I bambini sono giovani virgulti. Così, al pari di un albero in crescita pronto a svettare verso il cielo, il loro tronco, la colonna vertebrale, va protetta, osservata con cura e attenzione affinché possa svilupparsi sana, robusta, e agile, capace di rispondere con “elasticità” alle movimentate richieste di una vita giovane ed energica. O, di contro, al primo manifestarsi di un disturbo, come piccole alterazioni della colonna, causate nella maggior parte dei casi da una scorretta postura, puntellarla, evitando che cresca storta, fragile, insicura. Garantendo così di nuovo alla giovane colonna la capacità di sostenere efficacemente il “peso” del corpo per tutta la vita. Sottostimare deformità posturali, anche iniziali, nelle delicate fasi evolutive dell’età pediatrica o non fare attenzione alle primissime avvisaglie che qualche cosa nella colonna non va a dovere, diagnosticandole tardivamente, potrebbe non soltanto ridurre i benefici di un trattamento terapeutico, ma soprattutto portare a un possibile percorso di rischi per il bambino e l’adulto di domani. Così gli esperti raccomandano a mamme, papà e anche agli insegnanti di avere cura dei campanelli d’allarme che possono essere riscontrati in posture sbagliate, assunte mentre il bambino studia a casa o a scuola, che si consolidano poi nel tempo, o anche in posizioni anomale durante il sonno o il riposo. «Le più frequenti problematiche della colonna in età evolutiva – spiega il professor Bernardo Misaggi, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Vertebrale e Scoliosi dell’ASST PINI-CTO – sono dovute a vizi di portamento, contraddistinti da atteggiamenti posturali errati che incurvano la colonna, e possono essere conseguenza anche di mancato e inadeguato movimento, tuttavia facilmente correggibili». Ma i danni alla colonna non sono provocati dalla sola postura: soprattutto nell’arco scolastico tra la quinta elementare e la prima media, possono subentrare problematiche meno diffuse, ma che richiedono una diagnosi precoce e una terapia mirata. «E’ il caso, ad esempio, della scoliosi idiopatitica (o dell’adolescenza), del dorso curvo, del mal di schiena – aggiunge Misaggi – causato a volte da specifiche condizioni della colonna, quali la spondilo lisi, cioè lo slittamento in avanti di una vertebra rispetto a un’altra. Particolare attenzione va prestata all’accentuazione della curva toracica che conferisce al dorso un aspetto convesso (gobba), definita ipercifosi, spesso scambiata da genitori e insegnanti per una postura assunta per timidezza». Invece saper riconoscere e distinguere i difetti funzionali da quelli organici è fondamentale per indirizzare al meglio le strategie diagnostiche e terapeutiche. Dunque, al primo dubbio o sospetto di un’anomalia della colonna vertebrale, meglio rivolgersi allo specialista e se poi mamma e papà, per troppo zelo, hanno preso un abbaglio, meglio così!
Vero è che ci sono alcuni segnali da non sottovalutare e da saper riconoscere perché non sono sempre riconducibili al dolore. «La scoliosi – precisa il professore – è quasi sempre asintomatica e, quindi, può sfuggire sia all’attenzione dei genitori che del pediatra, a differenza invece del dorso curvo che si può manifestare con dolore fin dalle prime fasi, o della lombalgia, associata alla spondilolisi che porta a evidenziare il problema con maggiore facilità».
L’allontanamento del rischio di problematiche alla colonna in età pediatrica passa da una corretta prevenzione, soprattutto “posturale”: ovvero dall’assunzione da parte del bambino di una postura corretta sia in posizione eretta, sia da seduto – quando fa i compiti a casa o gioca soprattutto con gli apparecchi elettronici, in cui la colonna va mantenuta in posizione dritta, oppure a scuola dove il banco e la sedia devono essere di altezza e inclinazione proporzionale all’altezza del bambino. Facendo, in questo caso, attenzione soprattutto ai pesi; ovvero a che gli zaini non siano troppo carichi (il peso non dovrebbe superare il 10-15% di quello del bambino) e che siano indossati correttamente. L’alternativa può essere l’uso del trolley, che comunque non deve essere sovraccaricato; anche se dotato di ruote, potrebbe richiedere sollevamenti e movimenti bruschi, possibili cause di strappi e contratture lombari. «Sia a scuola che nel tempo libero – raccomanda Misaggi – il bambino deve essere incentivato a svolgere attività fisica. Il movimento in un organismo in crescita contribuisce ad allenare la muscolatura del dorso, che sostiene la colonna vertebrale, abituandolo fin dalla più tenera età ad acquisire uno stile di vita sano e movimentato, a favore anche del controllo del peso e della prevenzione dell’obesità».
C’è, infine, un’indicazione per i genitori, perché l’apprendimento e la buona educazione si strutturano anche sul buon esempio: «Gli adulti – conclude l’esperto – devono tenere sotto controllo la propria postura e ricordarsi di assumere sempre le corrette posizioni nei diversi contesti. Mentre a scuola gli insegnanti potrebbero dedicare delle lezioni informative, anche ludiche, per i più piccoli, per fare conoscere il funzionamento della colonna vertebrale, con un duplice vantaggio: preservarne il benessere attraverso l’abolizione dei vizi posturali e l’introduzione dei movimenti corretti». Non ultimo è importante osservare la postura del bambino quando dorme, perché anche a riposo si possono assumere posizioni che danneggiano la colonna vertebrale, evitabili con alcuni suggerimenti pratici: non usare un materasso troppo morbido e scegliere un cuscino piuttosto basso.
di Francesca Morelli