Bruciare la propria salute e quella del pianeta. Un binomio strettissimo che si verifica ogni volta che si accende una sigaretta. Fumata per la prima volta da un numero sempre più crescente di giovani: 30 nuovi fumatori l’anno ogni 1000, con un aumento del 50% tra gli 11 e i 15enni, di entrambi i sessi, dagli anni ’90 a oggi, come conferma anche l’indagine internazionale “Global Youth Tobacco Survey”, svolta per l’Istituto Superiore di Sanità. Con punte di 60-80 tra i 16 e i 20 anni e del 4% di piccolissimi che fanno il primo tiro già alle elementari. Così per disincentivare l’abitudine, preoccupante, al fumo ultra-giovane quest’anno LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) in occasione della Giornata Mondiale senza Tabacco (31 maggio), punta su un tema molto caro alla popolazione più in erba: la coscienza ambientale, promuovendo iniziative su tutto il territorio nazionale e in partnership con alcune scuole del milanese di diverso ordine e grado. Slogan dell’importante messaggio: “Il pianeta in fumo: c’è chi dice no!”. Un’indagine Doxa condotta su un campione di giovani tra i 18 e i 29 anni fumatori e no, evidenzia infatti che il 92% nutre una sensibilità di livello superiore verso le problematiche ambientali, consapevole per l’84% della nocività della sigaretta sulla salute dell’uomo e del pianeta, riconoscendo al 94% i mozziconi come uno “scarto” tra i più pericolosi per la salvaguardia dell’ambiente.
«Vogliamo ripartire da questo interesse dei giovani – dichiara Marco Alloisio, Presidente LILT Milano – per contrastare l’uso della sigaretta, compresa quella elettronica fumata dal 18% di ragazzi circa, e accendere invece l’amore e la responsabilità verso loro stessi e il pianeta». In Italia ogni anno vengono consumati 72 miliardi di sigarette: un costo ingentissimo per l’ambiente, se si pensa che per produrre 300 sigarette “si brucia” un intero albero, con il danno aggiunto che fino a due terzi di mozziconi di sigarette, gettati ovunque, rappresentano il residuo più trovato nelle spiagge, nel mare, per strada, anche davanti a ospedali e scuole, con un tempo di smaltimento variabile da 2 a 5 anni a seconda che finiscano nel terreno o nell’acqua. Ma non solo: le piante di tabacco, vulnerabili a un’ampia varietà di parassiti e malattie, e trattate durante la coltivazione e la lavorazione con diversi pesticidi, sono causa di degrado per il terreno circostante.
A questi eventi si aggiungono timori anche per possibili effetti indotti dalla produzione di imballaggi, distribuzione e combustioni di tabacco che liberano gas, come l’anidride carbonica e il metano, peggiorando l’effetto serra. Un circolo, insomma, in cui ogni anello della catena ha un impatto negativo e prolungato sulla Terra. «Per questo – commenta Alessandro Borgini, epidemiologo ambientale della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – a livello internazionale si sta studiando un approccio, chiamato Extended Producer Responsability, basato sul principio di responsabilità esteso al produttore grazie al modello “Tobacco Waste Act” che intende ad esempio inserire il costo ambientale dei prodotti delle sigarette nel prezzo al dettaglio, per quanto difficile soprattutto a livello legislativo. Fortunatamente, però, sta crescendo una coscienza ambientale nazionale, tanto che sono nate diverse campagne contro i mozziconi buttati per terra e a livello mondiale ci sono esempi virtuosi per il loro riciclo». Tra questi l’impegno dell’Istituto Istruzione Superiore Caterina da Siena e dei bambini della Scuola dell’Infanzia Costa di Milano che hanno deciso di cambiare il volto del cortile e degli spazi comuni, ripulendoli dai mozziconi di sigarette: i bimbi più piccoli individuando le cicche e i ragazzi più grandi, raccogliendole (simbolicamente ne hanno consegnato un sacchetto all’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino) o promuovendo la campagna sociale “Free T-zone. Scuola: uno spazio aperto e libero dal fumo”. E lo fanno sfruttando materiali grafici, app, flash mob e una rap battle, in pratica il loro modo di comunicare, più efficace per un passa-parola e un coinvolgimento giovane.
Con il fumo ne risentono anche le ossa
Oltre ai danni per il pianeta, ci sono quelli più noti che bruciano la salute dei polmoni: per il 2018 sono attese oltre 41.500 nuove diagnosi di tumore, di cui il 30% fra le donne, più a rischio per lo sviluppo di malattia anche a seguito di una inalazione più profonda del fumo, che stimola l’insorgenza di forme di tumore polmonare più aggressive che rappresentano la 3° causa di morte di genere, secondo le stime diffuse da AIRC, Associazione Italiana per la ricerca sul Cancro. Le sigarette, oltre a interessare apparato respiratorio, cuore e cervello, “mandano in fumo” anche le ossa. Un rischio ancora nebuloso nella consapevolezza dei fumatori, medi, intensi o ex fumatori, ma che invece devono mettere in conto. Infatti le sostanze contenute in sigaretta e tabacco possono velocizzare il processo di danneggiamento muscolo-scheletrico. «Soprattutto nicotina e monossido di carbonio – aggiunge il professor Francesco Falez, Presidente SIOT (Società italiana di Ortopedia e Traumatologia) – sono causa di una minore ossigenazione del sangue, di cui ne fa le spese anche il sistema muscolo scheletrico, invecchiando più precocemente o abbassando la capacità di riparare eventuali danni subiti dall’osso, in caso di frattura, o dall’apparato muscolo-tendineo».
Un appello alla consapevolezza, quello degli esperti della SIOT, rivolto a tutti, ma in particolare alla popolazione fumatrice. «Ciascuno di loro – fa sapere ancora il professore – è a maggior rischio di complicanze in caso di problematiche alle ossa e di interventi ortopedici, con una probabilità superiore di sviluppare infezioni soprattutto dopo interventi di chirurgia protesica, o di subire un rallentamento nel processo di cicatrizzazione/guarigione della ferita, come la minor efficacia dei processi di osteointegrazione, causando così il possibile scollamento della protesi dall’osso». Probabilità di complicanze che crescono del 40-50% fra gli ex fumatori, rispetto ai non fumatori, elevandosi a tassi ancora superiori in fumatori e forti fumatori, proporzionati al numero di sigarette accese ogni giorno. Specificatamente nella donna, l’abitudine costante e perpetrata al fumo significa maggiore rischio di osteoporosi e aumento del numero di fratture in seguito a cadute o traumi. Non è però solo una questione clinica o di qualità della vita, fino alla possibile disabilità per il paziente fumatore. Le implicazioni del binomio fumo-rischio osseo hanno ricadute importanti anche per i costi economici, sociali e assistenziali diretti e indiretti. «La dipendenza dal fumo in ambito ortopedico – conclude il professor Falez – comporta un aumento dei costi ospedalieri, come degenze più lunghe, esiti chirurgici meno favorevoli, un più elevato rischio di re-admission, cioè di un nuovo ricovero a breve distanza dal primo intervento, la necessità di dover ricorrere a prolungate e costose terapie antibiotiche per l’insorgenza di infezioni. A questi esiti clinici si aggiungono conseguenze sociali: la riduzione delle giornate lavorative e della relativa produttività». Da cui il forte impegno di SIOT e degli ortopedici di informare la popolazione sui rischi correlati al fumo con l’intento di favorire la prevenzione. Anche in ambito osseo. Ovvero contribuire alla decrescita del tabagismo, specie in pazienti che già presentano problematiche ossee o sintomatologie ortopediche.
di Francesca Morelli
Le iniziative della giornata mondiale senza tabacco
LILT offre ai cittadini la possibilità di controlli della salute e valutazione del rischio polmonare, con visite gratuite, previa prenotazione e fino a posti disponibili, rese possibili grazie al sostegno di BCC Milano e supermercati Unes:
- Negli Spazi prevenzione LILT (Viale Caterina da Forlì, 61 – tel. 02 417744/417765; Via Neera, 48 tel. 8461227; Via Viganò, 4, tel. 02 6571233/6571537; Via Fratelli Cairoli, 76 (Sesto San Giovanni, MI), tel. 02 97389893; Via San Gottardo, 36 (Monza), tel. 039 3902503.
Percorsi di disassuefazione dal fumo con colloqui motivazionali gratuiti sono invece possibili presso alcune sezioni (Viale Caterina da Forlì, 61 – tel. 02 417744/417765; Via Fratelli Cairoli, 76 (Sesto san Giovanni, Mi), tel 02 97389893; Via San Gottardo, 36 (Monza), tel. 039 3902503; Via Fatebenefratelli, 7 (Cernusco sul naviglio), tel. 02 9244577; Ospedale Civile Via Canazza, 2 (Legnano), tel. 0331 449922/450080).
- Il 31 Maggio, presso Eataly Smeraldo a Milano, si terrà il corso di cucina “I piatti giusti”, per capire l’azione salutare e preventiva della dieta mediterranea e conoscere i piatti più indicati per dire addio alle sigarette.
A queste si uniscono altre iniziative per i giovani promosse da anni da LILT, quali la campagna “Agenti00sigarette” dedicata ai più piccoli delle scuole di Milano e provincia o per le scuole secondarie “Un lenzuolo contro il fumo”, una manifestazione di protesta contro il tabagismo quest’anno supportata anche dal Ministero dell’Istruzione e della Ricerca. Per ulteriori informazioni sulle iniziative e la giornate: www.legatumori.mi.it
AIRC amplia il proprio impegno per la prevenzione/astensione al fumo fra i giovani sviluppando diverse iniziative (oltre a quelle già note all’interno delle scuole):
- Un importante progetto di informazione e sensibilizzazione sui pericoli del fumo che coinvolgerà alcune fra le voci più amate e seguite dai giovani sul web: Camilla Boniardi (Camihawke), Chiara Galiazzo, Alice Venturi, Sofia Viscardi e K4U.
- Approfondimenti sulla relazione fumo e tumori, rischi ma anche consigli per smettere, disponibili sui canali di informazione (airc.it), o per saperne di più circa l’utilizzo delle sigarette elettroniche o delle sigarette a riscaldamento del tabacco.
- Una videoregistrazione di Elena Munarini, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, sui rischi da fumo per sé stessi e per l’ambiente, andata in onda su Facebook il 28 maggio, disponibile al link:
https://www.facebook.com/AIRC.it/videos/399696473967612
F. M.