È tempo di condizionatori negli uffici: aria secca e uso prolungato di videoterminali sono nemici dell’occhio, in particolare delle donne. A soffrire di occhio secco infatti sono soprattutto le donne, colpite da questo problema tre volte più degli uomini. A loro è dedicato il Mese della prevenzione (dal 2 al 31 maggio), promosso dal Centro Italiano Occhio Secco (CIOS), diretto dal dottor Lucio Buratto, in collaborazione con l’Università Insubria di Varese, con il patrocinio del Ministero della Salute e della Regione Lombardia. Alla campagna partecipano 14 centri su tutto il territorio nazionale (Milano, Varese, Cuneo, Torino, Rapallo, Padova, Arezzo, Roma, Napoli, Lecce, Catania), dove un’équipe di specialisti oculisti sono a disposizione per effettuare una visita gratuita (per info e prenotazioni: www.centroitalianoocchiosecco.it).
Solo pochi mesi fa l’Oms avvertiva: “La sindrome dell’occhio secco (Dry Eye Syndrome-DES) è tra i più ignorati e sottovalutati disturbi della società moderna”. L’occhio secco è stato considerato per troppo tempo un semplice disturbo oculare, senza indagare le cause e senza effettuare studi epidemiologici completi ed esaustivi. Si tratta di una patologia complessa, determinata da una molteplicità di fattori che hanno reso difficile a livello internazionale identificare parametri unici per riconoscerla. «Un dato è certo e inequivocabile: rispetto a tutte le patologie oculari, ha un’incidenza superiore nelle donne rispetto agli uomini», conferma il dottor Lucio Buratto, direttore del CIOS. «Le donne hanno più di frequente patologie oculari: maggiori probabilità rispetto agli uomini di perdere la vista (65%) o di essere colpite da una serie di problemi, come la degenerazione maculare (65% dei casi), il glaucoma e la cataratta (70%). Per quanto riguarda l’occhio secco, interessa addirittura il 90% delle donne in pre-menopausa e menopausa. Anche la presenza di malattie autoimmuni, più frequenti nelle donne rispetto agli uomini, favorisce l’insorgenza di questo disturbo».
«Malattie di tipo infiammatorio e autoimmune, come la tiroidite o l’artrite reumatoide, possono accentuare la secchezza oculare, puntualizza il dottor Giuseppe Di Meglio, specialista oculista del CIOS. «Esiste poi una particolare patologia, sindrome di Sjogren, in cui il sistema immunitario attacca le ghiandole esocrine (salivari e lacrimali) distruggendole, creando grossi disturbi come bocca e occhio secchi. E’ stata anche evidenziata una correlazione tra gli ormoni e la secchezza oculare. Gli ormoni sessuali – estrogeni e androgeni – influenzano la produzione di tutti i componenti del film lacrimale inclusi lo strato acquoso, i lipidi e la mucina. Pare addirittura che gli androgeni migliorino la lacrimazione, motivo per cui nell’uomo la secchezza oculare è meno frequente rispetto alle donne. Non a caso si stanno sperimentando colliri a base di androgeni. Le donne, inoltre, portano più di frequente le lenti a contatto rispetto agli uomini: si possono formare ristagni lacrimali tra la superficie della lente e l’occhio, che provocano secchezza. Anche il make-up oculare potrebbe irritare la superficie dell’occhio e causare questi disturbi».
Quali soluzioni prospettare? «Si dovrebbe agire preventivamente, innanzitutto migliorando le condizioni del luogo di lavoro, evitando ambienti troppo secchi e limitando l’uso dell’aria condizionata», conclude il professor Claudio Azzolini, ordinario di Oftalmologia all’Università dell’Insubria. «Anche la dieta è importante per la prevenzione e dovrebbe essere ricca di omega3, vitamine, calcio. Per attenuare il disturbo, si possono utilizzare colliri e ciclosporina, ad effetto antinfiammatorio. Di fondamentale importanza è comunque la consulenza dello specialista oculista che potrebbe ricorrere anche ad altre soluzioni come la luce pulsata, per migliorare la secrezione delle ghiandole lacrimali. Oppure applicare una particolare tecnica (Lipi-Flow) che consiste in un massaggio sulle palpebre per “spremere” le ghiandole lacrimali. L’importante, in ogni caso, è rivolgersi ai centri specializzati per evitare che la secchezza oculare possa portare a complicanze permanenti, che potrebbero interessare anche la cornea».
di Paola Trombetta