RADIAZIONI IN ETA’ PEDIATRICA: FACCIAMONE BUON USO!

È risaputo che un’ingiustificata esposizione alle radiazioni ionizzanti può aumentare la probabilità di effetti dannosi alla salute nel lungo periodo e, negli ultimi anni si è registrato un incremento di esami che utilizzano radiazioni ionizzanti, talora con una dubbia appropriatezza. I bambini, sia per una maggiore radiosensibilità, che per una maggiore aspettativa di vita rispetto a un adulto, possono più facilmente manifestare danni in conseguenza delle radiazioni ionizzanti a cui sono stati esposti.

In Italia sono attualmente quasi 40 milioni gli esami radiologici eseguiti ogni anno, di cui circa un decimo riguardano gli esami pediatrici suI bambini tra i 0 e 14 anni.

Con il progetto “Radiazioni in pediatria”, nato per sensibilizzare medici e famiglie sul corretto utilizzo delle procedure radiologiche nei bambini, le tre società scientifiche AIFM Associazione Italiana di Fisica Medica, SIP Società Italiana di Pediatria e SIRM Società Italiana di Radiologia Medica hanno deciso di unire le loro forze per sviluppare un percorso informativo volto a promuovere la radioprotezione in ambito pediatrico e aumentare la consapevolezza sul buon uso dell’imaging radiologico.

Numerosi studi hanno peraltro dimostrato che i medici prescrittori generalmente hanno una scarsa conoscenza delle questioni relative alle dosi di radiazioni ionizzanti somministrate durante l’esecuzione di esami radiologici.

Il progetto si svilupperà in due fasi: la prima prevede un’attività di formazione sui pediatri per aumentare il livello di conoscenza delle problematiche legate all’appropriatezza degli esami radiologici. La seconda fase ha l’obiettivo di informare i familiari dei bambini sui benefici e sui rischi derivanti dalle procedure radiologiche, fornendo elementi per poter dialogare e comprendere più facilmente ciò che viene detto loro dagli operatori sanitari. In programma anche una campagna di comunicazione che utilizzerà strumenti di facile comprensione per una chiara informazione.   (Barbara Bargna)