La Commissione Europea ha approvato olaparib come trattamento in prima linea per le pazienti con tumore ovarico avanzato che presentano una mutazione del gene BRCA. Si tratta di un farmaco che provoca l’inibizione dell’attività enzimatica dei PARP, molecole che favoriscono la riparazione del DNA delle cellule tumorali, con conseguente danno al DNA e morte delle cellule stesse. <Il 70% delle pazienti con carcinoma ovarico in stadio avanzato va incontro a recidiva entro tre anni>, afferma la professoressa Nicoletta Colombo, direttore del Programma di Ginecologia Oncologica dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. <I risultati dello studio SOLO-1, presentati nel corso del recente Congresso della European Society for Medical Oncology (ESMO) di Monaco e pubblicati sulla prestigiosa rivista “New England Journal of Medicine”, hanno evidenziato come un trattamento di mantenimento con olaparib riduca la percentuale di recidive nelle pazienti con tumore ovarico BRCA mutato: con questo trattamento, il 60% delle pazienti è libera da malattia a tre anni. Alla luce di questi importanti risultati e dell’approvazione europea, è auspicabile che l’esecuzione del test BRCA al momento della diagnosi diventi una realtà per tutte le pazienti con carcinoma ovarico, affinché possano beneficiare di questa nuova arma terapeutica>.
L’approvazione della Commissione Europea si basa sui dati dello studio di Fase III SOLO-1 che ha valutato olaparib come monoterapia di mantenimento, paragonato a placebo nelle pazienti con carcinoma ovarico avanzato e con mutazione BRCA che avevano già ricevuto una chemioterapia di prima linea a base di platino. I risultati dello studio hanno mostrato che, a un follow up di 40 mesi (più di tre anni), la progressione mediana delle pazienti trattate con olaparib non era stata ancora raggiunta, rispetto ai 13,8 mesi registrati con placebo.
AstraZeneca e MSD stanno valutando anche ulteriori studi sul carcinoma ovarico, tra cui il trial di Fase III PAOLA-1, olaparib in combinazione con bevacizumab come trattamento di mantenimento di prima linea per le pazienti con carcinoma ovarico avanzato (stadio IIIB-IV), di nuova diagnosi, indipendentemente dalla mutazione di BRCA. Il carcinoma ovarico è ancora una delle principali cause di morte per cancro nelle donne, con un tasso di sopravvivenza a cinque anni del 19%. Nel 2018, in Italia, sono stati diagnosticati quasi 300.000 nuovi casi e circa 185.000 decessi. Per il carcinoma ovarico avanzato di nuova diagnosi, lo scopo principale del trattamento è ritardare la progressione della malattia il più a lungo possibile e mantenere la qualità della vita del paziente con l’intento di ottenere una remissione completa o la cura definitiva.
Paola Trombetta