La prima, se la si accende, non sarà mai né la sola né l’ultima. Ma darà avvio ad una lunga serie, almeno quando si parla di sigarette. Una indagine, che ha coinvolto circa 215 mila persone residenti in Usa, Regno Unito, Australia e Nuova Zelanda, pubblicata su Nicotine & Tabacco Research, avrebbe attestato che tre persone su cinque, fra coloro che “provano” una sigaretta solo per lo sfizio, diventeranno con alte probabilità dei fumatori abituali. “Non datevi al fumo!”: un monito/allarme che gli esperti rivolgono all’intera popolazione ma soprattutto ai giovani, agli adolescenti in particolare, sempre a caccia di nuove esperienze. L’indagine ha anche messo in evidenza che il tasso di conversione da “fumatori per la prima volta” a “fumatori regolari” è sorprendentemente alto: oltre il 60% delle persone ha provato una sigaretta nell’arco della vita, nel 69% dei casi l’avrebbe poi riaccesa, tutti i giorni, per un periodo di tempo variabile. «Nello sviluppo di qualunque dipendenza – spiega Peter Hajek della Queen Mary University di Londra – il passaggio dalla singola sperimentazione alla prassi quotidiana è un importante punto di riferimento, perché implica che un’attività ricreativa si trasforma in un bisogno compulsivo».
Non si tratta del primo studio che conferma la dipendenza da sigaretta dopo un primo tiro, ma questo accredita maggiormente la “liaison” alla prima e futura sigaretta, con dei numeri concreti. I ricercatori sono convinti che la riduzione del numero dei fumatori registrata nell’ultimo 20ennio nel Regno Unito, e generalmente ovunque, sia dovuta a un atteggiamento più prudente degli adolescenti all’iniziazione alle sigarette. I baby fumatori inglesi, di 11-15 anni, che avrebbero già aspirato una sigaretta sarebbero, oggi, (solo) il 19%, ancora comunque troppi. Allora che fare? Continuare con azioni dissuasive dalla tentazione della prima volta, dirette soprattutto ai più giovani, raccomandano gli esperti con lo scopo di ridurre ancora di più i baby (e non solo) fumatori.
Francesca Morelli