È un evento unico nella vita della donna e come tale è spesso carico di ansie e preoccupazioni. La gravidanza suscita ancora apprensione in molte di noi. Eppure dovrebbe essere vissuta in modo naturale, come una fase fisiologica della vita e non come una malattia. Per rassicurare le future mamme, abbiamo rivolto cinque domande alla dottoressa Elsa Viora, (Responsabile SSD Ecografia ostetrica-ginecologica e diagnosi prenatale dell’Ospedale Sant’Anna di Torino) e presidente dell’Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI), all’indomani del Congresso Nazionale di Roma, promosso dalle tre società scientifiche SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia), AOGOI (Associazione Ostetrici e Ginecologi Ospedalieri Italiani) e AGUI (Associazione Ginecologi Universitari Italiani).
1) Quali accorgimenti prendere prima di iniziare una gravidanza?
«Quando si pensa a un progetto procreativo, è fondamentale che la futura mamma integri la sua dieta con acido folico, per ridurre l’insorgere di alcune malformazioni fetali quali la spina bifida. In presenza di pregresse patologie materne, ad esempio cardiopatie, epilessia, malattie autoimmuni, è indispensabile una consulenza preconcezionale con lo specialista che ha già in cura la donna, per modificare eventualmente il tipo e/o la posologia dei farmaci che la donna sta assumendo. Nei casi di presenza in famiglia di malattie genetiche, si consiglia la consulenza con un genetista che possa effettuare specifici test genetici per identificare il rischio di trasmettere la malattia al feto. In alcuni casi può essere discussa la possibilità di ricorrere alla diagnosi preimpianto».
2) Quando e quante volte occorre eseguire l’ecografia durante la gravidanza? E in quali casi sono necessari esami più impegnativi come l’amniocentesi o la villocentesi?
«Le ecografie consigliate, anche dai nuovi LEA, sono sostanzialmente due: una nel primo trimestre di gravidanza (a 11-12 settimane) per datare la gravidanza e supporto (misura della NT) ad eventuali test di screening e l’altra nel secondo trimestre, 19 e 21 settimane per verificare la crescita ed alcuni organi del feto, la posizione della placenta e la quantità di liquido amniotico. Eventuali ecografie ulteriori, quale quella del terzo trimestre, potranno essere eseguite se suggerite dall’ostetrica/ginecologo. Vale comunque la regola generale di non medicalizzare una gravidanza fisiologica, cioè senza fattori di rischio, prescrivendo esami ed accertamenti superflui. Purtroppo sempre più spesso si eseguono ecografie inutili, anche con apparecchiature sofisticate in 3D solo per accontentare la donna che vuole magari semplicemente “vedere” il suo bambino. L’amniocentesi deve essere effettuata fra 15 e 18 settimane quando vi è una indicazione specifica,così come la villocentesi (che si esegue a 11-13 settimane), per esempio se un test di screening è risultato ad alto rischio, se uno dei partner è portatore di una patologia genetica, se è emerso un rischio dall’ecografia. Nei nuovi LEA non è più indicata l’amniocentesi nelle donne di età superiore ai 35 anni».
3) Quando una gravidanza è considerata a rischio? In quali casi è necessario allettare la donna e per quanto tempo?
«All’inizio della gravidanza va valutata la presenza di eventuali fattori di rischio in presenza dei quali va suggerito un percorso diagnostico-terapeutico adeguato alla singola situazione. L’indicazione di restare a riposo totale è utile solo in rarissimi casi specifici, in cui i benefici per il buon esito della gravidanza superano i possibili effetti collaterali legati all’immobilità prolungata, tra cui il rischio trombo-embolico e la riduzione della massa muscolare. Non solo, il riposo forzato può condizionare psicologicamente la futura mamma che si vede costretta a rimanere a casa e sentirsi colpevolizzata in caso di eventuale aborto».
4) In gravidanza è pericoloso fare le vaccinazioni?
«Non è pericoloso eseguire vaccinazioni durante la gravidanza, ad eccezione dei vaccini vivi attenuati. In ogni caso occorre sempre valutare il rapporto costo/beneficio per la singola donna. Al contrario è fortemente raccomandata la vaccinazione antinfluenzale che non ha controindicazioni per il feto, mentre in caso di febbre alta per la futura mamma potrebbe rendersi necessario un travaglio prematuro, con possibili rischi per il neonato».
5) Assumere progesterone durante la gravidanza potrebbe ridurre il rischio di parto pretermine?
«Ogni anno nascono nel mondo oltre 15 milioni di bambini, di cui quasi un milione muore a causa di parti pretermine e di morbilità infantile. Non vi è indicazione a prescrivere progesterone a tutte le donne in gravidanza ma è utile somministrare progesterone alle donne a rischio, per esempio precedente parto prematuro, in quanto riduce l’incidenza di parto prima della 34° settimana, di mortalità perinatale, di basso peso alla nascita (inferiore a due chilogrammi e mezzo), di ricorso alla terapia intensiva neonatale. Studi recenti confermano che nei casi di gravidanze gemellari, il progesterone non riduce questo rischio».
di Paola Trombetta