali danni per la salute respiratoria, e non solo, fin dalla più tenera età. Accade al 52% di piccoli italiani – dunque uno su 2, soprattutto nel secondo anno di vita – secondo i più recenti dati Istat che evidenziano una coltre di fumo attorno al 49% dei neonati e dei bambini fino a 5 anni, figli di almeno un genitore fumatore, una nebbia ancora più spessa per il 12% di chi ha entrambi i genitori fumatori e una nuvola molto dannosa per un neonato su 5 con mamma fumatrice. Dati, preoccupanti, che tuttavia si allineano con le stime diffuse da LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) che denuncia ancora 11mila fumatori in Italia solo nel 2016 e 6 milioni di ex fumatori a significare che il 20% della popolazione over 14 consuma tabacco, di cui oltre il 17% donne in gran parte in età fertile (20-40 anni), causando rischi a sé e al nascituro. Ma questo significa anche che ¼ della popolazione generale è esposta a fumo passivo: un fenomeno, quello del fumo, generalmente da combattere nella sua triplice veste. Ricordiamo, infatti, che esiste anche il fumo di terza mano, quello che deposita i suoi effetti su oggetti, abiti, pelle e che passa spesso inosservato e ignorato.
«È ormai noto – spiega il professor Marco Alloisio, Presidente della sezione provinciale di Milano della LILT e responsabile della Chirurgia Toracica dell’Ospedale Humanitas di Rozzano (MI) – che il fumo “attivo” è responsabile dell’85% dei tumori al polmone, mentre il restante 15% deriva da esposizione a radon, radiazioni ionizzanti, microparticelle inquinanti e pollution in generale. Il tabacco però può essere causa anche dell’insorgenza di altri tumori correlati, come quelli della testa e collo, esofago e vescica, fino a un’ipotetica influenza anche su quelli del seno e del colon retto».
Ma non è tutto: dal fumo dipendono anche malattie del sistema cardiocircolatorio e respiratorio, tanto dei grandi ma soprattutto dei piccoli, le cui mucose molto più ricettive, sensibili e delicate li espongono soprattutto a tonsilliti, otiti o tracheiti e/o a un aumento dei fenomeni di asma bronchiale o bronchite asmatica. «Ogni anno in Italia – precisa la dottoressa Giulia Pasello, dirigente medico presso l’UOC di Oncologia 2 dell’Istituto Oncologico Veneto di Padova – ci sono circa 150-300 mila bronchiti e polmoniti sotto i 18 mesi, riconducibili anche all’esposizione cronica al fumo e che causano circa 15mila ospedalizzazioni nei reparti pediatrici». Senza considerare il cattivo esempio sociale ed educativo di un genitore che fuma davanti a un figlio piccolo, ragion per cui, a tutela anche dal rischio di fumo passivo, sono state intraprese diverse misure restrittive e preventive. «Un grosso passo avanti – continua Alloisio – si è compiuto con la legge Sirchia, che da più di 10 anni ha vietato il fumo nei luoghi pubblici. Ma c’è ancora molto da fare, come mettere in atto ulteriori divieti di fumo in spazi aperti e in ambiente domestico, seppure in quest’ultimo sia molto più difficile, orientandosi quindi sempre più verso una cultura della prevenzione che va legiferata in maniera adeguata».
Un primo mezzo di prevenzione attiva contro il fumo passivo, nei riguardi soprattutto dei più piccoli, oggi però c’è e potrebbe incontrare l’alto gradimento anche dei piccoli. Si tratta infatti di un orsetto di peluche – “Ector The Protector Bear” – nato da un progetto di sensibilizzazione e formazione, promosso da Roche con il patrocinio di WALCE (Women Against Lung Cancer in Europe) e la collaborazione di Trudi, che grazie a un sensore interno è in grado di cogliere i residui tossici da fumo combustibile (quindi di sigarette, traffico eccessivo, alito cattivo, ma non da e-cig), mettendosi a tossire quando i livelli di fumo passivo sono oltre la soglia di tolleranza. Segnalando così l’eccessiva vicinanza del bambino a una fonte o minaccia di fumo passivo, con anche l’obiettivo di avvertire i genitori, disincentivare i fumatori ed educare il bambino a tenersi lontano da pericolose scie di fumo.
L’orsetto sarà acquistabile on–line al sito: www.ectortheprotector.com, ma durante la campagna di sensibilizzazione e informazione, veicolata anche all’#Ector The Protector, 1.000 peluche verranno offerti omaggio alle prime famiglie che si registreranno al sito. «Nella seconda fase della campagna che partirà in autunno – aggiunge Stefania Vallone, segretario di WALCE e Presidente di LuCE (Lung Cancer Euroe) – in occasione del mese mondiale di sensibilizzazione del tumore al polmone, porteremo Ector nei corsi pre-parto di alcune città italiane perché la vera prevenzione precoce inizia dentro casa e i genitori non devono incarnare un modello negativo per i propri figli».
E continua anche a scuola, come testimonia la LILT con il Progetto “Agenti 00Sigarette”, dedicato alle scuole primarie, con il coinvolgimento di alunni, insegnanti e presidi, alcuni dei quali hanno istituito scuole libere da fumo, vietando cioè le sigarette anche in spazi aperti, se non a debita distanza dalla scuola stessa. «L’iniziativa è stata favorevolmente accolta dai ragazzi – dichiara Alloisio – che si sentono investiti del ruolo di “messaggeri” della prevenzione nei confronti dei compagni e in famiglia, a tal punto che abbiamo avuto testimonianze di genitori che hanno smesso di fumare grazie al proprio bambino. L’iniziativa è piaciuta anche ad assessorati che ci affiancano in questo nostro impegno educazionale alla prevenzione giovane fin dalla nascita del progetto».
Mentre nelle scuole secondarie – gli adolescenti fumatori sono in crescita e i giovani restano lo scoglio contro cui deve agire maggiormente l’azione di prevenzione – continua la sesta edizione di “Un lenzuolo contro il fumo” in cui volontari LILT affiancano nei cortili delle scuole i ragazzi di alcuni Istituti Superiori con la comunicazione di protesta per una “Scuola libera dal fumo”, la distribuzione di depliant e gadget in cambio della loro sigaretta. Secondo il Take Home Message della Giornata Mondiale senza Tabacco del prossimo 31 maggio: “Se fumi smetti, se non riesci a smettere non fumare in presenza di altri”, sostenuto anche dall’impegno alla prevenzione con uno stile di vita corretto – attività fisica e dieta sana. Perché una vita libera da fumo e salutistica può contribuire a prevenire quattro-cinque tumori su 10.
di Francesca Morelli
Le iniziative anti tabacco
Dal 28 al 31 maggio scende in Piazza della Scala, patrocinata dal Comune di Milano, anche la Fondazione Umberto Veronesi che, con un enorme mozzicone di sigaretta, una mostra educativa “Come sta il tuo corpo quando fumi?” e un divulgatore scientifico per approfondire tematiche sul fumo, testimonia il proprio impegno nel sostenere una cultura “smoking free” e una vita sana. L’iniziativa nasce nell’ambito del progetto “No Smoking Be Happy” che, dal 2008, si rivolge a donne fumatrici, ai fumatori in generale e ai giovani per educarli a non accendere mai la prima sigaretta.
Mercoledì 31 maggio, in occasione della Giornata Mondiale senza Tabacco, dalle ore 11, grazie al sostegno di Novartis, sarà possibile eseguire gratuitamente una spirometria. «L’esame – ha dichiarato Francesco Blasi, professore ordinario di Malattie respiratorie presso il Dipartimento di Fisiopatologia medico-chirurgica e trapianti dell’Università degli Studi di Milano – rappresenta un valido punto di partenza per l’identificazione di malattie fumo-correlate, quali l’asma bronchiale e la BPCO. Individuare tempestivamente queste patologie, destinate alla cronicità e a un’evoluzione progressiva, permette di intervenire adeguatamente con piani terapeutici efficaci, a vantaggio di una buona qualità di vita dei pazienti». Patologie che possono peggiorare in modo più rapido sotto gli effetti “stimolanti” del tabacco. Dunque questa giornata sarà anche occasione per Fondazione Veronesi per diffondere presso tutti i centri antifumo il nuovo manuale informativo e divulgativo: “Fumo. Domande e risposte per comprendere e scegliere”, scaricabile gratuitamente anche dal sito www.fondazioneveronesi.it (area download). L’impegno anti-fumo di Fondazione Veronesi si completa poi con diverse altre attività in ambito educazionale specie all’interno delle scuole, come workshop cinematografici per gli alunni delle scuole superiori, dibattiti con medici esperti, sociologi e giornalisti per parlare di fumo di sigaretta a seguito della proiezione del film “Thank You For Smoking”, ma anche laboratori didattici per i bambini delle scuole primarie di primo e secondo grado, corsi di formazione per insegnanti, indagini sociologiche sulle donne e i giovani che fumano. Non ultimo, la mostra multisensoriale itinerante, l’App scaricabile per iPhone e iPad per orientare i fumatori verso i migliori centri anti fumo, la Mostra Laboratorio per le scuole italiane allestita negli ospedali e nelle scuole la campagna “Spegni l’ultima” con la testimonianza di Fabio Volo. F.M.