La prevenzione della trombosi passa anche attraverso una corretta alimentazione, basata sul modello della dieta mediterranea, con legumi, cereali non raffinati, frutta e verdura in quantità, olio d’oliva e consumo moderato di vino durante i pasti principali. Nonostante le costanti raccomandazioni in questo senso di medici e dietologi, oggi però questo regime alimentare è sempre meno seguito in Italia, e rischia di essere definitivamente affossato dalle conseguenze dell’attuale momento economico che stiamo vivendo.
“La dieta mediterranea rischia l’estinzione” sottolinea il professor Giovanni De Gaetano direttore della Fondazione di Ricerca e Cura “Giovanni Paolo II” di Campobasso e membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione Lotta alla Trombosi (ALT) “La crisi economica degli ultimi anni sta infatti minacciando seriamente la sopravvivenza di questo modello alimentare salvavita i cui elementi fondamentali (frutta, verdura, pesce e via dicendo) sono diventati quasi un bene di lusso che non tutti possono permettersi di acquistare ogni giorno”. Quali saranno le conseguenze sulla trombosi e le malattie ad essa correlate è facile immaginare. Proprio perché le virtù salutistiche della dieta mediterranea assicurano una protezione dal rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, alcuni tipi di tumore e anche patologie neurodegenerative. E tutto questo avviene mentre la dieta mediterranea sta diventando un modello alimentare in tutto il mondo ed è stata riconosciuta come patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco”.
In Italia ogni anno si verificano circa 180mila nuovi casi d’infarto cardiaco o malattie coronariche, 120mila di ictus cerebrale e 60mila di embolia polmonare. La trombosi, la formazione di uno o più coaguli di sangue nella circolazione, è il loro principale meccanismo determinante. Globalmente, le malattie cardiovascolari causano almeno il 44 per cento di tutti i decessi. La maggioranza dei soggetti colpiti, se tempestivamente curati, superano l’episodio acuto, ma rimangono più esposti a recidive, a un peggioramento della qualità della vita, e all’invalidità. Si può dire, dunque, che la trombosi è causa prima di un gran numero di decessi ed invalidità. Questa è la ragione principale per la quale è stata organizzata la prima Giornata nazionale di Lotta contro la Trombosi, promossa dall’ Associazione per la Lotta alla Trombosi (Alt), col patrocinio del Ministero della Salute.
“Soltanto attraverso la prevenzione” aggiunge il professor Sergio Coccheri, professore di Medicina Cardiovascolare all’Università di Bologna e vice presidente nazionale dell’Associazione Lotta alla Trombosi (ALT) “possiamo sperare di ridurre drasticamente la frequenza e la gravità della trombosi e delle conseguenti malattie cardiovascolari. Si stima che una prevenzione efficace sia capace di ridurre i casi di trombosi di almeno il 50 per cento. Cardine della prevenzione, che naturalmente va iniziata prima che si manifestino sintomi di malattia, è la correzione di errori nel nostro stile di vita (fumo, inquinamento, sedentarietà, stress) e soprattutto nella nostra alimentazione”.
da Luisa Romagnoni
Cosa si intende per sana e corretta alimentazione?
Gli esperti di ALT hanno così sintetizzato le loro raccomandazioni:
1)aumentare il consumo di frutta e verdura, almeno 5 porzioni al giorno;
2)ogni settimana 3 porzioni di verdura verde, 2 di verdura arancione, 3 di legumi, 3 di verdura ricca di fibra, 7 di altra verdura o frutta;
3)aumentare il consumo di latticini magri;
4)usare poco burro; preferire prodotti naturali e freschi a quelli elaborati o conservati;
5)consumare più carne bianca e meno carne rossa; mangiare pesce almeno 2 volte alla settimana; consumare più cereali integrali; aggiungere poco zucchero ai cibi;
6)ridurre il consumo di bibite zuccherine;
7)consumare ogni giorno 14 grammi di fibra per 1000 calorie;
8)ridurre il consumo di sale preferendo prodotti bassi in sale;
9)ridurre il consumo di salumi e insaccati, cibi conservati, salse e condimenti.