Parlare con sincerità, in modo chiaro, fornendo esempi reali già vissuti, che anche i bambini piccoli possono comprendere, senza incutere timori e allarmismi. Sono queste le “modalità di dialogo” da adottare per spiegare ai bambini e agli adolescenti l’emergenza del Coronavirus secondo i consigli dell’esperta Antonella Costantino, direttrice dell’Unità Operativa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza e Presidente della Società scientifica Sinpia (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza), predisponendo così i giovani ad accettare senza troppi traumi, ma neppure con eccessiva leggerezza, le nuove regole del vivere quotidiano. Riassumiamo in pochi capisaldi il messaggio che deve arrivare da mamma e papà ai piccoli, grandicelli e ragazzi, riguardo questa emergenza collettiva.
- Dare una spiegazione del fenomeno. I bambini se l’aspettano dai grandi ed è fondamentale farlo per evitare che, soprattutto i più piccoli, si creino una rappresentazione personale e falsata della realtà.
- Raccontare la verità. Partendo da esempi concreti, come un’ influenza di cui anche i piccoli conoscono sintomi e manifestazioni e le regole correte, quali stare lontani da chi è ammalato per non ammalarsi a propria volta, lavarsi frequentemente le mani per evitare che il virus attivo possa continuare a infettare, evitare la frequentazione di luoghi affollati. Senza banalizzare il problema, occorre dire le cose come stanno anche per il Coronavirus.
- Instillare fiducia nei figli. È questo il compito dei genitori, anche di fronte a una situazione nuova che impone limiti e rischi. Occorre far capire ai bambini che, trattandosi di un evento inaspettato, ancora non si conoscono le modalità di cura, ma che gli esperti stanno lavorando ed è possibile aiutarli rispettando ciascuno le regole di prevenzione e sicurezza.
- Tutti possono fare la propria parte. È bene sensibilizzare i giovani, a seconda dell’età, ad affrontare questa emergenza con responsabilità. Ad esempio i più grandi potrebbero essere invitati a monitorare che i più piccoli seguano le regole di prevenzione e i bambini a mettere in pratica le buone norme come fosse un gioco.
«Gli adulti – conclude Costantino – devono imparare a gestire la propria ansia per non trasmetterla ai figli o evitare che la percepiscano. Può essere utile attuare delle strategie di “contenimento” per abbassare lo stress, come concentrarsi sul respiro o focalizzare l’attenzione su cose che aiutano a stare bene, al fine di comunicare con i figli in modo chiaro e sereno. L’importante è trasmettere loro un messaggio veritiero, che si sta vivendo globalmente un momento difficile in cui ciascuno deve fare il proprio meglio per superarlo, avendo fiducia e gratitudine per tutti coloro che stanno lavorando per arginare il problema, Questo messaggio positivo evita che nei bambini si generino ansie ingiustificate o false illusioni sull’inesistenza del pericolo. Riuscire a trasmettere loro la migliore serenità sarà di utilità anche per la gestione di esperienze future».
Francesca Morelli