Il futuro delle ossa si costruisce da bambini

Scoliosi, cifosi, lussazione congenita dell’anca, ginocchio valgo e piede piatto. A farne le spese è l’apparato muscolo-scheletrico dei bambini: da 0 a 18 anni, dalla culla e nelle varie fasi della crescita, possono subire gli effetti di problematiche iscritte nei geni o acquisite da atteggiamenti posturali sbagliati, protratti nel tempo. «Fin dai primi passi è possibile incorrere in pericoli comuni, spesso banalizzati – spiega Francesco Falez, Presidente della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (SIOT), in occasione dell’incontro “Il futuro delle ossa si costruisce da bambini”, svoltosi a Milano – e invece tali da poter arrecare traumi leggeri o invalidanti, se non considerati o trattati in maniera inadeguata». Infatti, qualunque sia la problematica, è il momento della diagnosi a fare la differenza: più è precoce, meglio ancora preventiva, maggiori sono le opportunità di intervenire con soluzioni conservative o “part-time” (indossate solo per un certo numero di ore del giorno o della notte, come nel caso di corsetti correttivi), o auspicare nella risoluzione spontanea, quando si tratta di disturbi fisiologici, legati alla crescita. Ma soprattutto occorre “diffidare delle imitazioni”, affidandosi all’esperto giusto: per un primo filtro, al medico di famiglia e poi per la diagnosi accurata all’ortopedico, il cui lavoro potrà essere coadiuvato in un secondo tempo da fisioterapista, osteopata, posturologo, che agiscono sempre sotto la sua supervisione. Mentre sono banditi gli “stregoni”, tra cui Google, dove i rischi di cadere in trappola sono a portata di clic, optando per trattamenti alternativi di dubbia efficacia o addirittura pericolosi.

Allora che fare? Su alcune di queste problematiche ossee, c’è poco da fare: sono quelle congenite che si sviluppano ancora prima della nascita. Tra queste la displasia/lussazione dell’anca, dovuta all’alterazione progressiva dei rapporti tra la testa del femore e l’acetabolo (l’osso che la contiene), con incidenza di un caso su 1000 nati, più frequente fra le bambine (con un rapporto di 6 a 1) e nel 45% dei casi bilaterale. «Si tratta di una problematica che si diagnostica alla nascita – dichiara Pasquale Farsetti, Direttore dell’Unità di Ortopedia, Policlinico Tor Vergata di Roma e Presidente SITOP (Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia Pediatrica) – tramite un esame clinico, la manovra di Ortolani che si manifesta in “uno scatto” quando l’articolazione non è stabile e va curata, seguita da un’ecografia da eseguire intorno alla sesta settimana di vita. La diagnosi tempestiva permette di curare la displasia dell’anca in pochi mesi e prima che il bambino cominci a camminare, facendogli indossare un tutore, ma se si arriva tardi occorre intervenire con trattamenti più invasivi in anestesia generale, fino alla chirurgia, con complicanze che possono condizionare il risultato finale del trattamento, di cui la più temibile è la necrosi ischemica della testa del femore, possibile dopo i 3-5 anni. Oppure persistendo nel tempo, la displasia dell’anca potrebbe evolversi in età adulta in una degenerazione artrosica che richiede l’applicazione di una protesi».

Altre problematiche nei bambini sono invece transitorie in una sola fase della crescita, come il ginocchio valgo, responsabile delle “gambe a X”, molto frequente intorno ai 3 anni, dovuto a uno squilibrio dell’attività delle cartilagini del femore e della tibia durante la fase di accrescimento. Nel 98% dei casi, si risolve spontaneamente entro i 7-8 anni, più di rado è associabile ad alcune malattie rare, quali displasie scheletriche e affezioni endocrine o metaboliche: in ogni caso è fondamentale che la corretta diagnosi venga posta dall’ortopedico. O, ancora, il piede piatto, condizione in cui l’arco longitudinale del piede, valutato sotto carico (in piedi), si presenta più basso della norma o addirittura assente per una lassità dei legamenti. Nella forma transitoria si normalizza dopo i due anni di vita in maniera naturale (plantari, scarponcini sono poco efficaci), si ha invece quella patologica e perenne quando il problema si manifesta dopo i 6-7 anni, spesso per una familiarità con il “papà dai piedi piatti”. Di norma è asintomatico, e dunque non richiede alcun trattamento, ma se causa dolore, occorre un trattamento conservativo mediante l’utilizzo di plantari o chirurgico di diversa natura.

E poi sulle problematiche osteomuscolari incide la modernità. Sedentarietà, uso eccessivo dei device elettronici e zainetti troppo pesanti fanno la loro. Tanto che la cifosi, un atteggiamento viziato della colonna non più in grado di mantenere la stazione eretta di tronco e spalle, sia in posizione seduta, sia in piedi, è aumentata nell’ultimo decennio del 700% tra gli alunni soprattutto delle scuole medie inferiori, a causa delle troppe ore trascorse, piegati in avanti, sui “baby-sitter elettronici”.

«Fondamentale in queste problematiche è la diagnosi precoce – raccomanda Carlo Ruosi, Responsabile Centro Scoliosi, Azienda Ospedaliera Università Federico II di Napoli – perché mentre in fase iniziale è possibile intervenire con rieducazione motoria e ginnastica appropriata, in fase avanzata è necessario far indossare al bambino il busto ortopedico, fino al ricorso al gesso o alla chirurgia». Va smentito invece che la scoliosi, la deformità a “S” della colonna che di solito colpisce le bambine tra i 10 e i 14 anni, sia un evento posturale. La problematica ha un’origine genetica e la SIOT sottolinea che a nulla valgono molti rimedi palliativi: l’unica norma correttiva efficace è il busto ortopedico. «Alcuni comportamenti – aggiunge Ruosi – possono però allontanarne il rischio di comparsa: lo sport raccomandato a tutti i bimbi e ragazzi, soprattutto quelli che favoriscono l’allungamento degli arti e della colonna come basket, nuoto, ginnastica a corpo libero, e laddove necessario, “ginnastica medica” che, per essere efficace, richiede la collaborazione del bambino anche a casa, svolgendo gli esercizi consigliati dall’esperto; una dieta nutriente, ricca di tutti i buoni principi ma leggera, a basso contenuto di grassi e zuccheri. Bandendo quindi succhi di frutta, merendine, condimenti e intingoli: una sana prevenzione anche contro l’obesità. È fondamentale l’attenzione al mantenimento del peso: è negativo l’eccesso, ma lo è anche il difetto, infatti l’anoressia predispone non solo alla perdita di massa ossea, all’aumento del rischio di osteoporosi, ma favorisce già nelle ragazzine la maggiore esposizione a fratture, anche da traumi minori». E poi, ancora, è bene limitare l’uso degli smartphone, organizzare a casa, per lo studio, un piano di appoggio in cui l’altezza del tavolo sia a livello del seno, regolarizzando adeguatamente anche l’altezza della sedia e pesare lo zaino, facendo attenzione che non superi il 15% del peso corporeo dell’alunno.

Nota dolorosa: al contrario di quanto si possa pensare, anche le ossa dei bambini possono essere bersaglio di patologie con prognosi complessa, i tumori, di cui l’osteosarcoma è l’ottavo più frequente in età pediatrica con una incidenza del 2,4%, seguito dal sarcoma di Ewing con un’incidenza pari all’1,4%. «La nota positiva – fa sapere Falez – è che negli ultimi anni la prognosi per queste patologie prevede una sopravvivenza passata dal 15% al 65-70%, e un miglioramento anche delletecniche chirurgiche dove l’amputazione dell’arto affetto da osteosarcoma, standard in un passato recente con gravi conseguenze sia funzionali sia psicologiche, è stata sostituita da moderni trattamenti conservativi combinati, che prevedono un’ampia resezione ossea dell’arto e l’inserimento di speciali protesi che si auto-allungano secondo la crescita dell’arto stesso».
Per sensibilizzare sul ruolo di una figura come l’ortopedico, spesso sottovalutata, ma l’unica in grado di curare gli organi di sostegno e di movimento, la SIOT ha realizzato e lanciato un video emozionale che racconta i pericoli associati all’apparato muscolo-scheletrico, nei quali si può incorrere durante la vita: dai primi passi all’adolescenza, fino alla maturità. Evitabili rivolgendosi all’ortopedico.

di Francesca Morelli

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