Il 3,5% nella popolazione italiana soffre di malattie reumatiche, che sono oggi la prima causa di assenza dal lavoro e la seconda di invalidità. Sintomi prevalenti sono il dolore, di diversa entità, e la ridotta capacità funzionale, che spesso comporta sforzi, sofferenza e un’enorme cautela. Poter contare su oggetti di uso quotidiano disegnati appositamente in funzione di queste esigenze, può fare la differenza.
È nata con l’obiettivo di dare risposta a questo bisogno, l’iniziativa “Noi Non Ci Fermiamo”, promossa da Roche, che ha visto un gruppo di pazienti delle Associazioni ANMAR (Associazione Nazionale Malati Reumatici) e APMAR (Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare), diventare co-progettisti di soluzioni per affrontare le sfide della vita di tutti i giorni, insieme a esperti reumatologi, terapisti occupazionali e ai designer di +Lab che, da maggio a settembre, hanno sviluppato una selezione di oggetti studiati in funzione di quattro patologie reumatiche specifiche: artrite reumatoide, artrite idiopatica giovanile, sclerosi sistemica, arterite a cellule giganti.
«In questi decenni, la ricerca scientifica ha condotto a progressi notevoli nella scoperta dei fattori scatenanti alla base di alcune malattie reumatiche, nonché nella cura delle stesse e nella gestione del dolore», spiega il dottor Luca Quartuccio, delegato SIR, reumatologo presso la Clinica di Reumatologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Udine. «Questo progetto sottolinea ancora di più l’importanza di mantenere determinati accorgimenti, per preservare l’integrità e la funzionalità delle articolazioni in tutte le fasi della malattia, minimizzando gli sforzi e l’affaticamento».
Realizzati insieme al team di designer del +Lab di INSTIM, unità di ricerca del Politecnico di Milano, gli oggetti saranno presentati il 12 ottobre in occasione della Giornata Mondiale del Malato Reumatico e saranno resi disponibili online in modalità “open-source” sul sito www.piuability.it, offrendo la possibilità a tutti i pazienti di scaricare i file, apportando delle piccole personalizzazioni – in termini di taglia, impugnatura destra o sinistra, colore – e stampando gli oggetti, in modalità 3D, a costi molto contenuti, presso strutture che offrono questo servizio. P.T.