“L’allattamento al seno visto dalle mamme”: è la tematica di una recente indagine, realizzata in collaborazione con il Laboratorio Adolescenza e SICuPP (Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche), che racconta emozioni, sensazioni, difficoltà, timori e gioie di circa 350 neo-mamme che tra gennaio ed aprile 2015 hanno frequentato alcuni studi pediatrici di Milano, Pavia e provincia: tutte protagoniste di una fra le esperienze più appaganti della maternità. Quella dell’allattamento al seno. «L’indagine – spiega Maurizio Tucci del Laboratorio Adolescenza – ci ha consentito di cogliere le motivazioni che spingono una donna ad allattare al seno, legate per lo più alla consapevolezza che i benefici derivanti dal latte materno per la salute del bambino sono molti e significativi e come questo ‘attaccamento nutrizionale’ contribuisca a rafforzare l’empatia tra mamma e bebè». Sono oltre il 75% di donne che allattano alla dimissione dell’ospedale e nell’arco dei primi 3 mesi di vita del bambino, ma già a partire dal quarto mese si avverte un calo di quasi il 20% che continua ad aumentare entro i sei mesi, fino a che la pratica viene definitivamente abbandonata. Per cause di diversa natura: dal dolore per l’insorgenza di mastiti o ragadi, per l’assenza di latte o per il ritorno al lavoro che costringe la donna a rivedere le abitudini materne, anche le più piacevoli. «E’ comunque emerso che il mese più critico, quello nel quale con maggiori probabilità la donna può decidere di cessare l’allattamento al seno è il primo. Il compito del pediatra – dichiara la dottoressa Marina Picca, Presidente della SICuPP – deve essere dunque rivolto a questo particolare e delicato momento del post-partum e al primo trimestre in generale, cercando efficaci mezzi e strumenti per promuovere la nutrizione materna al seno in modo esclusivo per i primi 6 mesi e invitando a protrarla anche fino ai 2 anni di vita del bambino, fino a quando essa rappresenta una situazione piacevole per mamma e bambino. Ma non solo: il pediatra dovrebbe diventare il principale referente per la giovane mamma in relazione a qualsiasi problematica che ruota intorno all’allattamento». Specie quando uscita dall’ospedale vengono a mancare le figure referenziali – come l’ostetrica, l’infermiera o il medico del reparto – e la neo mamma, per avere risposte immediate ai suoi quesiti, spesso si rivolge alla propria mamma, alle amiche o anche a internet. Con il rischio, in quest’ultimo caso, di incappare in notizie non sempre corrette: «Se si cercano informazioni sul web – raccomanda la dottoressa Picca – è fondamentale affidarsi a fonti autorevoli, come ad esempio il sito del Ministero della Salute (www.salute.gov.it) o ricorrendo alla piattaforma “A forma di mamma”, che sara online a breve: ovvero uno spazio di dialogo virtuale per approfondire i temi che stanno a cuore a tutte le mamme, soprattutto se lo sono per la prima volta, quali allattamento e nutrizione in primo luogo, ma anche cura e salute del bambino e più in generale tematiche inerenti al diventare e all’essere genitori consapevoli, passando attraverso consigli degli esperti e racconti di esperienze personali da condividere con tantissime altre mamme giovani e bisognose di risposte certe per fare crescere in salute i loro bebè.
Francesca Morelli