Sarà dedicata alla sclerosi multipla, malattia che colpisce 114 mila persone in Italia, in prevalenza donne giovani tra i 20 e i 40 anni la seconda edizione del Premio #afiancodelcoraggio, promosso da Roche e presentato a Roma, nella splendida cornice di Castel Sant’Angelo. Testimonial dell’evento sono state due donne coraggiose colpite da questa malattia. Simona Anedda, 43enne, che ci convive da cinque anni. Soprannominata “viaggiatrice senza barriere”, è una donna di grande coraggio: nonostante la veloce progressione della malattia l’abbia costretta sulla sedie a rotelle, è appena rientrata da un viaggio in India, Nepal e Indonesia, durato 5 mesi. «Ho voluto dimostrare a me stessa e agli altri che la sclerosi multipla non è un limite alla libertà di movimento», afferma Simona. «E questo nonostante il parere dei medici che mi consigliavano di stare a riposo. Non sopportavo l’idea che venisse a mancarmi la liberà, l’indipendenza e ho voluto fare quello che più mi piaceva: viaggiare. Già cinque anni fa, appena mi venne diagnosticata la sclerosi multipla, avevo organizzato un viaggio in Brasile, mettendomi alla prova. Poi sono seguite l’Islanda e Miami, dove mi ha accompagnata mio nipote Alessandro che, nonostante i suoi 16 anni, si è dimostrato un uomo coraggioso e responsabile al mio fianco. Ora, però, temo che il mio prossimo viaggio sarà in ospedale, perché dovrò sottopormi a controlli medici».
Anche Pinda Kida, stilista quasi trentenne originaria del Mali, che vive a Roma, non si è arresa alla sclerosi multipla che definisce “un abito molto stretto, che mi porto cucito addosso e non posso togliere” e continua a fare con passione il suo lavoro, disegnando vestiti sgargianti e colorati che rappresentano tutto il suo ottimismo, anche nell’approccio alla malattia. All’inizio i familiari le hanno tenuto nascosta la diagnosi. Ma quando i dolori e la stanchezza hanno avuto il sopravvento, hanno dovuto dire a Pinda che si trattava di sclerosi multipla. «Ero confusa, terrorizzata, disperata. Non sapevo in realtà cosa fosse questa malattia. Ho iniziato una serie di cure e mi sono resa conto che dovevo prendere in mano la malattia e reagire: non potevo sopportare che la mia famiglia soffrisse e questo mi ha fatto tirar fuori tutta la forza che avevo per reagire e cercare di stare meglio. Mi sono avvicinata all’Associazione AISM e ho dato quanto potevo anche per aiutare gli altri… e, di riflesso, me stessa».
A raccontare questi vissuti di malattia non saranno però le protagoniste, ma gli uomini: compagni, mariti, fratelli, nipoti, amici, come il nipote di Simona, il fratello di Pinda e tanti altri che stanno vivendo al fianco di donne colpite dalla sclerosi multipla: uomini coraggiosi e responsabili che supportano le proprie donne in questo percorso difficile e raccontano il vissuto, gli stati d’animo, i problemi che la malattia comporta. Per partecipare al concorso, si può caricare il racconto direttamente sul sito www.afiancodelcoraggio.it, da oggi fino al 31 gennaio 2018.
La novità di quest’anno è l’introduzione della Giuria Popolare che potrà esprimere le proprie preferenze con un semplice sistema di like: i 10 racconti che, alla data del 16 marzo 2018, ne avranno raccolto il numero maggiore verranno sottoposti alla Giuria tecnica, presieduta da Gianni Letta e composta da Roberta Amadeo, Past President AISM; Marco Belardi, AD Lotus Production; Marco Costa, Direttore Reti tematiche Mediaset; Carlo Rossella, Presidente Medusa FILM; Federica Pontremoli, sceneggiatrice; Enrico Vanzina, regista; Claudio Guerrini, RDS; Myrta Merlino, giornalista televisiva; Giovanni Parapini, Direttore Comunicazione, Relazioni Esterne, RAI e Mariapia Garavaglia, parlamentare e ex-ministro della Salute. Sarà questa Giuria tecnica a individuare i tre finalisti, entro il 30 aprile 2018. Per il vincitore del concorso ci sarà un premio d’eccezione: il racconto prenderà vita trasformandosi in uno spot di sensibilizzazione sociale, realizzato con la Lotus Production, che sarà proiettato nelle sale cinematografiche italiane nel mese di ottobre 2018.
Come è accaduto ora per il vincitore della scorsa edizione, dedicata ai tumori femminili. Il racconto premiato è stato scritto da Fabio che ha descritto la malattia della compagna come fosse una partita di tennis, in un susseguirsi di match, con regolamenti ben precisi: se non si rispettano, si perde il torneo. Una metafora della malattia, dove ci sono regole, le terapie, che devono essere rigorosamente seguite, per poter vincere il torneo della vita. Questo racconto è diventato un cortometraggio , girato dalla regista Maria Sole Tognazzi, doppiato dal fratello Gianmarco e distribuito da oggi nei circuiti cinematografici nazionali partner dell’iniziativa (Circuito Cinema, Massimo Ferrero Cinemas e UCI Cinema) e sulle reti tematiche Mediaset (La5, Iris e Top Crime).
di Paola Trombetta