In occasione della Giornata Mondiale sul Tumore all’Ovaio (8 maggio), promossa dalla World Ovarian Cancer Coalition, assieme a 150 associazioni di pazienti in più di 50 nazioni, è stata diffusa una notizia preoccupante riguardo a questo tumore: pare che le nuove diagnosi siano destinate ad aumentare del 55% entro il 2035 e così pure i decessi. Oggi sono 300 mila le donne colpite ogni anno, 760mila convivono con la malattia e il tasso di sopravvivenza a 5 anni va dal 36 al 46%. Solo in Italia 5 mila donne vivono con questo tumore e nel nostro Paese i numeri sono in crescita: nel 2019, 5300 donne hanno ricevuto diagnosi di tumore ovarico; 5200 nel 2018. «Il tumore ovarico è una neoplasia molto aggressiva per la quale non esistono ancora strumenti di prevenzione o diagnosi precoce», conferma Nicoletta Cerana, Presidente nazionale di Acto, Alleanza contro il Tumore Ovarico (www.acto-italia.org), la prima rete nazionale di Associazioni Pazienti dedicata al tumore ovarico e ai tumori ginecologici. «L’unica arma che le donne hanno per difendersi è l’informazione. Per questo è nata la Giornata Mondiale cui Acto partecipa da sempre con le associazioni regionali: nata proprio per far conoscere questi numeri drammatici e per sensibilizzare sulla malattia il maggior numero di donne possibile». Tutta la rete Acto partecipa alla campagna (hashtag #PowerfulVoices), lasciando un messaggio sul muro virtuale (Power Wall), al link: worldovariancancercoalition.org/power-wall/.
La Giornata Mondiale è anche l’occasione per fare il punto sulle nuove terapie rappresentate dai farmaci antiangiogenici (bevacizumab) e dai PARP-inibitori (olaparib, niraparib, rucaparib). Questi ultimi, utilizzati inizialmente nei casi di recidiva nelle pazienti BRCA mutate, ora sempre più spesso vengono somministrati in prima linea. «È di pochi giorni fa l’approvazione della Food and Drug Administration americana del Parp inibitore niraparib come terapia di mantenimento in prima linea anche per le pazienti senza mutazione, che sono il 70% del totale, opzione che in Italia è già prevista per uso compassionevole, in attesa della decisione di EMA a novembre», conferma Nicoletta Colombo, Direttore del Programma di Ginecologia Oncologica dello IEO e Presidente del Comitato Tecnico Scientifico di Acto. «Per il futuro, grande speranza viene riposta nelle combinazioni di immunoterapici con PARP inibitori e/o bevacizumab, oggetto di diversi studi clinici in corso. I progressi della tecnologia stanno dunque evolvendo molto rapidamente e ci consentono di avere strumenti sempre più sofisticati per studiare e capire i meccanismi patogenetici del tumore. Speriamo che questo si possa tradurre rapidamente in un vantaggio clinico».
Un altro filone di ricerca riguarda tre proteine: p53 mutata, YAP e beta-arrestina, che insieme promuovo la crescita del tumore sieroso dell’ovaio. Lo ha studiato un gruppo di ricercatori dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena, in uno studio condotto grazie al sostegno di Fondazione AIRC, di cui ricorrono i Giorni della Ricerca (8-10 maggio), nonostante le restrizioni che anche i ricercatori hanno subito in questi mesi a causa dell’infezione da Covid-19. I risultati, pubblicati sulla rivista Nature Communications, hanno permesso di identificare un bersaglio da colpire per ridurre l’aggressività delle cellule tumorali. «La relazione che si instaura tra queste proteine crea condizioni favorevoli alla crescita del cancro e alla resistenza alla chemioterapia», spiega Anna Bagnato, autrice del lavoro condotto dalla sua équipe dell’Unità di modelli preclinici e nuovi approcci terapeutici dell’Istituto Regina Elena di Roma. «Nel nostro studio abbiamo scoperto che è possibile impedire questa pericolosa relazione, agendo a monte con il blocco dei recettori dell’endotelina. Per ottenere questo obiettivo abbiamo già un farmaco efficace che attualmente stiamo studiando, anche per capire i suoi effetti sull’azione delle tre proteine sul microambiente tumorale».
di Paola Trombetta
Al via la campagna: “Tumore ovarico: manteniamoci informate”
“Mantenersi informate” è fondamentale perché, sul fronte del tumore ovarico, sono molte le cose da sapere e le novità da conoscere: è il messaggio della campagna “Tumore ovarico: manteniamoci informate” lanciata l’ 8 maggio, Giornata Mondiale sul Tumore Ovarico, da Fondazione AIOM in collaborazione con le Associazioni pazienti ACTO, Loto, Mai più sole, aBRCAdaBRA con il sostegno non condizionato di GSK.
«Finalmente, in questi ultimi anni la ricerca ha prodotto risultati importanti nel carcinoma ovarico – dichiara Stefania Gori, Presidente Fondazione AIOM: – oggi sappiamo che un quarto delle pazienti sono portatrici di mutazioni BRCA1 e/o BRCA2, con implicazioni terapeutiche e familiari importantissime. E sappiamo che una terapia di mantenimento con farmaci orali, gli inibitori di PARP, determina lunghe sopravvivenze nelle pazienti mutate e anche nelle pazienti non mutate, che rappresentano la maggior parte delle donne affette da carcinoma ovarico (75%). Fondazione AIOM, sempre al fianco delle pazienti e delle Associazioni pazienti, vuole con questa campagna accendere i riflettori su questa malattia».
La campagna si svilupperà nei prossimi mesi attraverso attività online, campagne social ed eventi sul territorio. Già da oggi è attivo il sito www.manteniamociinformate.it con le informazioni fondamentali sul tumore ovarico: ad accogliere le visitatrici è un messaggio di benvenuto di Claudia Gerini, testimonial della campagna.
«È fondamentale ricordare che il tumore ovarico esiste, è aggressivo e ha sintomi aspecifici e che non abbiamo strumenti di prevenzione. Il primo messaggio che questa campagna di sensibilizzazione vuole trasmettere alle donne è l’importanza di tenersi informate e di curare il tumore solo nei centri d’eccellenza – dichiara Nicoletta Cerana, Presidente ACTO Onlus – Alleanza Contro il Tumore Ovarico: bisogna saperlo riconoscere per diagnosticarlo tempestivamente, il prima possibile, quando il tumore, ancora limitato alle ovaie, ha ottime possibilità di guarigione».
Da oggi sul sito www.manteniamociinformate.it le informazioni sul tumore ovarico e sulla campagna insieme al videomessaggio di Claudia Gerini.
P.T.