Anche la salute si candida a diventare uno dei tratti distintivi del Made in Italy, dopo moda, cibo, design. Se ne è discusso in occasione del Convegno “Turismo Medicale: una risorsa strategica per il sistema turistico e sanitario italiano”, promosso da Intercare, che si è svolto nell’ambito della BIT (Borsa Internazionale del Turismo), nei padiglioni fieristici di Milano. Durante il convegno, istituzioni, rappresentanti di associazioni, di centri medicali e termali italiani ed europei si sono confrontati su modelli ed esperienze di come costruire e posizionare una struttura che si occupa di cura e benessere nell’offerta turistica legata alla salute. <Un aspetto che non è solo di marketing>, puntualizza Alessandro Santambrogio, cofondatore e direttore Marketing di Intercare. <Pur considerando un valore stimato complessivo di oltre 100 miliardi di dollari all’anno, con circa 10 milioni di pazienti che si spostano per cercare cure all’estero, si tratta di un fenomeno che include soprattutto la ricerca medica, la qualità delle strutture ospedaliere, i servizi di viaggio e ristorazione, le regolamentazioni fiscali, i visti, le normative europee sull’accessibilità alle cure. Il costo sempre minore del trasporto aereo ha notevolmente migliorato l’accessibilità alle cure, soprattutto per pazienti che provengono da Paesi con sistemi sanitari carenti o che hanno lunghe liste d’attesa. Questo fattore, insieme alla maggiore disponibilità di informazioni sul web, aumenta una richiesta che ha già raggiunto valori considerevoli e continua a crescere a ritmo sostenuto>.
Una ricerca della Commissione Trasporti e Turismo dell’Unione Europea ha fatto il punto sul fenomeno: nei 28 Stati dell’Unione sono stati registrati 56 milioni di arrivi nazionali e poco più di 5 milioni di internazionali. Di questi, il 4,3% era legato a motivi di salute, con un valore complessivo di 47 miliardi di euro, il 4,6% del fatturato dell’intero comparto turistico europeo. Più elevata l’incidenza della salute nella motivazione dei viaggi in entrata da Paesi extra UE, che arriva al 6% del totale. E l’Italia? Secondo le stime dell’Osservatorio OCPS-SDA Bocconi, il nostro Paese genera oggi un valore pari a 2 miliardi di euro che, secondo gli osservatori internazionali, potrebbe anche arrivare a 4 miliardi, incrementando l’offerta dei servizi sanitari e turistici offerti agli stranieri. Oggi sono circa 200 mila gli italiani che vanno oltre confine cercando, soprattutto, prestazioni meno care in chirurgia dentale, medicina estetica e ricostruttiva, trapianto di capelli. A fronte di soli 5 mila stranieri arrivati in Italia, soprattutto da Paesi Arabi, Russia, Svizzera, Balcani, per la ricerca di trattamenti ad alto livello di specializzazione in neurologia, cardiochirurgia, oncologia, chirurgia bariatrica, ortopedia. Per approfondimenti: www.inter-care.it
Paola Trombetta