L’Italia potrebbe essere la prima nazione in Europa ad avere una legge per la fortificazione degli alimenti con acido folico in gravidanza, già ampliamente utilizzati in altri 80 stati fra cui USA, Australia e Canada. Lo annuncia la Società Italiana di Neonatologia (SIN) che si farà promotrice, con altri enti interessati, di un Disegno di legge per renderne l’assunzione obbligatoria, in occasione della Giornata Mondiale della Spina Bifida (25 ottobre). Data non casuale poiché la corretta profilassi con acido folico attraverso alimenti fortificati, in particolare farine di cereali, è in grado di contrastare e di ridurre fino al 70% nel nascituro lo sviluppo di Difetto del Tubo Neurale (DTN). Problematica che interessa nel nostro paese 6 neonati su 10 mila esposti a conseguenze importanti come malformazioni congenite di diverso grado (più o meno gravi) tra cui la spina bifida (nel 50% dei casi), l’anencefalia e l’encefalocele. «È fondamentale per la corretta prevenzione – dichiara Fabio Mosca, Presidente SIN – garantire il giusto apporto di acido folico all’embrione sin dal concepimento, mentre in Italia solo il 30% di donne che intendono avere un bambino segue una profilassi volontaria nel periodo pre-concezionale e lo assume con continuità nelle importantissime prime fasi della gravidanza, quando inizia a formarsi il sistema nervoso». I DTN, infatti, possono essere incompatibili con la vita già in epoca neonatale, ovvero portare all’aborto, o estremamente invalidanti per il feto con esiti cognitivi e neuro-motori importanti come alterazioni del controllo degli sfinteri, manifestazioni epilettiche, difetti del tono muscolare e neurosensoriali, paralisi cerebrale. Le cui ricadute gestionali nelle età successive sono di alto impatto, sia per le famiglie soprattutto a livello sociale ed emozionale, sia per il Servizio Sanitario Nazionale a causa di cure complesse e costi assistenziali elevati. «Per contrastare la diffusione delle malformazioni e delle patologie legate ai DTN, un problema sottovalutato nel nostro Paese – aggiunge il Presidente – serve collaborazione tra tutti i soggetti interessati alla salute di mamma e bambino: dalle società scientifiche alle istituzioni, alle associazioni, agli operatori sanitari, fino ai produttori di alimenti adatti alla fortificazione con acido folico. In merito a questi ultimi, la SIN è disponibile a supportare le aziende produttrici di farine e cereali che metteranno in commercio i loro prodotti fortificati con acido folico, collaborando così a sensibilizzare le donne e la popolazione femminile specie in età fertile, in maniera attiva e fattiva». L’assunzione di acido folico è raccomandata dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Network Italiano Promozione Acido Folico per la Prevenzione Primaria dei Difetti Congeniti a tutta la popolazione generale ma soprattutto in quantità pari a 0,4 milligrammi al giorno a donne in età fertile a partire da due mesi prima del concepimento fino al terzo mese di gravidanza.
Francesca Morelli