Ritorna l’annuale appuntamento di aggiornamento in cardiologia: si conclude oggi a Milano il 51° Convegno, promosso dalla Fondazione Angelo De Gasperis e dal De Gasperis Cardio Center dell’Ospedale Niguarda di Milano, che ha fatto il punto su prevenzione, diagnosi e cura delle malattie cardiovascolari. Tanti i temi all’ordine del giorno: dai nuovi approcci terapeutici per l’infarto acuto, al trattamento della stenosi valvolare aortica, dal cuore del grande anziano, all’utilizzo dei device nello scompenso cardiaco, fino alle aritmie connesse all’attività sportiva. Durante il Convegno sono stati presentati i risultati di una ricerca clinica sulla miocardite acuta (infiammazione del tessuto muscolare cardiaco) condotta del De Gasperis Cardio Center e pubblicata da Circulation, la rivista più prestigiosa della cardiologia americana e internazionale. Questa ricerca ha dimostrato come, nei casi non gravi, non sia necessario ricorrere ad esami diagnostici invasivi, come la biopsia miocardica, ma sia sufficiente sottoporsi alla Risonanza magnetica, in grado di evidenziare l’infiammazione del tessuto cardiaco e la sua possibile evoluzione cicatriziale.
<Il cambiamento è stato il filo conduttore di questa edizione del convegno>, ha commentato la dottoressa Maria Frigerio, Direttore del Comitato scientifico del Convegno. <Stanno infatti cambiando le caratteristiche dei pazienti con sindrome coronarica acuta, i compiti delle Unità di Terapia Intensiva Cardiologica, l’approccio al trattamento delle malattie valvolari, i supporti diagnostici e terapeutici per una condizione spesso insidiosa e drammatica come la miocardite acuta, le opzioni di monitoraggio e trattamento ad alto contenuto tecnologico. Anche la percezione e gli atteggiamenti nei confronti delle patologie cardiache sono oggetto di cambiamenti significativi, in quanto cambiano le aspettative in merito alla durata e qualità della vita soprattutto degli anziani, ma anche dei giovani e degli adulti che, fin dall’infanzia, si sono dovuti confrontare con una cardiopatia. Così come mutano le attese dei soggetti a rischio aritmico che pure desiderano fare sport e avere una vita normale. E a livello medico-scientifico, è fondamentale tenerne conto>.
P.T.