Che lavorando sull’alimentazione si possano governare/orientare i nostri geni, rallentando i processi che ci fanno invecchiare e ammalare, Valter Longo ce lo aveva già spiegato con il suo libro “La dieta della longevità”, quasi 200 pagine di principi scientifici complicatissimi “tradotti” per tutti in un regime alimentare facile e gradevole. Ma oggi lo scienziato italiano, direttore dell’Istituto di longevità dell’University of Southern California, inserito da Time nella lista dei 50 personaggi più influenti al mondo del 2018 nell’ambito della salute, aggiunge un altro tassello ai suoi 25 anni di studi sul rapporto genetica/alimentazione/longevità.
Una sua nuova ricerca appena pubblicata sulla rivista Cell report ha evidenziato come la Dieta mima-digiuno (PMD), già risultata efficace nella lotta di moltissime patologie legate all’invecchiamento, produca effetti positivi specifici su animali colpiti da malattie infiammatorie intestinali, fonte di dolori, dissenteria, male-assorbimento, a volte anemia, che in occidente sono aumentate di 20 volte in 10 anni e solo in Italia affliggono 200mila persone. La ricerca in questione (Fasting –Mimicking Diet Modulates Microbiota and Promotes intestinal Regeneration to Reduce infiammatory Bowel Disease Patohology), ha sottoposto a 2 cicli di PMD di 4 giorni ciascuno, per poi riportarli a un’alimentazione normale, topi affetti da malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI), riscontrando alla fine un chiaro miglioramento dei sintomi associati alla patologia, rigenerazione dell’epitelio intestinale tramite attivazione di cellule staminali, migliore controllo della risposta immunitaria e aumento delle popolazioni intestinali “buone”, in particolare Lattobacilli e Bifidobatteri.
«I risultati ottenuti dagli studi precedenti e quelli della più recente ricerca pubblicata su Cell Report», aggiunge il professor Valter Longo, «indicano che cicli di PMD incidono positivamente sui marcatori di infiammazione sistemica nell’uomo, e fanno ben sperare che possano produrre benefici anche per i pazienti con malattie infiammatorie intestinali come Morbo di Crohn e colite ulcerosa. A tal fine, la Clinica universitaria di Genova (Ospedale San Martino) sta sviluppando uno studio clinico randomizzato che prevede l’impiego di PMD in pazienti con MICI (Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali), proprio con l’obiettivo di determinarne l’efficacia e la sicurezza nell’uomo».
Non solo prevenzione, dunque, ma anche reali prospettive di cure efficaci e rispettose della qualità della vita, per una patologia complicata, fonte di dolori, dissenteria, male-assorbimento, a volte anemia, aumentata nei paesi occidentali di 20 volte in 10 anni. «E che attualmente», spiega Giorgio Sesti, professore ordinario di medicina interna università Magna Grecia di Catanzaro, «viene affrontata con prodotti cortisonici, immunosoppressori e antibiotici con l’obiettivo di ridurre lo stato infiammatorio intestinale, inibire il sistema immunitario e contrastare i batteri intestinali nocivi. Mentre la ricerca scientifica, non essendo ancora stata individuata una cura specifica, si focalizza proprio sullo sviluppo di nuovi approcci terapeutici che migliorino la qualità di vita dei pazienti».
Il programma “Mima digiuno”(PMD) è una dieta che, mimando il digiuno senza esserlo, è in grado di stimolare una vera riprogrammazione cellulare, aiutando l’organismo a rigenerarsi, anche attraverso la produzione di cellule staminali, e a gestire al meglio il tempo che passa, contrastando i fenomeni legati ai processi di invecchiamento, e quindi anche le malattie collegate, a partire da Alzheimer, problemi cardiovascolari, diabete 2 e anche tumori. Consiste in cicli periodici di regime alimentare sostanzialmente vegano, fortemente ipocalorico, con pochissime proteine e zuccheri, solo grassi “buoni” e nuove attenzioni per contenuti prebiotici in grado di agire sulla flora intestinale. La formulazione è complessa, e varia in base alle diverse esigenze cliniche o alle patologie che si vogliono contrastare. Ma in generale, per una persona sano, lo schema prevede cicli di 5 giorni (che diventano 4 o 7 in caso di malati oncologici o autoimmuni) di dieta ipocalorica (a partire da 1000 kcal il primo giorno e da 700 i successivi), da ripetere in media ogni 3-6 mesi, previa (come in ogni dieta) valutazione medica generale.
Gli effetti sono a tutto campo e confermati da svariati studi: riduzione del grasso addominale, il più dannoso in assoluto per la sua attività endocrina, abbassamento della pressione e del colesterolo, della proteina C-reattiva (marcatore di infiammazione) e della proteina Igf-1(fattore di crescita insulino-simile di tipo 1) associata a cancro e invecchiamento (Science translation medicine), effetti rigenerativi sulla memoria e sull’apprendimento. «In pratica», commenta Longo, «una modalità che, attraverso complessi meccanismi di selezione cellulare, consente di “fermare” nel tempo, come una forma di “ibernazione” naturale, le condizioni ottimali tipiche dell’organismo giovane, evitando/ritardando l’insorgere delle malattie, e allungando quindi la durata della vita». E quanto tutto questo sia vero lo aveva confermato anche Umberto Veronesi, sostenitore del metodo, parlando di un rallentamento del tempo capace di assicurare fino a 10 anni di vita in più.
Ma ogni terapia rende al meglio se associata a uno stile di vita adeguato. Ed è per questo che, accanto al protocollo del mima-digiuno, Valter Longo ha ideato la “dieta della longevità”, basata sugli stessi principi scientifici e consigliata a tutti come punto di riferimento per un’alimentazione sana e antiaging. Le regole principali: occorre adottare una dieta sostanzialmente vegana, con l’aggiunta del pesce (2-3 volte alla settimana), stare più possibile lontani da grassi saturi animali e zuccheri (attivano geni -PKA e Tor-S6k-”acceleratori” di invecchiamento), limitare il consumo di proteine (fino a 65-70 anni circa 35-40g al giorno per 60kg di peso) privilegiando quelle di origine vegetale (legumi). Puntare su cereali integrali e su molte verdure, condire con buone quantità (50-100ml al giorno) di olio extravergine d’oliva e consumare regolarmente un pugno di frutta secca in guscio ricca di omega3. Inoltre, assumere composti multivitaminici e multiminerali, per compensare le carenze di micronutrienti (vitamina D, acido folico e altro) che oggi sono frequentissime, mangiare nell’arco di 12 ore evitando di andare a dormire prima di 3 ore dalla cena e fare attività fisica: passeggiate quotidiane, ma anche attività aerobiche più impegnative a giorni alterni, come nuoto, bici o corsa. Tutto con saggezza ed equilibrio, senza privarsi della gioia della tavola, ma controllando gli eccessi, come per esempio le “sommatorie” di frutta, dolci, pane e pasta bianchi, cioè di zuccheri e amidi che, in eccesso, aprono le porte a sovrappeso addominale e quindi insulino-resistenza e maggiore rischio di malattie dell’invecchiamento, da quelle cardiovascolari al diabete e anche al cancro. E soprattutto occorre l’abitudine al controllo: del peso e del giro vita (max 80cm per le donne e 94 per gli uomini). Perché il grasso addominale ha un’attività endocrina, produce ormoni, e quando aumenta troppo, oltre a essere fattore di rischio di molte malattie, modifica il metabolismo, rendendo sempre più difficile il ritorno a un peso nella norma.
(“La dieta della longevità”, Valter Longo, Ed. Vallardi)
di Marilisa Zito