La nostra salute dipende anche dai prodotti che mettiamo nel carrello della spesa. Cibi sani che fanno bene, ricchi di tutti i nutrienti necessari al benessere dell’organismo e soprattutto sicuri da punto di vista igienico e sanitario. Possiamo fidarci di quelli che ogni giorno acquistiamo nei vari punti vendita? I dati rassicurano. Qualità e sicurezza alimentare nei supermercati italiani, sono garantite da un sistema di controllo capillare.
Nel 2017 sono stati effettuati nei punti vendita della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) 2milioni e 300mila test (pubblici e privati). Un sistema in cui crescono gli investimenti delle aziende in personale e nuove tecnologie che controllano tracciabilità, scadenze, stato di conservazione e igiene dei prodotti e delle superfici di lavoro. Per la prima volta questo sistema è stato mappato da The European House – Ambrosetti, per conto dell’Associazione della Distribuzione Moderna (ADM). Lo studio è stato presentato nei giorni scorsi a Milano e sarà il tema del convegno di apertura della Fiera “Marca” il prossimo 16-17 gennaio a Bologna.
Dal lavoro emerge che i controlli fatti nel 2017 sono stati 143 mila, con una media di 5-6 all’anno per ciascuno dei circa 26 mila supermercati italiani. Oltre 100 mila le verifiche ispettive, con il coinvolgimento dei Ministeri della Salute, dell’Agricoltura, dell’Economia e dell’Ambiente, insieme ad enti operativi come ASL – ASR (Agenzia Sanitaria e sociale Regionale), ATS (Agenzia Tutela della Salute), Servizi Veterinari, NAS dei Carabinieri, Capitanerie di Porto, Guardia di Finanza, Ispettorato ICQRF (Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e della Repressione delle Frodi di prodotti agroalimentari), Polizia Locale, Consorzi di Tutela. A questi controlli vanno sommate le centinaia di migliaia di test che le imprese distributive affidano a istituti specializzati indipendenti. Nel 2017 le stesse insegne distributive hanno commissionato circa 2 mila controlli sulle industrie fornitrici di prodotti alimentari per la Marca del Distributore e di prodotti freschi.
«Apriamo il 2019 con un messaggio positivo per i consumatori», afferma Giorgio Santambrogio, Presidente di Associazione Distribuzione Moderna (ADM). «Il luogo più sicuro dove comprare prodotti alimentari è rappresentato dai punti di vendita della Distribuzione Moderna: qui si può acquistare con fiducia ogni tipo di prodotto, ma soprattutto le Marche del distributore, garantite da un sistema di controlli capillare e approfondito, come dimostrato dal position paper di The European House–Ambrosetti». Prodotti che vengono controllati dalle circa 1500 industrie fornitrici (“copacker”), dagli Uffici Controllo Qualità della Grande Distribuzione e dagli Enti pubblici preposti. Sempre più apprezzati dai consumatori italiani, trovano spazio anche all’estero, attraverso i circuiti internazionali ai quali aderiscono le imprese distributive nazionali, divenendo così ambasciatori dell’italianità. «Siamo fieri di essere un Paese che assicura ai propri consumatori il massimo delle garanzie sulla sicurezza alimentare», sottolinea Santambrogio. «E di essere un settore che contribuisce in modo determinante a raggiungere questo risultato, applicando rigorosamente le norme e facendo di più con attività di autocontrollo. È tuttavia necessario attivare un miglior coordinamento tra i tanti enti preposti ai controlli, razionalizzandone gli interventi e assicurando unicità di interpretazione della stessa norma sul territorio». Lo studio di The European House – Ambrosetti è arricchito da una survey sui responsabili sicurezza e qualità delle imprese distributive, dalla quale risulta che il 70% delle insegne ha aumentato gli investimenti nella sicurezza alimentare, con una spesa annua che per alcune aziende può arrivare anche a 5 milioni di euro. Investimenti destinati a crescere ulteriormente nei prossimi cinque anni, specie in nuove tecnologie che renderanno più semplici ed efficaci i processi legati alla qualità e alla sicurezza: dal QR Code per migliorare il controllo sullo stato di conservazione dei prodotti (smart label) alla Blockchain per la tracciabilità, dal Rating dei prodotti venduti on line al Cloud per l’integrazione dei database e dei parametri per valutare i fornitori.
Luisa Romagnoni